“Il Secolo d’Italia
truffa 09”
di Carlo Gambescia e
Nicola Vacca
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Non ci stanchiamo mai di rivedere quel film
dove Totò cerca di vendere Fontana di Trevi a un americano: “Totòtruffa 62” .
Ogni volta ci sbellichiamo dalle risate. E la stessa cosa ci capita appena
sfogliamo le pagine culturali(?) del “Secolo d’Italia”. Dove si cerca di
vendere quella gigantesca fontana Di Trevi, che fu la “tentazione fascista” (
riveduta e corretta a uso e consumo dei fans dei Manga ), ma non si capisce
bene a chi: se a un lettore di destra, praticamente inesistente, oppure a una
sinistra, soprattutto intellettuale, che sembra starci, solo perché Fini ora fa
comodo contro Berlusconi.
Il problema, sia chiaro, almeno per chi scrive, non è quello di rivendicare
presunte purezze ideologiche, ci mancherebbe altro. Ma quello di smascherare
“Il Secolo d’Italia truffa 09”…
In primo luogo, ripetiamo, perché l’ex giornale di An scrive di autori mai
letti, come nel caso di Žižek. E dunque si procede a orecchio. Il che è una
vergogna.
In secondo luogo, la convergenza occasionale con Asor Rosa è puramente politichese
e in chiave antiberlusconiana. Quella sulla carta (dal momento che si tratta di
una recensione) con Tronti, non esiste proprio. Che rilevanza da nuove o
vecchie sintesi (faccia il lettore), può avere un accordo puramente di
superficie sulla critica all’antipolitica? Oppure sull’importanza del pensiero
conservatore novecentesco? Mah...
Ad Asor Rosa e Tronti si dovrebbe invece chiedere sul tamburo un giudizio
sull’occupazione delle fabbriche nel 1920, sull’impresa etiopica, sulla
dichiarazione mussoliniana di guerra, sulla Repubblica Sociale. E (perché no?)
anche sui fatti di Genova nel 1960.
Oppure se vogliamo andare sul colto: sul populismo nella letteratura italiana,
su Pasolini, sulla centralità della classe operaia e sul conflitto di classe
come fattore di trasformazione sociale…
E allora ne vedremmo delle belle, altro che la gigantesca Fontana di Trevi
della "tentazione fascista"…
Per il resto si tratta solo di balle pseudo-culturali al servizio di
un’operazione politica precisa: far cadere Berlusconi.
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Carlo Gambescia e
Nicola Vacca
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