Le parole e le cose
Islamo-fascismo
Il tema dell’islamo-fascismo richiede alcune
riflessioni sul rapporto tra parole e cose: tra ideologia e realtà.
Semplificando al massimo: accusare di islamo-fascismo i movimenti islamici di
resistenza non ha alcun riscontro con la realtà. Ed è quindi inutile discutere
le tesi di studiosi come Berman o peggio di giornalisti come Allam. Che non
hanno alcun fondamento storico, sociologico, empirico. Parlare di un rapporto
di identità tra il presunto estremismo islamico e i fascismi storici, solo
sulla base di un supposto culto per l’irrazionalità è semplicemente ridicolo. E
non merita alcun commento. Anche perché allora sarebbero fascisti tutti i
movimenti di rinnovamento religioso, e in particolare quelli di derivazione
monoteistica. Dimenticando così che i fascismi storici furono invece
violentemente antireligiosi, in quanto vere e proprie controreligioni secolari.
Ma lasciamo stare.
Quel che invece merita di essere analizzato è il carattere ideologico, se non
proprio mitico (di vero e proprio mito politico, e dunque di rappresentazione
della realtà) racchiuso nel concetto di fascismo. E nel conseguente uso che ne
fanno Bush e in genere alcuni settori intellettuali e politici filoamericani
delle democrazie occidentali.
In primo luogo, dopo il secondo conflitto mondiale, e le sue tragedie accusare
un avversario di essere fascista (o peggio nazista) significa metterlo subito
fuori gioco.
In secondo luogo, l’accusa di fascismo in genere, e ora in particolare (nel
riguardi dei movimenti di resistenza islamica), serve a ricompattare il fronte
occidentalista, in chiave, ovviamente anti-islamica). Si notino i frequenti
riferimenti, non solo in Berman, agli anni Trenta, e alla politica di conciliazione
(e dunque “storicamente” sbagliata) nei riguardi di Hitler e Mussolini. Parlare
di islamo-fascismo significa perciò appellarsi all’immaginario politico e
propagandisco atlantista degli anni delle seconda guerra mondiale. Una miscela
ideologica a dir poco esplosiva: da guerra totale. Capace perfino di favorire
l’uso di armi atomiche
In terzo luogo, e questo ha un valenza in particolare americana, diremmo
liberal (ma recepita molto bene in Europa anche dalla sinistra “libertaria e
radicale” (per intendersi, qui in Italia, da Veltroni alla Bonino), come un
battaglia contro qualsiasi forma di “morale repressiva”… Sarebbero insomma,
fascisti, per fare un esempio banale, sia il padre “all’antica” che intima alla
famiglia di non uscire la sera, oppure un datore di lavoro spregiudicato che
licenzia senza una ragione precisa, o perfino il professore che il lunedì
mattina interroga a scuola studenti assonnati. Invece nel primo caso, quello
del padre, si deve parlare di “patriarcalismo”, nel secondo di “liberismo
selvaggio”, nel terzo di pura e semplice severità, frutto di frustrazioni
personali. Ma non, in tutti e tre i casi, di fascismo. Soprattutto storico.
E’ inutile, ripetiamo, nascondere la pericolosità di questo “immaginario di
guerra” (le parole), che oltre a non rappresentare la realtà (le cose) punta
alla formazione di un fronte comune antifascista-islamico, delle stessa
compattezza di quello contro Hitler, Mussolini e i loro alleati nel 1939-1945.
Un “immaginario di guerra” che non può non provocare reazioni sempre più gravi,
e a tutti livelli, nel mondo islamico.
Il punto, purtroppo, è che non è più sufficiente criticare sotto il profilo
della razionalità le tesi di Bush sul fascismo islamico. Riteniamo che l’idea,
o meglio, il mito del fascismo islamico, stia assumendo forza propria. E che
dunque le parole di Bush si stiano trasformando in cose. Soprattutto perché il
presidente americano, e i suoi alleati, dispongono della necessaria forza
politica, militare, mediatica per trasformarle…
Il che significa che, la situazione è così politicamente e militarmente
pregiudicata, che difficilmente potrà essere ribaltata dalla pura e semplice
costruzione di un contro-mito.
Ma è moralmente giusto rispondere alle “cose” con altre “cose”? Il vero
dilemma, per chi crede nella pace, è tutto qui.
Carlo Gambescia
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