domenica 16 ottobre 2016

Sartre, Dylan e il Premio Nobel
Irregolari?  No, furbi




Mi  ha colpito un commento di Roberto Pavanello su “la Stampa”, dove ci  si arrampica, post-modernamente, ( nel senso di arrampicarsi  in cima alle stupidaggini)   sul silenzio di Dylan:

“Dopo due giorni, non un fiato, non un commento. La risposta, amico mio, sarà anche nel vento, ma le parole del padre del cantautorato non si muovono. Vento o non vento.  
Ora, va bene che il buon Dylan non ha mai fatto dell’espansività la sua dote migliore, ma c’è chi comincia a supporre che potrebbe anche arrivare dal menestrello del rock un rifiuto dell’onorificenza, così come fece un altro irregolare come Jean Paul Sartre nel 1964”.  

Ritengo sia inutile interrogarsi  sul silenzio di Dylan.  E  pure  sul  perché di un premio.  I Nobel vengono assegnati due volte, la prima dai  professori di Stoccolma, la seconda  dal  tempo,  grande galantuomo:  basta rileggersi l’elenco dei passati Nobel (uno lo vinse anche la nostra Deledda: Grazia chi?). Quanto al silenzio  è un problema di Dylan.  E  di chi si interroga su  certe fregnacce. Invece, il vero punto della  questione  è la  qualifica  "di irregolare",  come  Sartre,  aggiunge Pavanello: gossippando sul  rifiuto di Dylan, visto che Sartre nel 1964   girò le spalle all’onorificenza.
Chi è irregolare?  In genere, per quanto  ne so e basandomi  sulla storia del Novecento, l’irregolare è uno che sfida il potere.  E poi?  Semplificando,  se ne assume le conseguenze. Politiche, di regola.  Nella Russia comunista si finiva  in un  Gulag. Anche con Putin, non si scherza. Con Hitler si passava attraverso un camino.  Mussolini era più "comprensivo":   Matteotti e tanti altri furono picchiati fino a morire di percosse. E che conseguenze si sono assunti Sartre e Dylan?  Zero.
E' l'Occidente bellezza... L'odiato borghese  si pulisce dagli schizzi di merda ricevuti, ti chiede scusa e ti premia pure. Che pacchia!    
Ergo, Dylan e Sarte  non possono essere definiti irregolari.  Furbi, probabilmente, sì.

Carlo Gambescia              



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