giovedì 9 luglio 2015

Il “dono” di Evo Morales
Papa Francesco  
tra  falce, crocefisso  e martello


  
Mah…  Se si pensa alle persecuzioni  subite  dal cristianesimo  nei paesi del socialismo reale,  il regalo di Evo Morales  a Papa Francesco  sa di beffa…   Oppure no,  c’è un precedente:  nella Spagna della Guerra Civile  si inscenò la pubblica fucilazione di (una statua) di Gesù.  Perciò i miliziani rossi, simbolicamente,  inchiodarono il Cristo alla falce e martello (*).


Certo,  i doni ufficiali, anche se di cattivo gusto, non si possono rifiutare. Ma il sorriso del Papa non  sembra di circostanza. Eppure da quel che si dice della Bolivia ( dove chi non ha la tessera del partito di Morales non ha assistenza  né lavoro)  il vecchio lupo rosso, indio o meno, non sembra aver perduto né pelo né vizio...
Da sempre,  personaggi come Morales  dichiarano  di sapere, alla perfezione  ciò che  è bene per ogni singola persona… E una volta  agguantato  il  potere “implementano”,  di regola con le cattive...   
Papa Francesco, per contro,  a parte quando deve criticare la società aperta,  si considera,   come ha  più volte sottolineato, incapace di giudicare. 
Un aneddoto. Pareto  consigliava  all’amico Pantaleoni, che si dichiarava conservatore, di non criticare il Re: “Se sei conservatore, o comunque vuoi comportarti coerentemente come tale   -  questo il succo della lettera  -   non puoi attaccare la monarchia, istituzione conservatrice per eccellenza: a me non piace, ma io  non sono conservatore,  guarda al fine,  la conservazione dello stato monarchico, e sorvola sui mezzi”.
Francesco  commette lo stesso errore.  Dovrebbe giudicare, proprio  perché Papa e depositario di una dottrina,  e  invece non  giudica,  o peggio giudica coloro che non sono in sintonia con la sua personale visione del mondo, per alcuni molto spostata a sinistra.
Proprio come Pantaleoni, il Papa  non guarda al fine per concentrarsi solo sui mezzi. Dovrebbe favorire la  conservazione dell’istituzione  e invece la critica  e si bea di  ricevere crocefissi catto-comunisti.  Inseguendo  una fin troppo  facile popolarità mediatica che non ha nulla a che vedere con le vere conversioni.  In questo modo però, il  rischio qual è?  Disorientare i vecchi fedeli  senza acquisirne nuovi.   

Carlo Gambescia

                       

2 commenti:

  1. Caro Carlo, hai centrato perfettamente la questione. Papa Bergoglio da buon gesuita, non dimentico di quanto fatto dal suo ordine in America Latina, strizza l'occhio ai comunisti, gioca, ride, impiccia, gesuitizza, insomma. La falce&martello come la svastica hitleriana, hanno rappresentato centinaia di milioni di morti, ma per la Chiesa di oggi tutto è relativo, non si esclude, si include tutti, tranne, appunto, chi dissente da Bergoglio. Brutti tempi corrono...

    RispondiElimina
  2. Grazie del commento Angelo. Un abbraccio!

    RispondiElimina