Il mercato e le forze profonde della politica
In un interessante articolo apparso ieri su
"Repubblica" Jean-Paul Fitoussi, economista e professore all'
Institut d'Etudes Politiques di Parigi critica, come dire, gli amici del
mercato: tutti quegli intellettuali, professori, politici, eccetera, che
ritengono l'economia di mercato una specie di ricetta o risposta definitiva a
tutti i problemi politici e sociali. Fitoussi fa un'osservazione importante:
"Il crollo del muro di Berlino [ha] elevato l'economia di mercato al rango
di riferimento universale (...) [Tuttavia] il primato dell'economico sul
politico e delle libertà economiche su quelle politiche (...) non è mai bastato
né a rendere più tranquilli i rapporti sociali , né ad occupare pienamente lo
spazio politico".
E' purtroppo sotto gli occhi di tutti quanto l'
osservazione sia giusta. Dopo l' 89, il mondo intorno a noi non è sicuramente
migliorato: guerre e crisi economiche, crescita delle diseguaglianze e
soprattutto va registrato il diffondersi di un clima di incertezza e scarsa
fiducia nel futuro.
Il punto è che gli economisti, e tutti coloro che credono
nel primato dell'economia sulla politica, non riescono a fornire previsioni
precise sulla ripresa economica. Si ha l'impressione che i "professori"
piuttosto che anticipare gli eventi, li seguano, o al massimo si limitino a
registrali... E quel che è più grave è che i politici ripetano, spesso
pedissequamente, quel che dichiarano gli economisti. Per dirla brutalmente:
politici ed economisti vivono alla giornata, in attesa, di una grande ma sempre
più lontana e mitica ripresa economica.
Su questo sfondo, frutto indubbiamente di una
sopravvalutazione dell'economia come scienza, si muovono però le grandi forze
della politica profonda, quelle demografiche, militari e religiose: le grandi
migrazioni dal Sud al Nord del mondo; l'espansione militare americana, che
ricorda quella romana dopo la caduta del "muro" cartaginese; la
rinascita di un fondamentalismo cristiano e islamico.
Ora, la domanda è questa: la pura e semplice
espansione dell'economia di mercato è in grado di interferire, correggere,
contrastare, indirizzare questi fenomeni? Agli amici lettori la risposta.
Carlo Gambescia
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