giovedì 16 settembre 2021

Vaccini, ipocrisia, coraggio, libertà,la lezione di Solženicyn

La sensazione è che il tasso di ipocrisia politica del governo Draghi, appoggiato da un parte della destra, sia elevatissimo. Si confida nel vaccino, però al tempo stesso non si ha il coraggio di introdurre l’obbligo per i lavoratori pubblici e privati. Allora che si fa? Si procede per vie traverse. Perché, formalmente, si è liberi di non vaccinarsi, però si rischia di essere licenziatio comunque di la sospensione dello stipendio. Al vaccino si affianca il tampone, che tuttavia, quando si dice il caso, non sarà gratuito. Perché i famosi “ristori”, quando vanno in direzione contraria rispetto ai desideri del governo, non sono mai presi in considerazione? Insomma, si ingannano gli italiani. Li si tratta da stupidi. Si simula una libertà che invece rischia di sparire. In realtà sotto c’è dell’altro. Sul punto richiamiamo l’attenzione sulla stretta relazione che esiste tra coraggio è libertà. Si rileggano le bellissime pagine dedicate da Solženicyn in “Arcipelago Gulag”, all’atteggiamento passivo del popolo sovietico nei riguardi del regime comunista. Gli oppositori venivano arrestati di giorno e di notte senza che nessuno, un vicino, un passante, un conoscente, addirittura un familiare alzasse un dito. Il regime viveva di due cose: la menzogna di un avvenire radioso e la vigliaccheria quotidiana del popolo russo. Del resto come cadde il comunismo russo? Con una rivoluzione dall’alto, iniziata dal segretario dal partito. Il popolo rimase passivo fino all’ultimo. Come del resto oggi con Putin, a parte qualche rara eccezione. Ma questa è un’altra storia. Si dirà che stiamo esagerando. Che qui è in gioco la salute, e che con la salute non si può scherzare. Basta con le chiacchiere, insomma. Si dia la parola alla scienza. In realtà, al sociologo non può sfuggire una cosa: che, come in Unione Sovietica si magnificavano, paralizzando la reazione del persone, le conquiste del socialismo scientifico (definizione di Marx, ripresa da Lenin, Stalin e successori), così oggi in Italia si magnificano le conquiste della scienza, presentando un vaccino, a dire il vero poco sperimentato, come la soluzione di tutti i problemi. La logica sociale del meccanismo è la stessa; gli addendi sono gli stessi: radioso futuro + scienza, come del resto la somma o totale: = obbedienza passiva. L’unica differenza è rappresentata dal ben diverso sviluppo civile e politico della Russia comunista e dell’Italia repubblicana. Tuttavia, il garantismo italiano, spesso claudicante, spiega, almeno per ora, l’assenza di arresti notturni e diurni degli oppositori (pochissimi tra l’altro). Il che però spiega pure il tentativo governativo di aggirare l’ostacolo, puntando sull’ipocrita obbligo indiretto di vaccinazione, prendendo per stupidi i cittadini. In realtà, i cittadini non sono stupidi ma passivi. Un passo indietro. Si dirà, che i quattro gatti dei No vax, sono del tutto inaffidabili: complottisti, populisti, fascisti, insomma, tutta gente così, che anche prima viveva ai margini del sistema politico. Frange lunatiche. Giustissimo. Il che però, di rimbalzo, spiega la passività delle persone normali, che non sono poche, se è vero come è vero, che 14 milioni di lavoratori si sono vaccinati, e “solo” 4 milioni hanno invece preferito passare la mano… In realtà, ripetiamo, non sono pochi. Ma dove sono? A fronte delle poche centinaia di No vax? E qui torniamo a Solženicyn… La libertà necessita di coraggio. Il potere di ipocrisia. La gente comune di sicurezza. Che sia il lettore a trarre le conseguenze sociologiche del caso. (Carlo Gambescia) P.S. Ci scusiamo per la formattazione. Ma purtroppo per il momento meglio di così...

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