mercoledì 1 aprile 2015

Sarkò, sarà pure un “farabutto” ma vince. E non è  un estremista
 Ride bene chi ride ultimo





Sì, i sorrisini.  Ricordiamo tutto. Neppure a noi Sarkò sta simpatico.  Però il punto è un altro. Politico.  E  “Il Giornale” sembra non capirlo: si veda al’articolo di Gulli, uscito oggi .  Offendendo Sarkozy  si offende quell’elettorato di destra, destra “normale”, non fascistoide e/o populista che  lo ha fatto vincere.   E soprattutto non si colgono, sia in Francia e soprattutto in Italia, le potenzialità di un partito conservatore, liberale, democratico capace di intercettare il voto moderato. Insomma, di fare quello che a sinistra, politicamente, sta facendo Renzi, a prescindere dai contenuti (di sinistra) e dall’antipatia del personaggio (Renzi in questo caso).
E invece no. “Il Giornale” (povero Montanelli, chissà quante volte si sarà rivoltato nella tomba, si fa per dire,  perché si è fatto cremare…),  pur dandosi arie pomposamente liberali,  insegue l’estremismo. Vecchio vizio delle destre  italiche, quelle con la bava alla bocca. Basta sfogliarlo: solo rabbia e insulti.
Si dirà: la situazione italiana, a destra, è quel che è: Berlusconi, Salvini, Meloni, Alfano… Giusto. Evidentemente, però, il  “farabutto” Sarkozy ha capacità politiche che i signori di cui sopra non hanno.  Certo, a monte della destra francese post-bellica  c’è  Charles de  Gaulle,  generale e  antifascista, mentre in Italia, nessuno, a parte Almirante, reduce di Salò,  e un pugno di  monarchici nostalgici e qualche clerico-fascista.  E di riflesso la crescita culturale dell’elettorato di destra, ne ha risentito, rendendolo permeabile alle sirene dell’estremismo, dopo ovviamente il crollo democristiano: l' enorme tappo scudocrociato di quel  vaso di Pandora moderato (ed elettorale),  saltato in aria con  la caduta del comunismo.
Insultate, insultate pure.  Ma come recita l'adagio,  ride bene chi ride ultimo... Renzi forever...

Carlo Gambescia                      

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