lunedì 21 novembre 2005

Padri e figli: 

autorità e autorevolezza 






In un lungo articolo apparso ieri su "Repubblica", Ilvo Diamanti, editorialista e sociologo di punta del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, commentando i risultati di un'indagine Demos-Coop sul declino dell'autorità all'interno della famiglia (di prossima pubblicazione), asserisce che per i padri "è difficile essere autorevoli in una società dove ogni principio di autorità viene sistematicamente delegittimato. La giustizia, e ancor più la politica. L'impresa. La scuola. Lo stesso governo oggi ampiamente 'sfiduciato' dall'opinione pubblica. E impegnato, da parte sua, a 'sfiduciare' gli altri poteri. Ad agire come se fosse di opposizione".
Questa osservazione, non può assolutamente essere condivisa. In primo luogo è superficiale: un fenomeno così complesso come la crisi della famiglia non può essere ricondotto (nemmeno in parte) alla cattiva politica del governo in carica (in cinque anni non è possibile né distruggere e né rivitalizzare la famiglia...). In secondo luogo, piuttosto che sull' autorità, si dovrebbe insistere sull' autorevolezza dei padri. Autorevolezza che nasce dalla "distanza" tra padri e figli: distanza che non può essere eccessiva ma nemmeno inesistente, come accade oggi. Ora, se questa "distanza" sociologicamente necessaria, è venuta meno, la responsabilità non è di chi governa oggi (che magari ne ha altre e più pesanti), ma di certa pedagogia superficiale, che da cinquant'anni raccomanda ai genitori di comportarsi coi figli da "amici" e non da "padri e madri": ma tra amici, di solito non vi è mai distanza. E dove non c'è distanza, come differenziazione qualitativa dei ruoli (da una parte c'è colui che insegna e dall'altra chi apprende), non c'è autorevolezza. Certo, esiste anche il pericolo contrario: spesso l'autorevolezza si trasforma in autoritarismo, e di conseguenza le gerarchie tra chi insegna e impara, invece che provvisorie divengono stabili e coercitive.

Il vero punto, allora, è trovare il giusto equilibrio: la giusta distanza tra padri e figli. E qui sarebbe necessaria una società diversa. Ma questa è un'altra storia.

Carlo Gambescia

Nessun commento:

Posta un commento