La
retroattività non è nazionalpopolare
di Carlo Gambescia
Talvolta
quando si parla di valori patriottici, nel senso di pensare al bene comune di tutti gli italiani (c'è chi parla addirittura di valori nazionalpopolari...), gli interlocutori, non pochi per la verità, storcono il naso o fanno spallucce come si trattasse di roba vecchia: patria, nazione, popolo, valori fuori moda.
E invece non è così.
Si
prenda il caso degli ultimi
provvedimenti varati ieri l’altro
dal Governo e contestati
dall’Opposizione. Si dice: Berlusconi ha cambiato idea più volte, fino a ridurre il valore delle misure prese a poca roba. Vero. Ma allora l’Opposizione? Bersani, ad esempio, nelle sue controproposte non ha inserito una misura una sul lavoro e sul contenimento della flessibilità… Insomma,
come si dice dalle nostre parti: ammazza
ammazza, è tutta una razza…
Detto
altrimenti: Maggioranza e Opposizione,
invece di fare gli interessi degli italiani (di tutti gli italiani) si preoccupano di accontentare gli alleati di Governo, le
varie correnti e il proprio elettorato,
facendo e rifacendo i conti della serva.
Vabbè,
ma
che c’entrano - penserà qualche lettore
- gli interessi con i valori nazionalpopolari?
Un attimo di pazienza… Facciamo subito un esempio.
Un attimo di pazienza… Facciamo subito un esempio.
Infatti, nei due casi l’idea condivisa da Destra e Sinistra
resta la stessa: che le leggi sono un optional… Ovviamente così si distrugge la residua fiducia del cittadino italiano nei riguardi dello
Stato.
Si
dirà: chi trafuga capitali all’estero prova di non avere alcuna fiducia nelle istituzioni. Esatto.
Ma che dire di chi ha rischiato,
perché fiducioso nelle leggi, di veder
sparire all’improvviso i denari versati
per riscattare anni di studio?
Insomma,
qui sono in gioco valori molto più
importanti di quelli legati a qualsiasi presunta lotta di classe, valori, tra
l’altro, invocati dall’Opposizione solo quando
conviene.
Il
punto è che l’Italia è cambiata: non è
più quella raffigurata nel celebre dipinto di Giuseppe Pellizza da Volpedo. In una società come la nostra, nonostante tutto a benessere diffuso e di ceti medi, si
deve governare, a Destra come a Sinistra, puntando sulla costante creazione e conservazione di un clima di fiducia nella certezza delle
leggi. Ovviamente, l’evasione fiscale va
combattuta, ma in modo leale. Di conseguenza la furbesca retroattività delle misure per pareggiare i
conti pubblici non giova a nessuno: né
allo Stato, né cittadini. E, in fondo,
neppure ai mercati.
Ora,
per venire finalmente al punto, cosa c’è di più nazionalpopolare della fiducia
nelle istituzioni e nelle leggi?
Carlo Gambescia
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