domenica 6 settembre 2020

La manifestazione “negazionista” romana
Anche la piazza antigovernativa (purtroppo)  è  populista

La manifestazione romana  contro la “dittatura sanitaria” non può essere definita di natura liberale.  Ossia,  schematizzando, una rivendicazione dell’individuo e dei suoi sacri diritti. 
Infatti, se si scorrono dichiarazioni e interventi si scopre l’enfatizzazione olistica del popolo,  ad esempio  in espressioni come    “il popolo italiano”, “il  popolo della mamme”, “il popolo delle nonne"  e così via”. La stessa espressione “Italia Libera”, molto usata dai partecipanti, fa pensare all' equivoco resistenziale,  dove tra gli avversari della dittatura fascista c’erano  i comunisti, come oggi  tra gli avversari della “dittatura sanitaria”, ritroviamo i  populisti e  addirittura i neofascisti. Insomma  il linguaggio olistico della piazza  rivela che alla "dittatura sanitaria"  del governo  si oppone  la "dittatura del popolo"...   Se non è zuppa è pan bagnato, per dirla alla buona.  
Il principale problema italiano del momento è rappresentato dalla “prevalenza del populismo” all'interno della  maggioranza, dell' opposizione e  perfino nelle piazze, tra coloro che si oppongono. Ci spieghiamo meglio.
Maggioranza. Cosa ha dichiarato Di Maio? In sintesi, che i “negazionisti” (terminologia mutuata infantilmente dal negazionismo  vero e duro però, quello della Shoah),  vadano a parlarne con i parenti delle vittime… Classica presa di posizione populista,  che nega, sulla base dell’esperienza emotiva -  un espediente da manuale di  psicologia della folle -    qualsiasi tentativo di ragionamento.  Per capirsi: perché studiare la storia romana se  non si sono vissute le esperienze emotive degli antichi romani? A dirla tutta,  è la vera morte della  ragione tout court.
Opposizione. Matteo  Salvini e Giorgia Meloni (Forza Italia è allo sbando, Berlusconi in clinica) continuano a rimproverare  Conte, giocando sulla paura che porta voti. E di cosa lo rimproverano?  Di non aver preso contro la “pandemia”  misure ancora più dure e con largo anticipo. Puro populismo biopolitico analogo a quello del governo populista, diciamo pure il gemello. Per capirsi: Salvini e Meloni  vogliono i colonnelli, Conte i virologi armati di statistiche...  Dalla padella nella brace.

Si dirà che chi scrive  ha una visione monomaniacale del populismo, perché lo vede ovunque.  Purtroppo, piaccia  o meno, le cose stanno così. Basta documentarsi con un minimo di serietà. Si pensi al grande lavoro di informazione  svolto da “Linea” in perfetta solitudine e senza cedere ai tentacoli del populismo (di governo, opposizione e piazza) (**).
Il vero nemico è il populismo.  Stiamo vivendo, come scritto più volte (*), la prima epidemia al tempo del populismo. E si vede.
Come uscirne?   Come tornare alla ragione  politica?  Che poi per noi moderni  è tutt’uno con quella liberale?  Ecco il problema, l'autentico problema.

Carlo Gambescia