sabato 18 maggio 2019

Europee, i sondaggi  sembrano premiare i Verdi
Di male in peggio…


Secondo i sondaggi  sembra che i Verdi  alle prossime europee accresceranno i propri consensi ovunque. Con i populisti potrebbero trasformarsi nei vincitori della tornata del 23-26 maggio. 
Sono ben visti dai socialisti,  dati  in discesa,  ma anche dai popolari europei, anch’essi in calo,  come possibili alleati per sbarrare la strada ai populisti, probabilmente grazie anche al placet politico  del  gruppo liberaldemocratico. 
Sulle  alchimie politiche europee non ci pronunciamo. Resta però un fatto: i Verdi rappresentano  una   forza  politica che si fonda sul culto  dei divieti e dei controlli. Il liberalismo dei Verdi  si limita alla difesa delle libertà di genere e di orientamento sessuale. Su tutto il resto, perfino sull’emigrazione,   grava  una ipoteca statalista che scorge  nella libertà di mercato il nemico principale. Per dirla brutalmente, l’ambientalismo, che pure sembra essere in cima ai pensieri dei Verdi, non è altro che la continuazione del socialismo con altri mezzi (*).
Per metterla sul sociologico, siamo  davanti a una forma di costruttivismo politico che si pone niente di meno che la “Salvezza del Pianeta”…  Di regola però,   un governo  diviene tanto più tirannico quanto più gli scopi che si propone assumono valore assoluto. Perché, in nome della salvezza collettiva,  si pensi al caso delle guerre, il governo, anche se democraticamente costituito, inevitabilmente finisce per accentrare  tutti i   poteri.



Ciò significa che  la drammatizzazione della politica, come creazione o sfruttamento di situazioni emergenziali,  fa male alla democrazia.   Figurarsi,  il male  che può  provenire  dai  Verdi che della drammatizzazione ambientale hanno fatto ragion politica.
Il punto non è  se esista o meno scientificamente la questione ambientale ( o comunque non solo),  ma l’approccio cognitivo dei Verdi che è di natura costruttivista.  Non si vuole forse costruire un Pianeta  diverso come  i marxisti, altrettanto costruttivisti, pretendevano di edificare il  socialismo planetario?   Un approccio che ha tristemente distinto anche fascismo e nazismo  che si proponevano di costruire società fondate sulla purezza della  razza come risposta  al presunto  degrado umano, provocato  dal meticciato. Temi ai quali i populisti, "difensori dei confini della patria" sembrano oggi  essere molto sensibili. Anch'essi, inoltre, come i  Verdi,  parlano di degrado ambientale planetario... Un catastrofismo  le cui basi scientifiche sembrano essere,  quanto a rigore,  le stesse del marxismo e delle teorie razziali di un secolo fa che pontificavano rispettivamente  sulla fine del capitalismo e sulla difesa della razza bianca. Ad esempio, il termine “negazionismo” ripreso dagli ambientalisti  e scagliato contro  gli scienziati perplessi, la dice lunga, per ricaduta,   sulla natura politica delle battaglie dei Verdi, costretti a ricorrere a un  linguaggio evocativo. Che,  se decontestualizzato,  appartiene  alla  retorica dell'intransigenza piuttosto che al linguaggio scientifico.                 


Ma ripetiamo il punto non è la natura scientifica della questione ambientale in sé,  ma l’approccio cognitivo dei Verdi  che rivela profonde implicazioni totalitarie.  Quindi c’è poco di che essere allegri.  Di male in peggio…   
Qualche lettore, soprattutto tra i  più emotivi, si chiederà allora quale sia la nostra ricetta per l’ambiente.  Non ne abbiamo.  E non ne possiamo avere. Non siamo tuttologi. Però, da studiosi di sociologia non  possiamo non  sottolineare le pericolose conseguenze del costruttivismo politico e  sociale.
Alle persone andrebbe spiegato che ogni provvedimento di natura ambientalista  implica una diminuzione di libertà. Il che non è facile da spiegare razionalmente,  perché sui temi dove predomina l’emotività collettiva, frutto di minacce, reali o meno, la gente comune tende irrazionalmente a privilegiare la sopravvivenza all’esercizio della libertà.
Tuttavia, il sociologo non può non osservare, che  quanto più si accentua, sull'onda lunga della paura, la legislazione in materia, tanto più la sfera di libertà individuale si riduce.  Proprio come accade nelle guerre, soprattutto quelle moderne, totali,  quando  vincitori e  vinti si ritrovano più poveri  e meno liberi di prima… E le conseguenze di una “guerra”  ambientalista, anch’essa totale,  rischiano di essere le stesse.  
     

Carlo Gambescia


(*) A riprova di ciò  si dia  un’occhiata all’European Greens Manifesto recepito anche da Verdi italiani:  https://www.europaverde.it/e-il-momento-di-rinnovare-la-promessa-delleuropa/