venerdì 17 giugno 2016

Morta Jo Cox,  deputata laburista pugnalata al grido di “Britain First”
Il nazionalismo 
è vivo e lotta insieme  a noi




L’assassinio della deputata britannica contraria alla Brexit  e in qualche misura  i  durissimi scontri fra tifosi in Francia, sono un altro segno che il nazionalismo è vivo e lotta insieme a noi.  Perché?
Gli europei,  purtroppo,  non sembrano aver capito la lezione del Novecento, eccellentemente ricondotta  da Nolte  nell'ambito  storico  di una disastrosa  “guerra civile europea”: milioni di morti, causati da due conflitti di cui ancora si ignorano le vere ragioni politiche, se non quelle dell’odiosa prevaricazione, in nome di ideologie nazionaliste e/o socialiste.  E ciò che è più grave è il fatto che non si comprenda tuttora, per ricorrere a  un principio banale,  che l’unione fa la forza e che, ad esempio, il nemico jihadista  può essere combattuto e vinto solo  da un’Europa (e un Occidente) militarmente e politicamente coesa.  E lo stesso principio si può estendere alle misure anti-congiunturali  e alle politiche  migratorie.
Non  vorremmo però che le nostre critiche venissero confuse con quelle di certo umanitarismo psicologistico, buonista,  per dirla in termini giornalistici,  che non capisce, anzi non vuole capire,  come  il populismo, di cui tanto si parla oggi ( che in realtà non è che un combinato disposto di socialismo e nazionalismo), sia  in certa misura il portato delle  rivoluzioni liberal-nazionali che hanno distinto l’Ottocento europeo,  reinventando -  per alcuni addirittura inventando -  l’idea di nazione.  E che quindi questa idea sia una forza profonda ( e non  una patologia psichiatrica) dai  natali culturalmente nobili. Si pensi solo al nostro Risorgimento nazionale.      
Ora, la storia degli ultimi due secoli, prova che  fino a quando l’idea di nazione si è mantenuta all’interno di ciò che può essere definito l’apparato concettuale e istituzionale  del liberalismo (democrazia rappresentativa, stato di diritto, libertà di espressione e di iniziativa economica), altra invenzione ottocentesca coeva (ma grande invenzione…),  è rimasta  nell’ambito fisiologico del patriottismo.  Ma come l’idea di patria è fuoriuscita dal liberalismo, si è trasformata in nazionalismo, patologia politica, soprattutto quando contaminato dal socialismo nel sue varie forme, dalle più democratiche fino a quelle totalitarie.  Il punto di discrimine  - di passaggio  dall’uno all’altro -    per l’Italia può essere rappresentato dal conflitto politico-culturale tra Neutralismo e Interventismo ( e all’interno dell’Interventismo,  dallo scontro post-bellico tra  democratici e nazional-fascisti).  
Pertanto,  forze profonde -  come l’idea (collettiva) di patria - non possono essere liquidate tout court come forme psicotiche.  La storia degli ultimi due secoli non si può cancellare a colpi di spugna psichiatrici.  
Servono però correttivi. Perché è altrettanto inevitabile  che,  un’ Europa politica,  burocratizzata, socialista, umanitarista e codarda, provochi  contraccolpi nazionalisti.  Insomma,  socialismo e nazionalismo, anche in termini conflittuali, sembrano andare sempre insieme, di conserva si sarebbe detto un tempo.
In fondo, il processo sociologico è semplice (da spiegare);  più burocrazia, più centralismo a livello europeo,  per reazione più nazionalismo, più assistenzialismo, più  socialismo "decentralizzato" in basso tra le nazioni recalcitranti; in definitiva,  seppure secondo tempi diversi, più autoritarismo per tutti.  Se ci si passa la caduta di stile,  si rischia di cadere dalla padella  nella brace. Detto altrimenti, si tratta di un mix esplosivo, dai pericolosi risvolti, neppure tanto nascosti, totalitari.  E qui si pensi alla truculenta retorica populista.
Come “ingabbiare” il nazionalismo e ricondurlo nell’alveo protetto del patriottismo? Al malato, per così dire, si dovrebbero prescrivere  dosi massicce di liberalismo.  Ma come? Se nella patria stessa della rivoluzione liberale l’odio nazionalista sembra dilagare, come prova il feroce assassinio di ieri?
Carlo Gambescia    


                                                                

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