sabato 22 febbraio 2025

Giorgia Meloni e l'aiutino

 


Secondo alcuni osservatori, sulla questione Ucraina, la sinistra dovrebbe facilitare l’avvicinamento di Giorgia Meloni alle posizioni di Macron e Starmer.  E così favorire  il conseguente allontanamento da Trump e dalla destra con propensioni autocratiche, autarchiche, populiste.  Insomma fascistoidi.

Il ragionamento è questo: dal momento che Trump vuole la disgregazione europea ogni attacco non giustificato alla Meloni sarebbe un attacco alla possibilità di far nascere un fronte franco- britannico-italiano (ma in realtà aperto a tutti), di tipo riformista, schierato dalla parte dell’Ucraina, dell’Ue, delle democrazie liberali, finalmente capace di resistere all’onda d’urto trumpista. Di qui la necessità di un aiutino,  nel senso di non attaccare sempre  a spron battuto.

Purtroppo è un dato di fatto che la sinistra, Partito democratico compreso, esageri nelle sue critiche al governo Meloni, soprattutto, quando si illude di combattere il populismo del governo con il populismo dell’opposizione. Anche perché, quando si  mostrano le carte, non si può non osservare che la sinistra, piaccia o meno, si ritrova magicamente allineata a Trump, giudicato, nonostante tutto, un uomo di pace. Non solo: con lo stesso colpo di bacchetta magica, Putin, come accaduto, viene tramutato in vittima dell’ aggressore ucraino.

Non ci stancheremo mai di ripeterlo: il pacifismo è un morbo politico che non perdona. Volere la pace a tutti i costi (pacifismo) è cosa ben diversa dall’accettare realisticamente che talvolta la pace va difesa con la guerra ( pacirealismo).

Di conseguenza, nel caso ucraino, cosa del resto evidente, il pacifismo diventa il potente alleato di una intesa  ancora più pericolosa : quella tra Mosca e Washington, tra Mosca, dove comanda un autocrate, e Washington, dove c’è chi aspira fortemente a diventarlo.

Perciò è vero che la sinistra agisce in modo politicamente irresponsabile. Però, a sua volta, Giorgia Meloni è politicamente matura per favorire la nascita di una destra responsabile? Capace di tenersi alla larga da certa politica paranoide ben rappresentata (purtroppo) da Trump e Putin.

Per dirla in altro modo: La destra meloniana ha regolato i conti con il fascismo? E in particolare, con il fascismo potenziale, diremmo “climatico”, racchiuso nel concetto di tentazione fascista (*)? Una forma mentis e un modus operandi esplosivi, in contrasto con la normalità liberale, che si ritrova pari pari in Trump, Musk e ieri, ultimo ma non ultimo, Bannon. Si badi, non si tratta del saluto a braccio teso, epifenomeno di cui si discute fin troppo.

Di costoro si leggano invece i discorsi e si osservino i comportamenti: sono di una spietatezza e di un’ arroganza assolute.

Facciamo un passo indietro. Il culto e la pratica della violenza sono parte integrante della tentazione fascista. Si guarda alla violenza come a uno dei fini della politica: per far tacere l’avversario, spaventarlo, umiliarlo, o addirittura annichilirlo, togliendolo di mezzo fisicamente.

Per contro, dal punto di vista liberale la violenza non è che un mezzo al quale ricorrere il meno possibile. Il principio della violenza come fine rappresenta l’essenza stessa, perfino spudoratamente teorizzata, del nazifascismo. E la si può teorizzare, come prova la letteratura prefascista, anche in giacca e cravatta. La tentazione fascista, come clima, attinse alle torbide acque del decadentismo politico. Quindi è giusto condannare i saluti romani, ma è ancora più giusto concentrarsi sulla forma mentis o sul modus operandi.

Sotto quest’ultimo profilo il trattamento di Zelenski ricorda quello riservato al povero Benes, umiliato a Monaco nel 1938 da Hitler e Mussolini, che però si dipingevano come “uomini di pace”.

Per capirsi, per spietatezza e arroganza, la spartizione della Cecoslovacchia ricorda la prossima spartizione dell’Ucraina. Allora, non servì a nulla. L’anno successivo la Germania nazista, dopo aver patteggiato con la Russia sovietica, accordo allora presentato, da nazisti e sovietici, come un altro passo verso la pace, invase la Polonia.

Ora Giorgia Meloni è consapevole di questi corsi e ricorsi (per semplificare)? Esiste quella maturità liberale capace di consentire il passaggio da una destra irresponsabile a una destra responsabile? Per dirla altrimenti, dall’odio verso il sistema liberal-democratico all’ apprezzamento della normalità liberale?

Non crediamo. E lo andiamo scrivendo quasi tutti i giorni, da tre anni a questa parte. Quindi non va assolutamente aiutata

Se Giorgia Meloni accetta il metodo liberale – si badi, il metodo, quindi la forma non la sostanza – lo fa per ragioni tattiche, non strategiche. Certo, Giorgia Meloni è molto abile nella dissimulazione, nel vittimismo, nel doppio gioco, però i suoi silenzi sulle menzogne di Trump e Putin su Zelensky sono indicativi che non è affatto immune dal male sottile della tentazione fascista.

Ricapitolando, la sinistra è tuttora, vittima delle sue contraddizioni: parla di pace però finisce per andare a braccetto con Trump e Putin. Corsi ricorsi: perché (allora) morire per Danzica? Perché (oggi) morire per Kiev?

La destra meloniana conferma di essere ancora prigioniera delle sue contraddizioni ( anche qui: corsi e ricorsi): presenta Trump e Putin come uomini di pace, commettendo lo stesso errore di Monaco 1938. Inoltre, si faccia attenzione: per Zelensky i rituali di degradazione finale sono appena iniziati. Ai quali – siamo pronti a scommettere – a breve si unirà anche la insensibile Meloni.

Esageriamo? Si pensi a qualcosa che è ancora peggio di un saluto romano: Giorgia Meloni non si è fatta forse fotografare con Milei e motosega di servizio? La stessa motosega che tanto attrae Musk.

La carica di violenza che racchiude l’idea stessa di motosega per uso politico rinvia direttamente alla violenza populista di certo gretto fascismo borghese a caccia di rendite e non di profitti. Insomma, di guadagni sicuri grazie all’ abuso di posizione (politica) dominante. Si pensi al ricatto di Trump sulle “terre rare” ucraine o alla speculazione di Milei sulla criptovaluta $Libra. Ma quali liberali! Ma quali capitalisti! Leggano Schumpeter. E soprattutto vadano a letto presto dopo aver assunto una pallina di Zigulì.

In realtà la motosega con il liberalismo non ha nulla a che fare.

Come del resto Giorgia Meloni. Di qui l’impossibilità di qualsiasi sua evoluzione. Quindi, ripetiamo, nessun aiutino.

Del resto come si può aiutare chi non vuole essere aiutato? O peggio ancora fa finta di chiedere aiuto?

Carlo Gambescia

(*) Argomento approfondito qui: https://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/search?q=tentazione+fascista .

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