mercoledì 21 settembre 2016

La Raggi, Grillo & Co dicono no alle Olimpiadi  romane
 Gli uomini (e le donne) delle caverne (economiche)



Ma è una cosa seria dire no alle Olimpiadi, perché i costruttori si potrebbero arricchire e i romani indebitarsi? Dimenticavo. La Raggi ha aggiunto che lo dice uno studio dell’Università di Oxford.  Capirai... pescato su Wikipedia. 
I Fisiocratici (signora Raggi, si legga la voce di Wikipedia, almeno) sostenevano giustamente che la ricchezza improduttiva è quella che non circola.  Non quella che viene investita per produrre altra ricchezza. E questo vale per qualsiasi imprenditore,  del mattone come delle mutande.
Debiti. Anche il debito, funziona nello stesso modo. Se io mi indebito per investire in beni reali,  e creare ricchezza, il debito si trasforma in debito produttivo, che si ripagherà da solo, dopo aver creato lavoro, redditi, fiducia, e così via.  Il famoso circolo virtuoso dei Fisiocratici.
Pertanto le Olimpiadi, servono e come (quanto meno provare...). Congelare tutto, significa: 1)  ritenere che le ruote del pensiero economico siano ancora quadrate; 2)  prendere in giro le persone; 3) non creare ricchezza; 4) non creare  mezzo posto di lavoro.  
Inoltre, secondo il vecchio Adam Smith (Wikipedia gli ha dedicato una voce… può approfittarne “Sindachessa” ) i famigerati privilegi sociali sorgono in una società statica, non dinamica, dove invece la ricchezza circola eccetera.  Smith parla appunto  dei pericoli sociale  dello “stato stazionario” (Ricchezza dell nazioni, Libro 1, cap. 8, par. 24 e par. 43). Ed è ciò che sta accadendo a Roma.
Basta così.  Colgo l’occasione per ringraziare di cuore  il centrodestra romano (tutto),  che consigliando al ballottaggio di andare al  mare o addirittura di votare i pentastellati,  ha consegnato Roma  a Virginia Raggi & Co. Insomma,  agli uomini e alle donne delle caverne economiche. Grazie, grazie di cuore.

Carlo Gambescia       


3 commenti:

  1. Caro Carlo, vedere il bilioso capo del Coni, diventare verde; vedere i compagni che prima stavano con gli operai e oggi tifano i palazzinari e confindustria, schiumare dalla rabbia; gli atleti stipendiati dallo stato (poliziotti e finanzieri) agitarsi scompostamente contro la sindachessa, meschinetta, che dice NO ai giochi (ipotetici) di Roma; beh, mi fa godere alquanto. La tua analisi, Carlo, sembra impeccabile sull'economia, ma Roma è in braghe di tela, e non sarà il trombone Montezemolo a far cassa per la Capitale, visto che i suoi precedenti "sforzi" son stati penosi. Malagò pensi a investire sulla scuola, poiché da quando la frequentavo io, medie e medie superiori, l'oretta di ginnastica era una perdita di tempo, dove i prof leggevano il giornale e noi a far casino e oggi? Peggio se possibile, palestre fatiscenti quando ci sono, disorganizzazione cronica, negligenza dei docenti. Ecco, altro che Olimpiadi, oggi i ragazzi se vogliono far dello sport devono pagare, e parecchio, e lo statarello che fa? Stipendia i professori di ginnastica e basta. O ti arruoli nella polizia.

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  2. Caro Angelo. Grazie del commento. Personalizzi troppo, concentrati sui meccanismi economici. Come ho fatto io. Rifiutare ( o quanto meno non tentare eccetera) è un errore economico. Il resto (non mi riferisco al tuo commento) è fuffa giornalistica: roba da Roma-Lazio della politica... :-) Un abbraccio!

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  3. Ciao Carlo, la tua motivazione economica è sensata, ma potrebbe valere per qualsiasi investimento a debito; cioè per giustificare tale investimento non basta appellarsi sul fatto che, in soldoni, investire crea possibilità di dinamismo economico, si sa che avviene questo, ma un comune già sufficientemente indebitato, che ha dato al paese prove di cattiva gestione, che ha ricevuto solo nel 2000 sovvenzioni per il giubileo, una città che tu stesso hai definito ingestibile perché alberga in sé poteri eccentrici che la frammentano, ecco, detto questo, ammessa anche la faciloneria supponente dei pentastellati, non mi strappo le vesti se non arrivano 5 miliardi dal comitato olimpico e altrettanti e più vengono accesi in finanziamenti, forse alla fine aggravando le casse pubbliche come ha fatto l'Expo. Certo alla fine ci sarà redistribuzione dei proventi, si arricchiranno impresa appaltanti, albergatori e indotto, magari qualcuno dinamico ma senza capitali riuscirà a fare fortuna, altre imprese metteranno a posto i loro conti, ma siamo sicuri che non si aggraverà il bilancio pubblico nel fare tutto ciò?
    Oppure diciamo che ciò non ci interessa, che questo è un aggravamento giustificato e che è una misura che dà ossigeno ai conti romani e credibilità internazionale in una politica con un po' di "palle", patria. Va beh, possiamo farlo..ma in ultima dico, dobbiamo sempre aspettare i mega finanziamenti, i mega progetti, le Bei, il FMI, la Fifa, l'Onu ecc. per movimentare le economie? Abbiamo bisogno delle droghe o basterebbe mangiare sano (inteso come indebitamento sano)? Vorrei dire la seconda! Sarà che non mi prendono le parate dispendiose e superficiali (in questo meglio Olimpiadi che Expo, però), ma vorrei veramente capire se la ricchezza che creano queste pompate colossali alla fin fine non ha una ricaduta nociva e fintamente positiva, tanta materia lavorata in più nel mondo, tanta natura trasformata, tanti numeri, ma che qualità la anima? Certo, Certo, questo può sembrare mancanza di realismo o "volare basso", ma io dico: no! volo alto! Altissimo! Sistemo i debiti della capitale riducendoli a un livello fisiologico accettabile, dove posso applico sgravi fiscali e riduco la macchina pubblica, poi penserò a fare le Olimpiadi. Mi sembra il buonsenso dell'economia privata e credo valga anche per l'economia generale.
    Forse con questa mentalità del rischio non ci sarebbe l'economia moderna, mi ribatterai..Non lo so..non mi faccio convinto. Capisco che la faciloneria giustizialista della Raggi e dei suoi sia odiosa, il loro considerare gli avversari tout-court mafiosi e corrotti farebbe venir voglia di farne 3 di Olimpiadi..

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