Sartre, Dylan e il Premio Nobel
Irregolari? No, furbi
Mi ha colpito
un commento di Roberto Pavanello su “la Stampa ”, dove ci
si arrampica, post-modernamente, ( nel senso di arrampicarsi in cima alle stupidaggini) sul silenzio di Dylan:
“Dopo due giorni, non
un fiato, non un commento. La risposta, amico mio, sarà anche nel vento, ma le
parole del padre del cantautorato non si muovono. Vento o non vento.
Ora, va bene che il buon Dylan non ha mai fatto
dell’espansività la sua dote migliore, ma c’è chi comincia a supporre che
potrebbe anche arrivare dal menestrello del rock un rifiuto dell’onorificenza,
così come fece un altro irregolare come Jean Paul Sartre nel 1964” .
Ritengo sia inutile interrogarsi sul silenzio di Dylan. E pure sul perché di un premio. I Nobel vengono assegnati due volte, la prima dai professori di Stoccolma, la seconda dal tempo, grande galantuomo: basta rileggersi l’elenco dei passati Nobel (uno lo vinse anche la
nostra Deledda: Grazia chi?). Quanto al silenzio è un problema di Dylan. E di
chi si interroga su certe fregnacce. Invece, il vero
punto della questione è la qualifica "di irregolare", come Sartre, aggiunge Pavanello: gossippando sul rifiuto di Dylan, visto che Sartre nel 1964 girò le spalle all’onorificenza.
Chi è irregolare? In genere, per quanto ne
so e basandomi sulla storia del
Novecento, l’irregolare è uno che sfida il potere. E poi? Semplificando, se ne assume le conseguenze. Politiche, di regola. Nella Russia
comunista si finiva in un Gulag. Anche con Putin, non si scherza. Con Hitler si passava attraverso un camino. Mussolini era più "comprensivo": Matteotti e tanti altri furono picchiati fino a morire di percosse. E che conseguenze si sono assunti Sartre e Dylan? Zero.
E' l'Occidente bellezza... L'odiato borghese si pulisce dagli schizzi di merda ricevuti, ti chiede scusa e ti premia pure. Che pacchia!
E' l'Occidente bellezza... L'odiato borghese si pulisce dagli schizzi di merda ricevuti, ti chiede scusa e ti premia pure. Che pacchia!
Ergo, Dylan e Sarte non possono essere definiti irregolari. Furbi, probabilmente, sì.
Carlo Gambescia
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