lunedì 25 maggio 2009

Il “caso Noemi” 
 L’ opposizione introvabile



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Chi si occupa di questioni politologiche ricorda sicuramente i famosi due schemi (bipartitismo imperfetto e pluralismo polarizzato), rispettivamente elaborati da Giorgio Galli e Giovanni Sartori negli anni Sessanta dell'altro secolo. Schemi che, per farla breve, evidenziavano la mancanza nella "Prima Repubblica" di una cultura e pratica dell’opposizione politica costituzionale, parlamentare e democratica. Assenza legata a tutta una serie di questioni che qui sarebbe troppo lungo elencare.
Quel che conta è che nella cosiddetta “Seconda Repubblica”, nonostante la retorica sul bipartitismo, nulla è cambiato. L’opposizione, oggi più frammentata e divisa che nella "Prima Repubblica”, continua a non svolgere alcun ruolo costruttivo, nel senso, non di collaborare con la maggioranza come alcuni pretendono, ma di elaborare soluzioni serie, concrete, praticabili, puntando su un' agenda politica realmente alternativa a quella della maggioranza, pur restando all’interno di coordinate politiche ed economiche infrasistemiche.
Prendiamo il “Caso Noemi”.
Invece di “battere” su questioni fondamentali, suscitate dal brusco “respingimento” degli immigrati, dalla condanna di Mills e dal violento attacco berlusconiano alle istituzioni parlamentari; tutte questioni che riguardano la qualità della giustizia, della democrazia e il destino delle minoranze politiche ed etniche in Italia, l’opposizione (dal Pd alle forze minori) si è fatta trascinare in una imbecille e suicida campagna stampa sulla questione delle dieci domande, sollevata da Repubblica (perché chi è dietro il quotidiano fondato da Scalfari, probabilmente spera di sostituire Berlusconi con Draghi a colpi di scandali sessuali… ). Alla quale invece Berlusconi, da vero istrione, si sta prestando volentieri. Vuole addirittura rispondere in Parlamento. Perché sa che i pettegolezzi intrigano: fanno simpatia e voti (per lui…). Cosa che Repubblica, da sempre sospesa tra moralismi a senso unico e buoni affari, sembra ignorare...
E così le istituzioni politiche, già screditate da qualunquistiche ma mirate campagne di stampa contro “la casta”, perché rivolte a minare la reputazione dei partiti in quanto tali in nome del presunto efficientismo dell’impresa economica privata, dovranno fare il punto sui pettegolezzi sessuali riguardanti Berlusconi. Solleticando gli italiani ma al tempo stesso screditando ancora di più le istituzioni politiche. E ciò solo per compiacere la suicida strategia mediatica imposta dai poteri forti economici contrari al Cavaliere.
Complimenti. Bel modo, veramente libero e degno, di fare opposizione.

Carlo Gambescia

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