martedì 21 aprile 2015

L’Italia, la Libia e “l’ecatombe nel Mediterraneo”
Il legalitarismo conviene. Ma a chi?


Blair (Iraq docet) avrebbe  inviato le truppe. E da un pezzo. Renzi (e Alfano)  vogliono invece arrestare gli scafisti.  Il problema è tutto qui. Nell’ottica.  L’Italia, per motivi, che ora spiegheremo, insiste nel ragionare in termini di criminalità organizzata. Invece, come tutti sanno ( è il segreto di Pulcinella),  dietro i novecento affogati, dietro gli scafisti non c’è la mafia,  ma il disfacimento della Libia  come entità statuale. E cosa più grave, la  feroce marcia trionfale  dell’Isis.  
Insomma, non è un problema di ordine pubblico ma geopolitico. Qui  servono soldati non poliziotti, vigili del fuoco e "crocerossini".   E cosa più importante, occorrono  politici dotati di visione strategica (per inciso qualcuno spieghi a Prodi, che consiglia di punire la Libia non comprando petrolio, che la Libia è tornata all’età delle tribù combattenti).  Qui  servono  un blocco navale  e un’ operazione di terra per controllare almeno la fascia costiera libica. E così  impedire altre tragedie. Ma soprattutto occorre un esempio. Un atto politico-militare dall’alto valore simbolico-dimostrativo: l’Italia deve provare che quando serve, sa premere il grilletto (qualcuno, purtroppo, giustamente sorriderà...).   Quindi si dovrebbe agire da soli, subito, come fanno le potenze, anche medie,  ma serie (certo,  nel caso, coordinandosi informalmente, con con chi ci stia...). Come  ad esempio usano  fare  i francesi nelle  ex colonie  (anche se in scala più piccola, e come invece non abbiamo saputo fare in Somalia, Eritrea ed Etiopia, per non parlare della Libia, dove abbiamo stupidamente contributo alla caduta di Gheddafi, quindi destra e sinistra pari sono. Salvini che ora si agita tanto, dovrebbe farsi un esame di coscienza... Anche Berlusconi però... che all'epoca non alzò un dito per salvare il suo "amico Mu'ammar" ).
E invece no. Si aspetta, mettendo in scena la solita manfrina buonista da mamme senza frontiere. Ovviamente,  l’ atteggiamento per così dire “prudente”,  ha un suo perché: da un lato si teme, e   giustamente,  l’impreparazione  delle nostre forze armate ( da anni allo sbando organizzativo e  finanziario), dall’altro di  incidere  sugli equilibri politici interni.  Detto, in modo qualunquistico, che l'ennesima guerra perduta  possa dare il  via a un nuovo balletto delle poltrone. Temutissimo da Renzi, sbarcato a Palazzo Chigi da appena un anno. Naturalmente, agendo così, l’ex Sindaco di Firenze dà prova - definitiva -   di non aver nulla in comune con Blair.  Il che spiega l’altro giochino: quello - visto che Obama non collabora -  dello scaricabarile italiano, rigorosamente istituzionale (non sia mai...),  sull’Europa e l’Onu.    Insomma,  il legalitarismo conviene.  Ma a chi?


Carlo Gambescia        

2 commenti:

  1. Italietta invertebrata è quella vista in questi tempi bui. Nessuno col fegato che decida. Orizzonti provinciali di un Paese servo dell'usurocrazia mondialista. Lo so, parlo per etichette, per slogan, già, ma sarebbe ora che si usassero le parole giuste per definire una rovina siffatta. Il pesce cresce a dismisura e l'acquario è colmo. Il capitalismo barbaro che ci sta schiacciando, è impotente a crisi planetarie di tal genere. Che gli yankee abbiano qualche responsabilità sulla rinascita islamica? L'Africa è in mano a dittatorelli sanguinari sul libro paga delle corporation; intanto l'Islam fa proseliti a suon di scimitarra. Non vedo luce, caro Carlo.

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