giovedì 9 aprile 2009

La rivista della settimana: “Incursioni" , Semestrale di cultura politica”, Anno IV, n. 4, Marzo 2009, Centro Studi Meridie.

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Una buona notizia per tutti gli appassionati di metapolitica: “Incursioni”, ottimo semestrale pubblicato dal Centro Studi Meridie, è giunto al suo quarto anno di vita.
La rivista è diretta da Giovanni Nicois (direttore responsabile) e Fabio Pagano (direttore editoriale), giovane studioso di filosofia politica. Caporedattore ne è Danilo Massa. Il comitato di redazione è composto da Ernesto Rao Limata, Francesco Fabio, Giustiniano Matteucig, Simone Olla, Fabio Lucidi Balestrieri, Giangiacomo Vale, Gianluca Capone. Ogni fascicolo, circa cento pagine, si sviluppa intorno a un focus, seguono rubriche varie (colloqui, temi, letture, profili, eccetera).
Il tema centrale del fascicolo appena uscito (n. 4, Marzo 2009, pp. 128) è il “crepuscolo della massa”. Ed è prececeduto da un’interessante messa a punto di Fabio Pagano (Ribellarsi alla massa, pp. 5-7). Seguono i saggi di Giulio Maria Chiodi (Massa. Dall’inquadramento ideologico al governo burocratico, pp. 5-19), Claudio Bonvecchio (Società di massa, verità ed eroismo, pp. 31-39), Alain de Benoist (Tipi e figure nell’opera di Ernst Jünger (pp. 41-52), Danilo Massa (La cultura che ammassa i popoli, pp. 53-60).
I diversi apporti confluiscono nell’alveo di una comune critica alla società di massa. Che si avvale delle cannoneggianti idee di Nietzsche, Ortega, Jünger, solo per citare gli autori più citati nel fascicolo. E che sfocia, sul piano sociologico, nella rivalutazione di una sorta di individualismo eroico.
Resta però un punto critico (che forse andava approfondito meglio): Come conciliare individuo (eroico) e comunità (tutta da ricostruire)? Sulla forza primordiale e avvolgente delle gerarchie naturali? Sulla mimesi sociale? Sul convincimento razionale? Tanto per suggerire tre possibilità, spesso poco conciliabili (come le ultime due...). Ovviamente, la nostra non è una critica, ma solo un invito a fare sempre meglio. Visto che le basi intellettuali ci sono.
La rubrica “Approfondimenti” offre un eccellente articolo di Francesco Petrillo (Carl Schmitt: La sfortuna del giurista, pp. 63-77). Che parte dalla raccolta curata da Giorgio Agamben (Carl Schmitt. Un giurista davanti a se stesso. Saggi e interviste, Neri Pozza editore, Vicenza 2005), per ribadire quella che, probabilmente, è la lezione più viva del pensiero schmittiano: gli intellettuali, a cominciare dai giuristi, se ci si passa l’espressione, devono sporcarsi le mani con la storia, salvo poi essere liberi di pentirsi... Di qui però la loro sfortuna.
Anche perché - e questa è una nostra osservazione - il "lavoro intellettuale" non è non solo una "professione" ma anche un dono alla comunità. Dono che può essere al tempo stesso dono-salvezza o dono-veleno. Dal momento che il "controdono" dipende soprattutto dalle circostanze storiche e dalla generosità, di regola, dei vincitori. Quasi inesistente nel caso di Carl Schmitt.
Notevole, sempre nella stessa rubrica, l’articolo a quattro mani di Giustiniano Matteucig e Antonio Ragozzino (L’ingegneria genetica ed il vaso di Pandora, pp. 79-91. Come del resto i brillanti approfondimenti di Claudio Ughetto (Nessuna frattura. L’arte del romanzo e gli equivoci dell’impegno, pp. 93-99) e Simone Olla, Peter Høeg, La donna e la scimmia, pp. 100-101).
Il fascicolo si chiude con una ricca rubrica di recensioni (pp. 104-123) a cura di Ernesto Rao Limata ( Giulio Tremonti, La paura e la speranza); Mattia Panema (Paolo Bellini, Cyberfilosofia del potere); Danilo Massa (Paolo Arpaia, Per una sinistra reazionaria); Francesco Fabio (James Surowiecki, La saggezza della folla); Fabio Lucidi Balestrieri (Steven Gorelik, Piccolo è bello, grande è sovvenzionato).
Molto curato, infine, l’apparato iconografico. Impreziosito dai “pennelli” di James Ensor, Edvard Munch, Giorgio De Chirico, Otto Griebel, Maurits C. Escher, Paul Klee. Le cui opere riproposte, tutte particolarmente significative nell’indicare dubbi, paure, insicurezze, sogni e incubi dell’uomo-massa, sono in perfetta sintonia con i contributi pubblicati. A partire dall’ immagine di copertina (Tribute to James Ensor, di Tony R. Stanley e Nikolaus Baumgarten), così stringente sul piano di un’ arte capace di spiegare icasticamente la società di massa assai meglio di tanta psico-sociologia da salotto televisivo
E anche questo è un altro pregio, non piccolo, di “Incursioni”.

Carlo Gambescia 

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