Il Papa al Bundestag
Giustizia o Protezione?
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Da secoli i pensatori della politica, da Platone in poi, si accapigliano sul
ruolo dell’uomo politico. E poi arriva, se ci si perdona la caduta di stile, tomo
tomo chiatto chiatto, Papa Benedetto XVI… Che nel suo discorso al Bundestag ha
ricordato che «servire il diritto e combattere il dominio dell’ingiustizia è e
rimane il compito fondamentale del politico».
Molto nobile. Tuttavia, Pareto, che a dire il vero non frequentava le
sacrestie, se tornasse tra noi risponderebbe così: «Certo, ma quale giustizia?
Visto che ogni partito, di regola, difende la “sua” idea di giustizia?» Per
fare un esempio storico eclatante: anche Lenin & Company volevano perseguire
la più alta giustizia sociale. Per poi finire come tutti sappiamo…
Si dirà, quella di Benedetto XVI, è un’ idea regolativa: un principio, molto
alto, cui ogni politico deve tendere, altrimenti - e citiamo dal Papa, a sua
volta debitore di Agostino - se «togli il diritto, allora che cosa distingue lo
Stato da una grossa banda di briganti?» Però, anche qui, Pareto non sarebbe
d’accordo. Perché, come ci ha insegnato, anche i criminali non possono non
seguire alcune «regole di giustizia» nella spartizione del bottino, pena la
dissoluzione immediata della banda.
Sociologicamente parlando, la giustizia, comunque declinata, è nel
gruppo sociale un fattore di coesione culturale. Ma non è il solo, dal momento
che l'esistenza materiale di ogni gruppo è determinata da quattro fattori:
militare, economico, demografico, geografico. Fattori che, ovviamente,
interagiscono con la cultura. Ma in assenza dei quali, resta veramente
difficile prevedere, o solo scorgere, qualsiasi prospettiva di sviluppo
culturale all'interno di un gruppo sociale. Diciamo allora, e con il massimo
rispetto verso il Papa, che l’uomo politico deve avere un solo scopo: quello di
proteggere, materialmente, la comunità che rappresenta, nel senso di difendere
in primis la vita di coloro che la compongono. Di riflesso, la protezione non
può non fare a pugni con la giustizia, soprattutto con quella esterna: tra
comunità differenti. Ad esempio, per alcuni, cattolici-progressisti in testa, è
giusto accogliere gli stranieri. Il che è nobile, e per certi aspetti
condivisibile. Ma fino a quale “soglia”? Ecco il punto. Si pensi al microcosmo
Lampedusa e ai gravi incidenti di questi giorni. La decisione di procedere al
rapido rimpatrio degli immigrati clandestini in sovrannumero poteva essere
differita ulteriormente? No. Si è trattato, insomma, di un provvedimento
protettivo, per quanto in ritardo, nei riguardi degli isolani.
Ovviamente, una comunità, dove al suo interno regni l’ingiustizia sociale, va
protetta da coloro che eventualmente ne abusino. Ad esempio, la lotta
all’evasione fiscale è un ottimo esempio di come proteggere la comunità che
paga le tasse da coloro che invece le evadono. E di fare al tempo stesso
giustizia.
Concludendo, controllare i flussi migratori e far pagare le tasse a tutti sono
due esempi dei compiti protettivi che ogni politico è chiamato ad assolvere.
Inoltre, il fatto che protezione e giustizia talvolta possano combaciare va
considerato un valore aggiunto. Certo, importante. Però, prima di tutto, e con
buona pace di Sua Santità, viene la protezione della comunità.
Carlo Gambescia
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