martedì 12 aprile 2011

Europa dove sei? 
Quando Maroni ha ragione




Chi ci segue sa che non abbiamo mai risparmiato critiche alla Lega. Però questa volta Maroni ha ragione. Ma lasciamo la parola al ministro leghista:

«Oggi il messaggio è "Cara Italia, devi fare da sola"», dice il ministro dell’Interno, in piedi davanti alla telecamere nel cortile del palazzo del Consiglio, con le braccia che si aprono e sottolineano la delusione. I colleghi europei gli hanno rifiutato la proposta di ridistribuire tutti i migranti, clandestini compresi, fra i Paesi dell’Unione. Non c’è base giuridica e poi sarebbe un segnale che alimenterebbe il flusso, hanno spiegato. Inutile. «Mi chiedo se davvero abbia un senso continuare a far parte dell’Ue - lamenta il leghista -. Ci hanno lasciati soli». Poi aggiunge: «Meglio soli che male accompagnati».(http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/397495/ )

Ovviamente, l’Italia da sola non andrebbe da nessuna parte… Perciò uscire dall’Europa rimane nel dominio della pura fantascienza... Tuttavia il malessere, così ben espresso da Maroni, resta un'importante spia rossa, non solo dell’incapacità europea di affrontare civilmente e razionalmente la questione immigrazione, ma di far fronte, e in modo unitario, a questioni diverse da quelle di tipo finanziario. Detto altrimenti: qui si pone una questione di principio che va al di là delle pure cifre. Esiste o no una comune volontà europea? Ecco il punto.
 E' anche vero che i processi storici, di regola, vanno oltre gli stessi desideri dell’uomo. E in un mondo diviso in grandi blocchi geopolitici, l’unificazione europea rimane un bene in sé. Che, a lunga scadenza - forse molto lunga -, non potrà non essere positivo. E sul punto ha ragione Napolitano, non per niente ex comunista, e perciò munito di una solida filosofia della storia.
 Certo, non è facile nei momenti di solitudine politica, come appunto ricorda Maroni, dispensare ottimismo. Comunque sia, stringiamo i denti e andiamo avanti. E cerchiamo, soprattutto, di accogliere dignitosamente chi ci chiede aiuto, senza per questo ignorare gli interessi legittimi degli italiani. Non comportiamoci, insomma, come la vile e disunita Europa dei burocrati e della finanza.
 Ripetiamo, non è facile, ma la politica, talvolta, contrariamente a quanto si sostiene, rivela, e in modo luminoso, di essere l’arte dell’impossibile. 

Carlo Gambescia

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