martedì 18 ottobre 2016

Renzi , Obama e una certa idea dell’Italia
Buona cena Signor Presidente!


Renzi  porta con sé a cena da Obama, piaccia o meno,  una certa idea dell’Italia. I premi Oscar Roberto Benigni e Paolo Sorrentino, lo stilista  Giorgio Armani,  la coraggiosa  sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini,   Raffaele Cantone  come testimonial di una  giustizia non giustizialista, la brillante  curatrice del  Moma, l'architetto Paola Antonelli,   mentre in rappresentanza  della scienza  la direttrice generale del Cern Fabiola Gianotti  per lo sport, la campionessa paralimpica Bebe Vio.  
Naturalmente, alcuni,  sono amici anche di Renzi… Fa parte del gioco. Ma, sullo sfondo,  c’è l’idea di un' Italia mite  e  universalista,  che si fa conoscere all’estero,  creativa, seria, produttiva.  Esiste un’ idea dell’ Italia rappresentativa e  alternativa, con lo stesso respiro internazionale e la stessa concretezza di cose fatte e da fare? Piaccia o meno, no.   
La destra chi avrebbe portato?  Mi viene da ridere solo a pensarlo. I pentastellati?  Ci sarebbe voluto un anno per decidere, e  un altro ancora, per sottoporre il nome dei candidati  al placet di Grillo e  Casaleggio jr. Va da sé, che l’idea dell’Italia di Renzi,   non piace a larga parte dell’italiani. Per quale ragione? Per la stessa ragione che spinge la maggior parte degli italiani a chiedere tasse più basse e pensioni più alte.  Non sanno bene quel che vogliono.   Anzi, no,  una cosa, anzi due, anzi tre cose sanno benissimo:  lavorare il meno possibile, lamentarsi e invidiare chiunque ce l’abbia fatta. E le opposizioni, di destra e sinistra assecondano, favorendo la confusione e il vittimismo.  Di conseguenza: nessuna  idea dell’ Italia, se non in negativo. Con la bava alla bocca e le nostalgie autoritarie, fasciste, giacobine.
Renzi, che  è molto pragmatico,  per un verso tenta di cambiare le cose, puntando su una certa idea dell’Italia, seria, costruttiva,  apprezzata  all’estero,  per l’altro, se vuole durare, come ogni politico , è costretto ad assecondare  la corrente, accontentando  piagnoni, sfaticati  e invidiosi.  
Ogni tanto  però ci scappa l’invito importante. E lì Renzi si prende la sua rivincita.   Buona cena Signor Presidente!
Carlo Gambescia          

2 commenti:

  1. Caro Carlo, sei un inguaribile ottimista. Tu vedi il meglio dell'Italia, quando io noto una spudorata, loffia, propaganda che Renzuccio nazionale tenta di fare alla vigilia di un referendum che lo vede alquanto in pericolo. Portare a Washington quel paraculetto nazionale di Benigni, un guitto da due soldi giunto ai vertici del culturame italico, grazie non a propri meriti, ma ad appartenenza ideologica, è una mossa tipica di un mediocre politico, furbo ma non intelligente, quale è Matteo Renzi. Io ho lavorato per 20 anni in una cooperativa di servizi che prendeva il nome da "Mario Fani", uno dei fondatori dell'Ac; gestivamo la contabilità, le iniziative pubbliche dell'intera Diocesi di Viterbo ai tempi della Dc. La convivenza col partito di Governo non era facilissima, certo, il compromesso Chiesa-Stato era dietro l'angolo ogni giorno; e poi, ci si chiedeva attivismo in occasione delle elezioni; si subivano pressioni; le segnalazioni per un posto di lavoro, l'aiuto e l'assistenza per i bisognosi; insomma, bisognava far quadrare tutto, impresa epica. Eppure si lavorava con diligenza, spirito di corpo e di appartenenza. Io non ero certo un moderato, mi consideravano estremista, sì, ma di centro, con spirito critico mi davo da fare, senza limiti d'orario e di sforzi. Conobbi Andreotti, Evangelisti, cardinali montiniani, e devo dire che la ragion di Stato veniva prima di ogni altra cosa, ma una punta, una puntina di senso religioso, di etica (con cadute verticali) esisteva, almeno così pareva. Oggi? Morte le ideologie, finiti gli ideali, la politica è un postribolo di bassi interessi (come prima, del resto), dove vince non il più intelligente ed esperto, ma il più cialtrone, il buon comunicatore: il berlusconismo è la nuova frontiera riveduta e corretta del renzismo. Bocconi e Luiss sono le fabbriche dello specialismo, del dilettantismo utile alla futura nomenklatura. Carissimo Carlo, tu vedi bianco perché hai occhi puri, e ciò ti fa onore. Poi sei un sociologo di razza (nessuno è perfetto) e fai della tua scienza un osservatorio oggettivo per quanto sia possibile con le umane cose; ciò ti rende propositivo, tendi ad analizzare con passione e bontà ogni stato nascente. Io, che leggo la storia in senso ciclico e decadente, non posso che tapparmi il naso e strillare: mille e non più mille...

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  2. Touché... ;-) P.S. Alle tematiche che hai ricordato (decadenza, senso ciclico eccetera), ho dedicato il mio ultimo libro, in uscita a breve. Ovviamente dal punto di vista sociologico. Nessuno è perfetto. ;-) Un abbraccio!

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