lunedì 27 luglio 2015

Arma dei Carabinieri (*)
Nucleo di Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268 C.P.P.)
L'anno 2015, lunedì 28 luglio, in [omissis] presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo Spengler
FATTO
Nel corso dell'attività tecnica di monitoraggio svolta nell'ambito della procedura riservata n. 765/2, autorizzazione COPASIR 8932/3a [Operazione NATO “ASCOLTO FRATERNO” N.d.V.] è stata intercettata, in data 27/07/2015, ore 16.41, una conversazione intercorsa tra l’ utenza di Stato: n. 334**** in uso a S.E. FINZI MATTIA, Presidente del Consiglio dei Ministri, e l’utenza privata 338***, in uso Al SEN. SEN. GIALLINI JIMMY. Si riporta di seguito la trascrizione integrale della conversazione summenzionata:

[omissis]

SEN. GIALLINI JIMMY: “Allora come va coi compagni?”
S.E FINZI MATTIA: “Chi?”
SEN. GIALLINI JIMMY: “Bertani, Cumerlo, D’Alemagna…i comunisti, dai.”
S.E FINZI MATTIA: “Ci credete sul serio?!”
SEN. GIALLINI JIMMY: “A cosa?”
S.E FINZI MATTIA: “Che ci sono i comunisti. Pensavo fosse uno spin, e invece…ma guarda…”
SEN. GIALLINI JIMMY: “I comunisti ci sono eccome, Mattia.”
S.E FINZI MATTIA: “A me non risulta, ma se lo dici tu…”
SEN. GIALLINI JIMMY: “Guarda, è matematico. Chi vuole lavorare per vivere? Nessuno. Se per vivere senza lavorare hai bisogno dei soldi degli altri, sei comunista. Se ci riesci coi soldi tuoi, sei liberale. Non si può ancora dire in pubblico, ma è così.”
S.E FINZI MATTIA: “Allora sarei comunista anch’io.”
SEN. GIALLINI JIMMY: “Tu sei nel periodo di transizione. In mezzo al guado, diceva Berlinguer. Io sono qua per tenderti la mano.”
S.E FINZI MATTIA: “Ma che carino, grazie.”
SEN. GIALLINI JIMMY: “Di niente, mi fa piacere.”
S.E FINZI MATTIA: “A me adesso servono i voti, Jimmy. Tu in cambio cosa vuoi?”
SEN. GIALLINI JIMMY: “Niente.”
S.E FINZI MATTIA: “Niente?!”
SEN. GIALLINI JIMMY: “Niente. Mi sdogani, e basta. Ci aiutiamo nella transizione.”
S.E FINZI MATTIA: “Scusa ma non ti seguo. Transizione?”
SEN. GIALLINI JIMMY: “Certo, transizione. Tu devi compiere la transizione da comunista a liberale, io che liberale sono già devo fare outing.”
S.E FINZI MATTIA: “Ma perché, sei…?”
SEN. GIALLINI JIMMY: “No, assolutamente. Io voglio poter dire, a testa alta, che sono liberale: cioè che vivo bene, senza lavorare, coi soldi miei. Basta con l’invidia, per la Madonna!”
S.E FINZI MATTIA: “Non è proprio uno slogan da campagna elettorale.”
SEN. GIALLINI JIMMY: “Infatti: e qua entri in campo tu. Cos’è il Partito della Nazione? E’ un partito liberale o no?”
S.E FINZI MATTIA: “Bè, sì. Però…”
SEN. GIALLINI JIMMY: “Lo so. Liberali veri, cioè gente che vive senza lavorare coi soldi suoi ce n’è troppo poca per vincere le elezioni. Ma quanti sono gli italiani che vorrebbero diventare dei veri liberali?”
S.E FINZI MATTIA: “Cioè vivere senza lavorare coi soldi loro? Tutti.”
SEN. GIALLINI JIMMY: “Vedi? Partito della Nazione, cioè Partito di Tutti.”
S.E FINZI MATTIA [pausa]: “Interessante…anche se…”
SEN. GIALLINI JIMMY: “…tu mi obietterai: ‘Ma è impossibile che tutti gli italiani vivano senza lavorare coi soldi loro’.”
S.E FINZI MATTIA: “Mi togli le parole di bocca.”
SEN. GIALLINI JIMMY: “E allora? Agli italiani dobbiamo proporre un ideale, non la piatta, meschina realtà. ‘Vuoi diventare un vero liberale? Vuoi vivere senza lavorare coi soldi tuoi? Vota il Partito delle riforme, vota il Partito della Nazione!’ “
S.E FINZI MATTIA: “Niente male.”
SEN. GIALLINI JIMMY: “E chi saranno i nostri nemici? I comunisti, quelli che vivono senza lavorare coi soldi degli altri.”
 S.E FINZI MATTIA: “La casta.”
SEN. GIALLINI JIMMY: “La casta, i comunisti, che differenza c’è? Sempre di tasse campano.”
S.E FINZI MATTIA: “Quindi subito taglio delle tasse, è questo che vuoi?”
SEN. GIALLINI JIMMY: “Subito no. Prima privatizziamo tutto, ma proprio tutto: sanità, scuola, forze armate, ENI, ENEL, tutto: così i soldi degli altri diventano soldi nostri. Come dicono i comunisti? ‘Espropriare gli espropriatori.’ “
S.E FINZI MATTIA: “Guarda, Jimmy, è una visione interessante, ma mi sembra un po’ utopistica…”
SEN. GIALLINI JIMMY: “Quanti voti avete preso con la fola del comunismo? Se non era utopistico quello…Ce l’avete nel DNA, Mattia, l’utopia è il vostro brand: nessuno lo sa vendere come voi.”
S.E FINZI MATTIA: “Ci devo pensare un po’ su, Jimmy.”
SEN. GIALLINI JIMMY: “Tu pensaci. Però pensa anche  ai voti in Senato, Mattia.”

Letto, confermato e sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.

M.o  Osvaldo Spengler

(*) "Trattasi" -   tanto per non cambiare stile,  quello  della  Benemerita...  -   di ricostruzioni che sono  frutto della mia  fantasia di  autore e commediografo.  Qualsiasi riferimento  a fatti o persone  reali  deve ritenersi puramente casuale. (Roberto Buffagni)

Chi è il  Maresciallo Osvaldo Spengler?  Nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio 1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su “Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”

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