sabato 14 gennaio 2012

Costa Concordia
L’Italia degli Agrumi



Non sappiamo ancora perché la  Costa Concordia si sia incagliata al Giglio. Sappiamo solo che nell’Italia che, ufficialmente,  deve stringere la cinghia,  in  tremila  erano in crociera, al prezzo medio di settecento euro cadauno per otto giorni (http://www.logitravel.it/crociere/costa-crociere-2408679.html ).  Per carità,  niente di che.  E infatti i crocieristi a buon mercato (o quasi), invece di sentire  il profumo degli agrumi,  sono (quasi) andati a fondo. E ci dispiace.  
Tuttavia,   settecento euro al mese  è ciò  che guadagna un giovane commesso a tempo indeterminato, magari pure laureato…  Oppure quel che riceve  qualche pensionato monoreddito, al limite della soglia di povertà… O peggio il cassaintegrato, prossimo al licenziamento.
Cosa dire?  Che quella nave,  pericolosamente incagliata,  è la perfetta  metafora dell’Italia di oggi.   Dove si liberalizza  cominciando dai tassisti e dalle farmacie!  Dove i mercati votano, però... Dove il Presidente della Repubblica fa politica, ma nessuno lo può dire…   Dove ci si diverte, ma nessuno lo deve sapere…  Perché,  ufficialmente, gli italiani non  arriva alla fine del mese…  E i crocieristi?  Sono gli stessi  in fila davanti  alla mensa Caritas?       
Che malinconia l’ Italia agrodolce, che sotto l’apparenza dimessa, lascia trasparire rancore  e voglia di fare i propri comodi…

Si strepita  contro la  casta…  e poi si va in crociera… Mah! Forse  l’Italia degli agrumi merita veramente di andare fondo. E dopo però? 

Carlo Gambescia

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