La manifestazione “negazionista” romana
Anche la piazza antigovernativa (purtroppo) è populista
La manifestazione romana contro la “dittatura sanitaria” non può essere definita di natura liberale. Ossia, schematizzando, una rivendicazione dell’individuo e dei suoi sacri diritti.
Infatti, se si scorrono dichiarazioni e interventi si scopre l’enfatizzazione olistica del popolo, ad esempio in espressioni come “il popolo italiano”, “il popolo della mamme”, “il popolo delle nonne" e così via”. La stessa espressione “Italia Libera”, molto usata dai partecipanti, fa pensare all' equivoco resistenziale, dove tra gli avversari della dittatura fascista c’erano i comunisti, come oggi tra gli avversari della “dittatura sanitaria”, ritroviamo i populisti e addirittura i neofascisti. Insomma il linguaggio olistico della piazza rivela che alla "dittatura sanitaria" del governo si oppone la "dittatura del popolo"... Se non è zuppa è pan bagnato, per dirla alla buona.
Il principale problema italiano del momento è rappresentato dalla “prevalenza del populismo” all'interno della maggioranza, dell' opposizione e perfino nelle piazze, tra coloro che si oppongono. Ci spieghiamo meglio.
Maggioranza. Cosa ha dichiarato Di Maio? In sintesi, che i “negazionisti” (terminologia mutuata infantilmente dal negazionismo vero e duro però, quello della Shoah), vadano a parlarne con i parenti delle vittime… Classica presa di posizione populista, che nega, sulla base dell’esperienza emotiva - un espediente da manuale di psicologia della folle - qualsiasi tentativo di ragionamento. Per capirsi: perché studiare la storia romana se non si sono vissute le esperienze emotive degli antichi romani? A dirla tutta, è la vera morte della ragione tout court.
Opposizione. Matteo Salvini e Giorgia Meloni (Forza Italia è allo sbando, Berlusconi in clinica) continuano a rimproverare Conte, giocando sulla paura che porta voti. E di cosa lo rimproverano? Di non aver preso contro la “pandemia” misure ancora più dure e con largo anticipo. Puro populismo biopolitico analogo a quello del governo populista, diciamo pure il gemello. Per capirsi: Salvini e Meloni vogliono i colonnelli, Conte i virologi armati di statistiche... Dalla padella nella brace.
Si dirà che chi scrive ha una visione monomaniacale del populismo, perché lo vede ovunque. Purtroppo, piaccia o meno, le cose stanno così. Basta documentarsi con un minimo di serietà. Si pensi al grande lavoro di informazione svolto da “Linea” in perfetta solitudine e senza cedere ai tentacoli del populismo (di governo, opposizione e piazza) (**).
Il vero nemico è il populismo. Stiamo vivendo, come scritto più volte (*), la prima epidemia al tempo del populismo. E si vede.
Come uscirne? Come tornare alla ragione politica? Che poi per noi moderni è tutt’uno con quella liberale? Ecco il problema, l'autentico problema.
Carlo Gambescia
(*) Qui: http://linea.altervista.org/blog/