venerdì 22 aprile 2016

La solitudine  del  lettore moderato e liberale  davanti all’edicola (e al Pc)
Quale quotidiano leggere?     


Oggi “Il Tempo” apre con il titolo “Boia chi molla”, vecchio slogan del neofascismo reggino, duro e puro.  Non è una provocazione, o almeno non solo,  perché  alla forma ironica  risponde la sostanza fascista: ogni giorno sulle pagine della testata romana un tempo liberale è  un viavai di argomentazioni (si fare per dire) all’insegna di un  razzifascismo ammodernato,  quindi  non più contro gli ebrei ma contro gli immigrati.  Oddio,  non è che  “Libero” e “il Giornale” se la passino meglio…  Ad esempio, questa mattina, sembra che il principale problema degli italiani sia quello  della legittima difesa…  Insomma dagli Usa,  Chiocci, Sallusti e Belpietro  non  importano le cose buone come lo spirito imprenditoriale e le grandi capacità lavorative, ma solo le cattive, KKK e pistole facili. Evvai con  il razzifascismo armato!   
Ad eccezione de “Il Foglio”, ora però  sbilanciato su Renzi (ultima infatuazione di Ferrara), lo spettacolo offerto dalla stampa  che aspira a rappresentare la pubblica opinione di destra, conservatrice, moderata, liberale, è veramente pietoso: razzismo, scandalismo, statalismo, qualunquismo. E, cosa ancora più grave, si registra l’ assenza di una linea economica precisa e  in particolare  di difesa del libero mercato. Si potrebbe parlare di schizofrenia politica acuta, dal momento che in economia l’atteggiamento muta in  base a quello assunto dal Governo Renzi. Tradotto: non importa ciò che si scrive, importa solo che ogni volta  si propugni  l’esatto contrario di ciò che sostiene il Governo.
Si dirà chissene,  ci sono  i grandi quotidiani:   “Corriere della Sera”, “ La Stampa”, “ La Repubblica”.  Certo, ma che cosa hanno di  destra e di liberale? Nulla (salvo qualche isolato collaboratore). Sono socialdemocratici.  Come lo stesso  “Sole 24 Ore”, quotidiano confindustriale impregnato di spirito  keynesiano. Borghesia traditrice. Forse.   
Quanto alla cultura,  su  grandi e  piccoli giornali,  a  destra come a  sinistra,   prevale il modello unico “cultura & spettacoli”: gossip, nichilismo, passera. Naturalmente, il giornalismo di destra si è adeguato mettendoci del proprio: qualunquismo, razzismo e (come  nel caso de “Il Tempo”)  una bella manciata  di fascismo.  Il tutto a volume altissimo. Che poi a pensarci bene,  è il modello “urlo dunque esisto”  dei social network.  In qualche misura la stampa di destra  si è "facebookizzata",   forse più di quella spostata a sinistra.
Allora, cosa fare davanti all’edicola (e al Pc)?  Comprare  “Il Foglio”. Certo.  Che però, sorvolando sulla renzite acuta,  resta un secondo giornale: roba da “intellettuali”, da clubino, roba da piacioni, come garba  a Ferrara.  
Concludendo, manca a destra,  un primo giornale capace di  informare senza cadere nella  volgarità,  nel  razzismo, nel  qualunquismo, peggio ancora se in salsa seppiata fascista.  Occorre un  quotidiano serio,  equilibrato, liberale, che sicuramente troverebbe il suo pubblico.  Un giornale-giornale  come lo  erano negli anni Settanta del secolo scorso “Il Tempo" di Angiolillo e  “il Giornale” di Montanelli. E che ora non ci  sono più.               
Carlo Gambescia       

                

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