mercoledì 25 agosto 2010

Heidegger, Mancuso e Berlusconi


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Se Martin Heidegger fosse al posto di Vito Mancuso continuerebbe a pubblicare con Mondadori? Probabilmente sì. Un filosofo passato attraverso le inquietanti adunate hitleriane come potrebbe curarsi delle tempeste (fiscali) in un bicchier d’acqua che agitano lo stagno italiano?
Diciamo questo per ragioni di senso storico. E di misura. Dando per scontata la distanza siderale tra Heidegger che dava del tu a Edmund Husserl e Vito Mancuso che pasteggia con Corrado Augias. Ma così è. Ognuno ha l’Hitler che si merita: Heidegger quello targato Braunau am Inn, Mancuso Milano.
A dire il vero qualche somiglianza c’è. Heidegger all’inizio aderì, Mancuso pure, non al Blut-und-Boten ma al marchio Mondadori: cinque libri cinque (se ricordiamo bene) tra il 2002 e il 2009… Al sesto, I Segreti del vaticano (di prossima uscita), il teologo dell'anima ha scoperto l’inclinazione del Cavaliere per le leggi “ad personam”… E che pecunia olet… Di qui il suo furore “etico e civile” a stretto lancio d'agenzia. Quello che “fa tanto Magris”… E che ha subito trovato la solidarietà pelosa del Gruppo Editoriale L’Espresso… Del resto Mancuso è collaboratore di “Repubblica”: classico caso di cuore a sinistra (anche pagato benino) e portafogli a destra (Mondadori).
E poi che rischia il nostro teologo-glamour ? Nulla. Heidegger è tuttora sulla graticola per aver condiviso nel 1933 la causa di un austriaco naturalizzato tedesco. Mentre nel 2o10 dare addosso a un milanese naturalizzato Arcore è sport nazionale. Al massimo Mancuso, se ha ville a Montecarlo, può finire sotto il tiro di Feltri e Belpietro. Due patetici bandoleri che sparano pallottole di gomma... e sgonfiabili, perché, tempo una quindicina giorni, fanno psss…
Quindi professore stia tranquillo. Risolva pure con calma i suoi dubbi "etici e civili"… La teologia può attendere. E i lanci d'agenzia? Pure. 
Carlo Gambescia

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