venerdì 13 maggio 2016

Unioni civili
Renzi a "Porta a Porta" o "Porta Pia"?


“Ho giurato sulla Costituzione non sul Vangelo”. Così Renzi a “Porta Pia”, pardon “Porta a Porta”. Il mio  lapsus però ha una spiegazione. Una cosa del genere, in Italia, forse non si sentiva dalla famosa Breccia di  Porta Pia, che, al suono della fanfara dei bersaglieri, mise  fine al potere temporale del Papa, taratà-tatà, taratà-tatà.
Scherzo. Ma fino a un certo punto. Il  Liberalismo dell'Ottocento più che laico, fu anticlericale, probabilmente per necessità: il pericolo nero.  Per contro,  Fascismo e Democrazia Cristiana, clericalizzarono l’Italia, sempre per necessità: il pericolo rosso.
Oggi che neri e rossi, sono finiti in soffitta ( almeno così pare), un Presidente del Consiglio, giovane e decisionista,  ricorda a tutti gli italiani che la scelta religiosa, se si vuole restare all’interno di un quadro liberal-democratico, non può non essere un fatto privato, di coscienza.  Perciò un politico non può giurare sul Vangelo.  C’è, piaccia o meno, solo la Costituzione.  Se poi si  sogna  la società teocratica, ci si colloca direttamente fuori dalla società moderna. Altro giro, altra musica. Sacra. 
Si dirà,  tra l’altro l’ho sostenuto anch’io,   Renzi predica bene ma razzola male:  sulle unioni civili  l’ “usurpatore toscano”, come lo chiamano  i nemici,  ha posto  la fiducia conculcando in nome  dell’unità di partito la libertà di coscienza. Giusto.  Secondo i dieci comandamenti liberali, avrebbe sbagliato. Però da liberale triste,  realista,  pragmatico, sono con Renzi.  Che doveva fare?   Meglio poco - che poi non è poco -  che nulla.   Pertanto,  viva  l’Italia,  viva Renzi, viva la Repubblica. Laica.

 Carlo Gambescia                    

4 commenti:

  1. Schizofrenico chi si dice cattolico o musulmano (oltre il venditore di tappeti toscano c'è anche un tizio nel Pd, quello con la faccia da pirla, che ha votato a favore della Cirinnà ed è stato cazziato dalla comunità islamica) e poi fa sue le scelte cosiddette liberali, in realtà antitradizionali e, quindi, contro le religioni storiche. Ormai, grazie a Bergoglio, papa bis, tutto è relativizzato, dissacrato ridotto, nella Chiesa, per cui un premier non eletto (è un fatto) può dire di giurare sulla Costituzione (quel brogliaccio simil massonico mixato da socialismo reale) ma non sul Vangelo. L'Italia è laica, dicono. Mah, caro Carlo, l'Italia non è mai stata così, condizionata da sempre da Chiesa, massoneria, democristianesimo, socialcomunismo. Tutte chiese, in fondo. I partiti sono gerarchicamente organizzati, seguono dottrine e ideologie ben caratterizzate, segretari e correnti, come papi e fazioni, conservatori e progressisti. Chiese, a cui obbedire. Renzi obbedisce in ginocchio ai dettami del sacro tempio di Berlino. E' ridicola la sua vanagloria, quell'atteggiamento da bulletto che tanto mi ricorda Giggi er bullo, interpretato da Alvaro Vitali. Vorrebbe far credere di essere il dominus, ma di che, di cosa? Vorrebbe far credere di fare avanzare il Paese verso le magnifiche sorti e progressive, invece compie ciò che è stato stabilito altrove. Il programma UNESCO è la sua Bibbia. Ma ci faccia il piacere.

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  2. Caro Angelo, io capisco la tua posizione, soprattutto sul piano culturale, e la rispetto. Ti dirò, pur non conoscendoti personalmente, mi stai pure simpatico. Inoltre, ti leggo volentieri, perché i tuoi commenti sono sempre scoppiettanti. Che rispondere? Dal punto di vista del Kali Yuga, puoi avere tutte le ragioni del mondo, ma del Kali Fuga, come fuga dal reale, dalla realtà di un'Italia, che per ora è l'unica possibile, non saprei. Renzi è quel che è, ma al momento non vedo alternative concrete. Sono uno sporco moderato, borghese, liberale triste, cattolico ma laico in politica (non laicista, né peggio ancora anticlericale...)? Sì. Nessuno perfetto.

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    1. Carissimo Carlo, ti definisci uno sporco moderato, borghese, liberale triste e pure cattolico, beh, ci metto la firma per una Italia composta da persone come te, che ricoprano funzioni pubbliche, ma anche solo sociali. Ammetto di conoscere pochissimi intellettuali col tuo buon senso, equilibrio, capacità di analizzare la realtà. Non sono, i miei, complimenti, di solito non li faccio, constato e da ciò che scrivi emerge una lucidità da far invidia a Cartesio. Te lo meriti.
      In quanto a me, mi sento e senza retorica, uno sconfitto dalla storia, e seppur in buona compagnia, poco mi esalta. Sul piano orizzontale, mi accontenterei di una compagine politica di riferimento che rivendichi un'idea forte di politica, che vada in controtendenza rispetto alla vulgata disimpegnata, liquida, incolore del pragmatismo senza identità. Un movimento che abbia una visione a lungo raggio, di prospettiva epocale, che nasca da alcuni, essenziali valori condivisi: la centralità della Nazione, il senso dello Stato, il richiamo al popolo sovrano, il diritto alla Vita, il ruolo fondamentale della famiglia tradizionale, il merito, la partecipazione sociale, la sussidiarietà. Insomma la gettata, il cemento spirituale, per le fondamenta. Poi però la casa va tirata su. Esiste un partito che si faccia carico di tali istanze? Non credo. Il partito dei cattolici non c'è più, grazie a Dio, tuttavia il PdL ha malamente perso la sfida per colpe sia del leader che della sua "classe" dirigente. Nessuno che incarni una posizione conservatrice in Italia. Forse è la nemesi dopo un secolo, il XX°, troppo lungo e troppo ideologizzato.
      Che io sia su posizioni extra, diciamo perennialiste, addirittura teocratiche, è palese, ma non sono del tutto svalvolato per non capire che nell'Età del Ferro, diventano improponibili certe forme politiche. Bisogna ridurre il livello di illuminazione, ma intensificarlo attraverso la costruzione di una cittadella munita di mura solide in mezzo al caos. Mantenere la posizione, echeggiando il segnale in modo che altri possano riceverlo. Utopista reazionario? Meglio che morire da democristiani o renzisti.

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  3. Grazie Angelo, innanzitutto per il tempo che mi hai dedicato. No, non esiste un partito così. Esistono però gruppi culturali, penso agli amici del "Corriere Metapolitico", che possono, come tu giustamente sottolinei, "echeggiare il segnale", e con quell'equilibrio che piace a me. Il che è un bene. Tuttavia, nel "vuoto politico" esistente (cosa sulla quale tu sei d'accordo), pur non pensando di morire renziano :-), seguo senza critiche preconcette, da liberale triste, la "parabola" (fai attenzione al termine...) di Renzi. Tutto qui.
    Per contro, ciò che potrebbe essere culturalmente interessante (un capitolo di sociologia della conoscenza) non è quel che ci divide, ma ciò che unisce un liberale triste (come me) e un "utopista reazionario" (come te). Probabilmente la visione aristocratica del sociale e più in generale certo pessimismo di fondo sul comportamento sociale degli esseri umani. Diciamo che sul punto, tu rinvii alla Genesi (la "Cacciata" eccetera) mentre io la filtro attraverso la lettura di Machiavelli :-) Sicché ci incontriamo a metà strada. Ma quale strada? La mia è tutta nell' al di qua, la tua conduce all'al di là... Il che spiega il mio minimalismo politico, ma anche il tuo massimalismo utopista. In cuor mio però penso che potresti aver ragione. Ma nell'al di là... E la scienza politica ( e sociologica) - cito Mosca - si occupa e spiega ciò che non può accadere, mai accadere nell'al di qua. Come vedi sto preparando pezze d'appoggio per difendermi davanti a San Pietro & Co... Un abbraccio!

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