Diversamente coraggioso
Ieri
sul "Giornale” è apparso un pezzo di Veneziani dedicato
al Papa. Prima di giudicarlo, rileggiamolo
insieme.
Sua
Santità in interurbana
Da
quando ha cambiato gestore, il Papa prende dappertutto. Ha campo perfino dove
prima non aveva neanche mezza tacca, fra gli atei e i refrattari. L'altro
giorno anche un ragazzo di Padova ha ricevuto una sua telefonata di otto
minuti, Francesco ha scherzato con lui e gli ha detto diamoci del tu. Ormai se
ricevi una telefonata da numero sconosciuto non pensare che sia un operatore in
cerca di piazzare offerte, magari è il Papa. Ti sta squillando - vedi chi è per
favore - non compare il numero - allora sarà Papa Francesco - vedi tu cosa
vuole, comunque diGli che ce l'abbiamo già.
Stalker
divino, il Papa dispone di un abbonamento illimitato, come si addice al Vicario
di Lui. In principio fu twitter, ora aspettiamo le faccine papali. Il Papa fa
bene il suo mestiere. Certo, sconcerta un po' se paragoni il suo stile you and
me al respiro solenne dei secoli, alla maestà dell'Auctoritas papale, al Sacro
che incute rispetto e distanza.
Ma lo
spirito soffia dove vuole, anche in un cellulare. Quel che annoia invece è
l'ammirata e rituale sorpresa dei media. Ogni cosa che fa, anche banale, è un
miracolo: san Francesco parlava agli uccelli, a Francesco invece gli rispondono
perfino i pesci. Miracolo doppio. Grande, apre ai gay e a Balotelli, telefona e
scherza con tutti, magari organizza gavettoni in Vaticano. Bertone ne sa
qualcosa del nonnismo papale... Comunque Francesco ha oscurato Obama (si può
dire o è razzismo?). Ha scalato la top ten dello star system. Che poi cresca
con lui pure la Fede , lo sa solo Dio.
Cosa
dire? Che è assai difficile che la cultura, lugubre e
inteschiata, in cui sguazza Veneziani,
con tanto di ciambella littoria e canotta rigorosamente nera
(siamo in estate...), possa concepire un Santo Padre scherzoso,
dal bel sorriso, aperto e sincero. Di qui,
l’ironia dozzinale - neppure svaticanante futurista ma farinacciana
esse esse, lui capisce... - su Papa Francesco. Salvo
le solite frasi ad effetto, da tradizionalista un tanto al
chilo, sul “respiro solenne dei secoli”,
sulla “maestà dell'Auctoritas papale”, sul “Sacro
che incute rispetto e distanza”. Gli ultimi a ragionare così mandarono a
morire i nostri soldati, male armati e in scarponi cartonati, nella gelida
steppa russa in difesa della civiltà cristiana, liberamente
reinterpretata da Mussolini, mezzo ateo e neppure
devoto. Il Papa userà pure il cellulare, forse troppo, ma
si espone, anche in senso fisico: fendendo senza alcuna paura le
folle. Molti parlano addirittura di temerarietà.
Anche in questo modo Francesco può far
crescere la fede. E tutto ciò - sia chiaro - a prescindere da
quel che possano scrivere i media - alcuni media - sempre pronti
a tramutare tutto in glamour… Certo, il Santo Padre,
può, far crescere la fede: si tratta di una sfida. E perciò
di una pura e semplice possibilità, nella quale si può
credere o meno: scelta che dipende dalla buona fede
personale... Fede nel senso fiduciario e teologale del termine.
A dire
il vero, in Russia, una scappata la fece pure lo svaticanatore
Marinetti. Altri tempi, altri uomini... Invece Veneziani - a
voler essere buoni, anzi buonisti... - può essere definito
un diversamente coraggioso: con la scusa di criticare il
conformismo mediatico, ironizza sul Papa a costo zero, ma al
dunque ha paura persino di fare il saluto romano. Leggere (qui) per
credere: http://carlogambesciametapolitics.blogspot.it/2012/01/marcello-veneziani-e-il-saluto-romano.html .
Carlo Gambescia
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