venerdì 10 aprile 2015

 Polemiche
Il reato di tortura, l'estrema destra e  il complesso del falangista



Alcuni  amici mi hanno rimproverato la durezza del post dedicato alla condanna dell’ Italia per tortura  da parte della  Corte europea dei diritti dell' uomo.
In quel post, sul piano dei principi,  ho definito giusta la condanna. Quindi?  Il problema è un altro, anzi sono  due.
Uno. Quello di  condannare la sinistra ipocrita dei due pesi due misure. Ma anche di lotta e di governo... Quella ambigua, da sempre.  Perché, dove sta andando a parare la grande battaglia umanitaria? Presto detto: dopo quindici anni la sinistra di lotta  vuole rimuovere  De Gennaro da Finmeccanica,  all’epoca ai vertici  della Polizia.  Per papparsela  e mettere al comando,  - ecco  la sinistra di governo -    uno dei loro.  Che Renzi neghi,  fa parte della commedia. E allora? 
Due.  Quello della  sudditanza dell'estrema destra intellettuale nei riguardi della cultura di sinistra… Parlo del  complesso del falangista che scimmiotta i  miliziani comunisti.    Ora, che uno,   già di sinistra, abbia il riflesso condizionato ci sta pure. Dicesi,  richiamo della foresta.  Ma che un antiliberale a marchio di fabbrica neofascista  sposi la causa dei diritti dell’uomo… (Come mai, Alain  de Benoist, lo si cita solo quando  fa comodo?).  Oddio,  ci si può  pure coniugare, però poi  come la si mette  con la retorica identitaria? O, come dire, con la Spagna Eterna.  Dice, ma io sono “libertario”. Pure Mussolini, il primo, lo era. E allora?  
Il che spiega perché certe cose, alla fin fine, debba dirle un liberale  vero e non uno finto. Passo e chiudo.
                                                                                                                                  Carlo Gambescia     

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