venerdì 10 maggio 2024

Roccella contestata. Il vittimismo della destra e la stupidità della sinistra

 


La dinamica sembra essere la seguente (dal momento che non è la prima volta che accade): 1) durante un convegno su temi politicamente caldi (diritti civili, aborto, famiglia, eccetera), un gruppo di contestatori di sinistra, più o meno giovani, contesta un ministro del governo di destra, ieri è toccato alla Roccella (eletta in quota Fratelli d’Italia); 2) uno dei contestatori viene invitato sul palco, accetta e legge un documento fortemente critico; 3) dopo di che il ministro si alza e se ne va, rinunciando a intervenire, perché vittima 4), così dichiara, della censura di una sinistra sempre pronta invece a evocare il pericolo fascista (*).

Si noti la sottigliezza comunicativa, probabilmente voluta: in una sana atmosfera liberale si parlerebbe di fascisti di sinistra, invece il termine sembra sparito dal vocabolario politico, in particolare della destra, soprattutto se dalle radici fasciste come quella meloniana.  

E allora che si fa?  Ci si  appella, condannandola, alla censura degli antifascisti. Un altro modo, in realtà, per squalificare l’antifascismo, evitando di parlare del fascismo. Si tratta di una tecnica di rimozione concettuale. Si crede infatti che non esistendo più la parola svanisca il fenomeno. Cioè il fascismo, o neofascismo, o qualcosa che comunque si muove dentro le coordinate intellettuali della “tentazione fascista”.  E può funzionare. Anzi sta funzionando. Giorgia Meloni, come abbiamo scritto più volte, è abilissima in questo.

Per quale ragione la destra, come si direbbe in quel di Napoli, “chiagne e fotte” (pardon)? Il vittimismo, con contro-accusa, ma non di fascismo, per le ragioni che abbiamo appena spiegato, può pagare politicamente. Insomma, far guadagnare voti.

La destra che ruota intorno a Giorgia Meloni ha imparato la lezione. E si comporta di conseguenza. Possiamo perciò distinguere tre fasi: a) la destra  radicalizza, si pensi all’idea, da guerra civile, di introdurre i pro life nei consultori; b) alle ovvie radicalizzazioni di risposta, da parte della sinistra, si risponde con il vittimismo; c) si crea così un clima di opinione in grado favorire misure repressive da parte della destra, "vittima della censura", contro ogni forma di contestazione.

Per il momento il governo di destra è fermo alla fase due, con alcune puntate repressive (si pensi alla polizia manganellatrice di Pisa e Firenze).

Riassumendo: è in atto un processo politico che inevitabilmente condurrà a progressive restrizioni della libertà di dissenso. La destra, totalmente  incapace di capire il significato  delle  libertà moderne, le usa come una specie di taxi per pagarsi una corsa contro le libertà moderne. Detto altrimenti, per la destra la libertà non è un fine ma un mezzo.

Prima radicalizza, poi si atteggia a vittima. Non è una battuta: ma la definizione stessa del ministero presieduto dalla Roccella, come Ministero – anche – della “Natalità”, può pure fare “incazzare” (pardon) chi non ritenga giusto assegnare allo stato, tramite il governo, certi compiti. Detta alla buona: decido io quanti figli fare o non fare, non Eugenia Roccella e Giorgia Meloni amministratrici uniche del bene comune patrio. So io ciò che è bene per me non lo stato. Punto.

La sinistra non dovrebbe prestarsi a questo sporco gioco, che rischia di andare a discapito della libertà di tutti, perché in questo modo favorisce la classica giustificazione perbenista (si legga: reazionaria) per far esplodere la violenta carica repressiva racchiusa nel Dna di un governo nelle mani di un partito dalle radici fasciste. E invece fa l’esatto contrario: pura stupidità.

Il che dipende dal fatto che anche la sinistra, che urla e si agita, non è liberale, proprio come la destra.

E per oggi è tutto. Purtroppo.

Carlo Gambescia

(*) Qui, per ciò che è accaduto alla Roccella, che ha valore di paradigma, per così dire, “contestativo”: https://www.adnkronos.com/cronaca/roccella-stati-generali-natalita-contestazione_7rkip2H5isr9eDMMAGw827.

Nessun commento:

Posta un commento