lunedì 4 maggio 2015



Arma dei Carabinieri (*) 
Nucleo di Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268 C.P.P.)
L'anno 2015, lunedì 6 aprile, in [omissis] presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo Spengler
FATTO
Nel corso dell'attività tecnica di monitoraggio svolta nell'ambito della procedura riservata n.814/2, autorizzazione COPASIR 8932/3a [Operazione “Europa Follow-up” N.d.V.] è stata intercettata, in data 02/05/2015, ore 14.12, una conversazione intercorsa tra le utenze: n. 355***** in uso a: SEN. MONTERI MARIANO e n. 345****: in uso a MONTERI PAOLINO [figlio del fratello minore del sunnominato SEN. MONTERI MARIANO N.d.V] Si riporta di seguito la trascrizione integrale della conversazione summenzionata:

[omissis]


SEN. MONTERI MARIANO: “Cosa ci facevi in mezzo a quei delinquenti, disgraziato!”
MONTERI PAOLINO: “Chi, io?”
SEN. MONTERI MARIANO: “Il prefetto mi ha mostrato i video, deficiente! Ti si vede vestito di nero che dai fuoco a una Punto!”
MONTERI PAOLINO: “Macchina di merda.”
SEN. MONTERI MARIANO: “Io ti faccio interdire! Il TSO ti meriti!”
MONTERI PAOLINO: “Ehhh, per una Punto…. Senti, zio: questo paese ha bisogno di una svolta. Ma non hai visto quei coglioni che ci insultavano sventolando il tricolore? No, dico: nel 2015, il tricolore! Sono quelli che vogliono sparare sui barconi dei migranti, sono i fascisti, i reazionari!”
SEN. MONTERI MARIANO: [pausa] “Ti capisco. Sei giovane e certe cose ti fanno andare il sangue alla testa, ma non è questo il modo.”
MONTERI PAOLINO: “E quale sarebbe secondo te?”
SEN. MONTERI MARIANO: “Vedi, Paolino: l’Italia non ha niente che non va, il problema sono gli italiani. Non che siano cattivi, eh? Ma sono come i bambini, vogliono tutto e subito. Vogliono il posto fisso, la pensione indicizzata, le vacanze a Viserbella, la sanità gratis, la scuola gratis, il calcio gratis, l’amante gratis, il parlamento gratis, la democrazia gratis, l’Europa gratis…”
MONTERI PAOLINO: “Vedi che vieni dalla mia?”
SEN. MONTERI MARIANO: “Voi quante macchine avete distrutto?”
MONTERI PAOLINO: “Ma non lo so, un duecento…”
SEN. MONTERI MARIANO: “Primo anno del mio governo: duecentomila automobili vendute in meno. Senza molotov, senza violenze, senza sporcare i muri. Su le tasse, giù le pensioni e i salari, e hop.”
MONTERI PAOLINO: “Però i fascisti, i razzisti, i reazionari sono ancora lì che imperversano, che si lamentano…”
SEN. MONTERI MARIANO: “Ci vuole pazienza, benedetto ragazzo, pazienza e gradualità. Bisogna cambiarli, gli italiani, insegnargli la durezza del vivere, la disciplina, la modestia. Distruggere la domanda interna, non le vetrine. Tagliare pensioni e salari, non le gomme delle auto. Far chiudere le piccole imprese, non le serrande dei negozi. Così vedrai che gli italiani la smettono, di sventolare il tricolore e di protestare per l’immigrazione. Si concentrano sull’essenziale: non finire sul lastrico. Al resto ci pensiamo noi.”
MONTERI PAOLINO: “Noi chi?”
SEN. MONTERI MARIANO: “Noi. Anche ragazzi come te, pieni di buone intenzioni sebbene un po’ precipitosi, un po’ impazienti. Vieni a cena da me, domani sera, che facciamo due chiacchiere.”
MONTERI PAOLINO: “Però la zia mi fa il budino di cioccolato.”
SEN. MONTERI MARIANO: [ride] “Va bene, promesso.”
MONTERI PAOLINO: “Allora vengo. [pausa] Grazie, zio.”


Letto, confermato e sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.
M.o  Osvaldo Spengler


(*) "Trattasi" -   tanto per non cambiare stile,  quello  della  Benemerita...  -   di ricostruzioni che sono  frutto della mia  fantasia di  autore e commediografo.  Qualsiasi riferimento  a fatti o persone  reali  deve ritenersi puramente casuale. (Roberto Buffagni)


Il Maresciallo Osvaldo Spengler, nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio 1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su “Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”

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