Come documentarsi su
Grillo e 8 milioni di baionette, pardon di voti? Quali libri
leggere di e su il comico genovese e il Movimento 5
Stelle? Grillo, di suo, negli ultimi anni, ha pubblicato molto.
Vediamo.
Parecchio materiale,
abbastanza recente, si può trovare in Tutto il Grillo che conta. Dodici anni di
monologhi, polemiche, censure (Feltrinelli
2006): sulle radici "satiriche" - poi spiegheremo - della
sua visione politica. Ma vanno letti anche A
riveder le stelle. Come seppellire i partiti e tirar fuori l'Italia dal pantano (Rizzoli 2010); Tutte
le battaglie di Beppe Grillo (Tea
2011), Siamo in guerra. Per una nuova politica (Chiarelettere 2011), scritto con
Gianroberto Casaleggio: tre volumi distinti da
una violentissima critica alla democrazia
rappresentativa e liberale; nonché Il Grillo canta sempre al tramonto. Dialogo
sull’Italia e il Movimento 5 Stelle(Chiarelettere
2013), scritto con Dario Fo e Gianroberto Casaleggio: utilissimo
per capire come gli estremi politici alla fin fine si tocchino sempre.
Inoltre, non vanno
sottovalutate per comprendere i bizzarri legami
intellettuali di Grillo le sue numerose prefazioni, mai
d’occasione, sempre ragionate. Ecco qualche nome dei
"prefati" : Alfonso Pecoraro Scanio, Marco Travaglio e Peter
Gomez, Alex Zanotelli, Maurizio Pallante, Riccardo Petrella. Oliviero Beha,
Elio Lanutti. Eugenio Benetazzo, Antonio Di Pietro, Gianluca
Ferrara. Ma non va neppure trascurato Santi
Laici. Storie di uomini e donne che hanno dato la vita per salvare la nostra
democrazia (Rizzoli
2011), un volume di oltre 600 pagine, dove Grillo, trasforma - e sia detto con
il massimo rispetto per le vittime ricordate - il
complottismo in religione politica bisognosa, per l'appunto, di
santi. Infine, di Gianroberto Casaleggio, il capelluto
alter ego, si veda Web ergo sum, (Sperling & Kupfer
2004), un miscuglio di rimembranze new age e di concreto
senso degli affari.
In Grillo
l’approccio satirico, come sguardo caustico sul mondo, si è
trasformato in profetico strumento politico, culminando nella
sistematica ridicolizzazione dell’avversario. Da ultimo, si pensi al
"Vaffa" di ieri a Bersani. Una demoliziome che però
non può far bene alla democrazia perché squalifica agli
occhi dei cittadini l' intera classe politica dalla A alla Zeta.
Parliamo di cittadini, come gli italiani, già zoppicanti
sui fondamentali della democrazia rappresentativa e liberale. Sotto questo
profilo si veda il notevole libro di Giuliano Santoro, Un
grillo qualunque. Il movimento 5 stelle e il populismo digitale nella crisi dei
partiti italiani(Castelvecchi 2012), nonché sui limiti
della democrazia diretta (non solo via web), incensata dai
"fidelizzatissimi" grillini: Federico Mello, Il
lato oscuro delle stelle. La dittatura digitale di Grillo e Casaleggio.
Testimonianze, documenti e retroscena inediti( Imprimatur Editore
2013). Notevole, anche il ritratto filosofico, più movimentista, di
Edoardo Greblo, La filosofia di Beppe Grillo. Il Movimento 5 Stelle (Mimesis 2012). Che tuttavia
propro perché "filosofico", sembra sottovalutare i
possibili effetti sociologici della routine istituzionale,
post-elezioni, sul movimento grillino e in particolare
sull'importante sedimento politico dei gruppi
parlamentari.
Lo studio, per ora più completo, anche sotto il profilo metodologico, è quello di Piergiorgio Corbetta ed Elisabetta Gualmini ( a cura di), Il partito di Grillo (il Mulino 2013). Un libro fresco di stampa dove sono sollevati alcuni fondamentali interrogativi di scienza politica sulla natura democratica del movimento, sulla reale preparazione dei suoi giovani candidati e sulle capacità di Grillo di evitare derive populiste e, più in generale, sulle reali possibilità del web di sostituirsi alla politica tradizionale. Quanto all’elettorato, nel libro si ritiene profeticamente (perché scritto prima delle ultime lezioni) che «il profilo dell’elettore del M5S [stia diventando] sempre più prossimo a quello dell’elettorato generale». Tesi comprovata dagli otto milioni di voti incamerati dal M5S domenica e lunedì. Elettori "medi" che però chiederanno fatti e non chiacchiere. Di qui, possibili contraddizioni, semplificando, tra il "dire" e il "fare".
Lo studio, per ora più completo, anche sotto il profilo metodologico, è quello di Piergiorgio Corbetta ed Elisabetta Gualmini ( a cura di), Il partito di Grillo (il Mulino 2013). Un libro fresco di stampa dove sono sollevati alcuni fondamentali interrogativi di scienza politica sulla natura democratica del movimento, sulla reale preparazione dei suoi giovani candidati e sulle capacità di Grillo di evitare derive populiste e, più in generale, sulle reali possibilità del web di sostituirsi alla politica tradizionale. Quanto all’elettorato, nel libro si ritiene profeticamente (perché scritto prima delle ultime lezioni) che «il profilo dell’elettore del M5S [stia diventando] sempre più prossimo a quello dell’elettorato generale». Tesi comprovata dagli otto milioni di voti incamerati dal M5S domenica e lunedì. Elettori "medi" che però chiederanno fatti e non chiacchiere. Di qui, possibili contraddizioni, semplificando, tra il "dire" e il "fare".
Infine, per farsi
rapidamente un'idea delle critiche, spesso
fondate, rivolte agli aspetti economici del programma di Grillo
(scaricabile qui:http://www.boorp.com/libri_gratis_pdf/libro_Programma_Movimento_5_Stelle_in_pdf_gratis.php ),
rinviamo ai seguenti siti:http://www.linkiesta.it/blogs/apologia-di-socrate/la-strada-di-grillo-che-porta-all-inferno ( liberisti); http://keynesblog.com/2013/02/07/la-grillonomics-analisi-del-programma-economico-del-movimento-5-stelle/ (keynesiani). In buona sostanza,
i liberisti rimproverano a Grillo la deriva statalista, mentre i
keynesiani la scarsa attenzione allo sviluppo economico.
Concludendo, Grillo,
come si legge nell’ottimo libro curato da Corbetta e Gualmini, ha trasformato
l’indignazione morale in politica, puntando, ci permettiamo di aggiungere,
su una visione satirica dell’avversario ai limiti della
paranoia. Cosicché i suoi candidati e i
suoi elettori sembrano non essere più capaci
di distinguere tra realtà "satirizzata" e realtà
vera. Tutto ciò può bastare per fare politica? E
soprattutto dove ci condurrà?
Carlo Gambescia