domenica 30 dicembre 2012

Alessandro Campi: da Tarchi a Monti, passando per Fini ?  



Monti "è salito" in politica e  Alessandro Campi  forse  si appresta a salire sul carro (senatoriale?) di Monti... Ennesima giravolta? Chissà...  Ecco come il politologo perugino  ha  "interpretato"  l'endorsement della Chiesa:


Ma nella scelta a suo favore  [di Monti da parte della Chiesa] sembra esserci, con ogni evidenza, anche un fattore d’ordine storico-culturale. Il fatto è che nella sua lotta contro la secolarizzazione e un modello di società improntato al relativismo dei valori e al soggettivismo più radicale, che è poi il cuore del magistero morale-intellettuale di Ratzinger, la Chiesa ha scoperto di non avere più alleati secolari o esponenti della politica laica in grado di condividerne le battaglie.
Non li ha a sinistra. Se i progressisti del Pd coltivano un modello di “cattolico adulto” che tende a risolversi in una forma di moralismo intransigente applicato tuttavia alla lotta politica e non alla questione antropologica o alla battaglia sui valori, la sinistra radicale di Vendola (che nei futuri equilibri di governo potrebbe diventare a dir poco condizionante) persegue la mistica dei diritti civili declinati in chiave individualistica e del matrimonio omosessuale ha ormai fatto una frontiera del progresso civile.
Ma non li ha nemmeno a destra. La Lega, già celtica e pagana, si è scoperta cattolica e tradizionalista solo in funzione anti-islamica, così come gli “atei devoti” hanno utilizzato a suo tempo la Chiesa per la loro guerra al terrorismo in chiave occidentalista. La destra post-fascista per anni è stata guidata da un leader apertamente laicista e ateo (e questo spiega certe attuali resistenze nei confronti di Fini all’interno del progetto centrista che si sta aggregando intorno a Monti). Quanto a Berlusconi, a dispetto della zia suora e dello studio giovanile dai salesiani, non è mai riuscito a reprimere la sua vena libertina e a superare la sua sostanziale indifferenza ai temi etici.
Da qui la scelta odierna di Monti come una sorta di ultima spiaggia per una Chiesa che appare sempre più perdente sul terreno degli insegnamenti morali e incapace, non di far sentire la sua voce nel dibattito pubblico, cosa che in democrazia a nessuno è negata, quanto di influenzare comportamenti e stili di vita collettivi secondo i suoi valori storici. Da qui l’apertura di credito verso l’unico uomo politico che in questa fase storica, grazie all’autorevolezza che lo circonda e al credito che ha saputo conquistarsi anche internazionalmente, appare capace non di riunificare politicamente i cattolici, una prospettiva ormai superata e oggettivamente al di là delle sue forze, quanto di offrire nuovamente una sponda politico-istituzionale significativa alle battaglie culturali della Chiesa. Che più che l’ostilità verso i suoi insegnamenti ha dovuto soffrire, in tutti questi anni, l’indifferenza riservata alle sue prese di posizione in primis proprio dal mondo politico.




Si noti  l'abilità di  Campi (altro che  Lanna...)  nel ricondurre, all'interno di una esposizione ben articolata,   le resistenze  di  Monti a Fini - spalmate astutamente  sul  "progetto centrista" -  a scelte di tipo religioso,   lasciando perciò da parte  le  questioni deontologiche sollevate, in primis  dal Premier...   Tradotto:  non si sa mai,  meglio non inimicarsi del tutto Gianfry...   Naturalmente quel che spicca e insospettisce  è   il peana  in onore di Monti... Che si potrebbe interpretare -  manca meno di un mese alla chiusura delle liste -  come   disponibilità  a una candidatura,  magari  al Senato, con i professori dell' Agenda per l'Italia. Del resto  una "spolverata"  di storia della dottrine politiche sul ragù economico preparato nelle cucine della Bocconi potrebbe  anche starci...
Insomma,  siamo davanti  al classico  "Io sono qui!" pre-elettorale dell'intellettuale morso dalla velenosa tarantola dell'ambizione politica?  Campi,  da Tarchi a Monti?   Dalle "nuove sintesi"  alle "vecchie sintesi", dopo essere passato per le zero sintesi di Fini?   Chissà...  Certo, se così fosse, sarebbe veramente triste.  

Carlo Gambescia            

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