lunedì 24 ottobre 2016

Arma dei Carabinieri (*) 
Nucleo di Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268 C.P.P.)
L'anno 2016, lunedì 16 ottobre, in [omissis] presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo Spengler
FATTO

Nel corso dell'attività tecnica di monitoraggio svolta nell'ambito della procedura riservata n. 765/2, autorizzazione COPASIR 8932/3a [Operazione NATO “ASCOLTO FRATERNO” N.d.V.] è stato effettuata in data 15/10/2016, ore 10.37, l’intercettazione di una conversazione telefonica intercorsa tra le utenze di Stato 333***, in dotazione a S.E. FINZI MATTIA, Presidente del Consiglio dei Ministri, e  347***, in dotazione a SENSINI FABIO, consulente per la comunicazione della Presidenza del Consiglio. Si riporta di seguito la trascrizione integrale della conversazione summenzionata:

[omissis]



S.E. FINZI MATTIA: “Era proprio indispensabile mandare i nostri soldati in Lettonia?”
SENSINI FABIO: “Be’ ma scherzi?”
S.E. FINZI MATTIA: “C’è tensione, Fabio.”
SENSINI FABIO: “C’è tensione sì! C’è la legge di stabilità, c’è l’Unione Europea che può avviare la procedura di infrazione, c’è il referendum! C’è il referendum, Mattia! Se perdiamo rischiamo la spaccatura del partito, rischiamo le elezioni, rischiamo di perdere! Vuoi che ci mettiamo contro anche gli americani? Che sono gli unici che ci possono dare una mano?”
S.E. FINZI MATTIA: “No, dicevo che c’è tensione internazionale, Fabio.”
SENSINI FABIO: “Quella c’è sempre.”
[PAUSA]
S.E. FINZI MATTIA: “Mah…”
SENSINI FABIO: “Cosa c’è?”
S.E. FINZI MATTIA: “Mah, non so…si sentono dei toni, Fabio, dei toni…viene da pensare che…”
SENSINI FABIO: “…che?”
S.E. FINZI MATTIA: “Che possa scoppiare la guerra.”
SENSINI FABIO: “Che guerra? Ce ne sono tante…”
S.E. FINZI MATTIA: “Quella vera, Fabio. Con la Russia.”
SENSINI FABIO: “Ma dai!”
S.E. FINZI MATTIA: “Lo so, lo so, sembra una cosa da matti, però…”
SENSINI FABIO: “E’ una cosa da matti.”
S.E. FINZI MATTIA: “Sarà.”
[PAUSA]
SENSINI FABIO: “Intanto, abbiamo mandato solo una compagnia. Cento uomini, Mattia. Vuoi che la Russia si spaventi per cento uomini?”
S.E. FINZI MATTIA: “Sì, sì…”
SENSINI FABIO: “E poi lo abbiamo detto chiaro che secondo noi con la Russia bisogna dialogare, no?”
S.E. FINZI MATTIA: “Vero.”
SENSINI FABIO: “Ecco, un problema se vuoi c’è: che non l’abbiamo presentata come una missione di pace.”
S.E. FINZI MATTIA: “E come facciamo?”
SENSINI FABIO: “Non è facile, ma ci possiamo provare. Per esempio, potremmo dire: ‘Nell’ambito della solidarietà europea, in vista di una maggiore integrazione della Difesa comune’…”
S.E. FINZI MATTIA: “Lascia perdere. Meno ne parliamo meglio è.”
SENSINI FABIO: [PAUSA] “Sì, forse hai ragione.”
S.E. FINZI MATTIA: [PAUSA] “E’ che vedi, Fabio: io li ho visti in faccia.”
SENSINI FABIO: “Chi?”
S.E. FINZI MATTIA: “Gli americani, i russi…Putin, Obama, la gente che gli sta intorno…sono diversi, Fabio.”
SENSINI FABIO: “Diversi come?”
S.E. FINZI MATTIA: “Diversi da me, da te…diversi da noi. Se li guardi negli occhi, ci vedi… [PAUSA] Te hai mai ammazzato qualcuno?”
SENSINI FABIO: “Coosa?!”
S.E. FINZI MATTIA: “Ecco, neanche io. Noi al massimo i nemici li rottamiamo, Fabio. Li facciamo indagare, intercettare, spiare…gli scateniamo contro le campagne di stampa, gli compriamo i colla…”
SENSINI FABIO: “Siamo al telefono!! Mattia, siamo al telefono!”
S.E. FINZI MATTIA: “Ma cosa vuoi che me ne freghi, lascia che ascoltino.”
SENSINI FABIO: “Mattia, io metto giù.”
S.E. FINZI MATTIA: “No, tu adesso mi ascolti. [PAUSA] Quelli sono diversi, Fabio. Gli americani, i russi… sono diversi. Quelli quando pensano ai nemici non pensano ai Cinque Stelle, Fabio, non pensano a D’Altema…non pensano a rottamarli, pensano a farli fuori, pensano alla guerra.”
SENSINI FABIO: “Adesso esageri.”
S.E. FINZI MATTIA: “E se invece non esagero? [PAUSA] Sai cosa mi viene da pensare?”
SENSINI FABIO: “No.”
S.E. FINZI MATTIA: “Che non abbiamo capito niente. Che credevamo di essere tanto bravi, tanto svegli, tanto spregiudicati, tanto cinici…ti ricordi come ce la godevamo guardando House of Cards? Con Francis Underwood che fa fuori tutti gli avversari, che non si ferma davanti a niente per arrivare alla Presidenza? Che butta la giornalista sotto il treno? E facevamo le battutacce su quei vecchi rimbambiti di Bertani, D’Altema, Valtoni? Con le loro chiacchiere sentimentali, i loro festival dell’Unità con le lasagne e i salsicciotti, le loro figurine Panini, il loro Pasolini, la loro Costituzione più bella del mondo? ‘Alè! Bertani sotto il treno, hop!’ ”
SENSINI FABIO: “Certo che mi ricordo. E allora?”
S.E. FINZI MATTIA: “E allora adesso ci siamo noi, e questa non è una serie TV, Fabio. Questa è una cosa vera. Gli americani, i russi…quelli non guardano House of Cards, quelli la fanno. La fanno sul serio, Fabio. Quando pensano ‘nemico’ pensano uccidere, pensano guerra, pensano…”
SENSINI FABIO: “Mattia, stai bene?”
S.E. FINZI MATTIA: “Sì. No. Sai cos’ho pensato?”
SENSINI FABIO: “Siamo al telefono, Mattia.”
S.E. FINZI MATTIA: “Ho pensato che non abbiamo capito niente. Che la politica è davvero così: nemico, uccidere, guerra.”
SENSINI FABIO: [PAUSA] “Hai bisogno di staccare un po’, Mattia. Perché non ti…”

S.E. FINZI MATTIA: “…perché non ti guardi una bella serie tv?” [INTERROMPE LA COMUNICAZIONE]

(*) "Trattasi" -   tanto per non cambiare stile,  quello  della  Benemerita...  -   di ricostruzioni che sono  frutto della mia  fantasia di  autore e commediografo.  Qualsiasi riferimento  a fatti o persone  reali  deve ritenersi puramente casuale. (Roberto Buffagni)

Chi è il  Maresciallo Osvaldo Spengler?  Nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio 1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su “Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”
***

Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo fondamentalista, musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...


2 commenti:

  1. Buffagni colpisce perfettamente nel segno...Complimenti!
    Walter

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  2. Roberto Buffagni è la nostra punta di diamante! Nostra di tutti, collaboratori e lettori. Grazie Walter :-)

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