giovedì 8 ottobre 2015

Medio Oriente/ Obama, Putin e Assad
Il vuoto non esiste in politica



La politica, a maggior ragione quella internazionale, non ammette vuoto di potere, soprattutto quando le decisioni hanno a che fare con la guerra e la pace.  Non si può cincischiare: la politica dell’equilibrio, che consiste nel bilanciare l’impotenza degli altri, puntando sulla propria potenza,  funziona, quando gli altri attori sanno perfettamente, che l’attore predominante ( o gli attori predominanti)  è disposto, in caso di crisi, a giocare il tutto per tutto, quindi a fare la guerra.  Oppure, può essere favorito - l’equilibrio -  dal reciproco possesso - parliamo sempre degli attori predominanti -  di armi  letali: in quest’ultimo caso si può parlare di equilibrio del terrore.
Ora,  Obama,  nella politica medio-orientale, ha sbagliato tutto: astraendo dalle chiacchiere buoniste che lasciano il tempo che trovano,  alterna diplomazia (all’insegna del divide et impera) e  minacce  che non spaventano nessuno dei contendenti (come nel caso del passo indietro sulla guerra ad Assad, annunciata  e mai intrapresa...). Perciò, altro che politica dell'equilibrio...  Di qui, però, un vuoto di potere, ben rappresentato anche dalla sua svogliata guerra aerea all’Isis.  Il che spiega l’intervento militare russo. Putin non è Napoleone, ma sicuramente in politica non è  un sempliciotto presuntuoso come Obama,  che dello  statista non ha nulla: al massimo Obama potrebbe essere un mediocre  sindaco di Chicago o un mediatizzato governatore delle Hawaii.  Ma questa è un’altra storia.
Putin invece ha notevole  fiuto politico e di conseguenza non si è lasciato sfuggire l’occasione. Che poi egli favorisca Assad  è logico: Putin  combatte lo Stato Islamico, per noi (non solo), ed  è ovvio che voglia qualcosa in cambio.  Gli Stati Uniti, per ora sotto schiaffo ( e quindi spiazzati), dovrebbero, senza perdere la faccia (ma ora è più difficile), recuperare il rapporto con Putin e  affiancare la Russia nell’opera  di distruzione fisica dello Stato Islamico,  anche in Libia.  E dopo, come è giusto, spartirsi  le spoglie.  Guai ai vinti. 

Carlo Gambescia

P.S. In Italia, dove, nonostante tutto il male che se ne dice, il politico medio è molto più sveglio di personaggi mediocri come Obama e Kerry, si è già  capito da quale  parte sta  girando il vento.  E di conseguenza è esplosa  la interventomania, per non perdersi, investendo solo quattro aerei, la futura spartizione delle spoglie.  Questa  storia però l'abbiamo già sentita...                           

    

2 commenti:

  1. Totalmente de acuerdo con el artículo.
    Magnífico.
    Putin es el hombre que utiliza la fuerza como primer recurso.
    http://elunicoparaisoeselfiscal.blogspot.com.es/2014/03/putin-o-la-fuerza-como-primer-recurso.html

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