lunedì 22 giugno 2015

Arma dei Carabinieri (*) 
Nucleo di Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268 C.P.P.)
L'anno 2015, lunedì 6 aprile, in [omissis] presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo Spengler
FATTO
Nel corso dell'attività tecnica di monitoraggio ambientale svolta nell'ambito della procedura riservata n. 642/2, autorizzazione COPASIR 3636/3b [Operazione NATO “SCAMBIAMOCI UN SEGNO DI PACE” N.d.V.] è stata intercettata, in data 21/06/2015, ore 10.23, una conversazione intercorsa tra S.S. SANCHO I, e il R.P. LOMBARDOZZI, addetto stampa Stato Vaticano. Si riporta di seguito la trascrizione integrale della conversazione summenzionata:

[omissis]


S.S. PANCHO I: “Secondo te com’è andata?”
R.P. LOMBARDOZZI: “Un trionfo, Santità”
S.S. PANCHO I: “Non esageriamo.”
R.P. LOMBARDOZZI: “Pura verità, Santo Padre. E’ piaciuta a tutti.”
S.S. PANCHO I: “Ai tradizionalisti mica tanto.”
R.P. LOMBARDOZZI: “A quelli non va mai bene niente.”
S.S. PANCHO I: “Eppure, a volte…[pausa]”
R.P. LOMBARDOZZI: “A volte?”
S.S. PANCHO I: “A volte mi chiedo…Ieri ho incontrato il Papa emerito che passeggiava in giardino, gli ho chiesto che ne pensava dell’enciclica e lui mi ha risposto una cosa che…mah.”
[pausa]
R.P. LOMBARDOZZI: “Che cosa le ha detto, Santità?”
S.S. PANCHO I: “Mi ha detto: ‘Divento vecchio, divento piccolo.’ Poi mi ha fatto quel suo sorrisino da tartaruga, e ha continuato: ‘Come la Chiesa.’ Non l’ho capita, non c’entra niente!”
R.P. LOMBARDOZZI: “Be’, Santo Padre, l’umana fragilità della vecchiaia…il Papa emerito è pur sempre un uomo, e non può andarne esente.”
S.S. PANCHO I: “Sì sì. Però…perché vecchia, perché piccola, la Chiesa? Cosa c’entra? Non ho insistito abbastanza sui migranti, sui poveri, sui giovani? Sulle nuove esigenze, i nuovi tempi? Sul nuovo mondo che ha bisogno di nuova guida? Sulle novità della scienza e della tecnologia? A me sembrava che…”
R.P. LOMBARDOZZI: “Santità! Questi sono scrupoli. L’enciclica è chiarissima in proposito, e tutti l’hanno capito e sottolineato.”
S.S. PANCHO I: “Sarà. Ma poi perché quel sorrisino? Senza ironia, capisci? Come un sorrisino…un sorrisino di pietà, ecco.”


Letto, confermato e sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.
M.o  Osvaldo Spengler

(*) "Trattasi" -   tanto per non cambiare stile,  quello  della  Benemerita...  -   di ricostruzioni che sono  frutto della mia  fantasia di  autore e commediografo.  Qualsiasi riferimento  a fatti o persone  reali  deve ritenersi puramente casuale. (Roberto Buffagni)


Il Maresciallo Osvaldo Spengler, nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio 1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su “Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”

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