martedì 15 settembre 2015

Il  fondo  di  Galli della Loggia  sul "nullismo"  della  destra italiana  
Qui, ci tocca votare Renzi...  



Così scrive oggi Galli della Loggia  a proposito dell’inesistenza di una destra in Italia, come dire,  “normale”:


Nella sostanza il problema della Destra italiana, io credo, è il problema della difficoltà che incontrano nel nostro Paese un’antropologia e una cultura politica conservatrici, analoghe cioè a quelle che più o meno caratterizzano in Europa le Destre di governo. Non tragga in inganno l’apparenza. È vero infatti che in larga maggioranza la società italiana appare conservatrice. È vero che è diffidente delle novità, non ama i cambiamenti sostanziali, le svolte di alcun tipo; che è una società di antico e consolidato pessimismo, innestato su un fondo smaliziato fino al cinismo. Ma il suo - questo è il punto - è un conservatorismo nullista, solo negativo: inutilizzabile politicamente se non per bloccare i riformatori e i progressisti, per fermare la Sinistra. Serve magari a evitare i salti nel buio, come nel ‘48, ma tutto finisce lì. Quello spontaneo della società italiana è un conservatorismo senza ambizioni, senza progetto, senz’alcun orizzonte istituzionale vero, sul quale è impossibile costruire nulla, o è possibile costruire tutto: perfino il sovversivismo fascista o le fortune di un governo che si vuole di sinistra.

Gli si può dare torto? No. Va però detto che probabilmente, in questo momento, la normalità di destra,  in termini di sensibilità intelligente, è rappresentata da Renzi, piaccia o meno.
Solo per fare un esempio: quando mai Berlusconi  è entrato in rotta di collisione con i sindacati?  E cosa più importante andando fino in fondo?  Si pensi solo alla riforma dell’articolo 18.
Certo, il “destrismo” renziano, come almeno è percepito da certo elettorato moderato, evoluto,  può essere anche fonte di confusione politica. Ha una controindicazione.. Quale?  Presenta un  risvolto elettorale:  può  sospingere  - per reazione all'et-et destra-sinistra a sfondo monopartitico Dc -  l’elettorato di destra “non intelligente”, o meno "evoluto",  verso derive salviniane.  Perché, attenzione, sull’elettore “medio” di destra pesa psicologicamente  e (im-) moralmente,  tuttora, l’eredità fascista e populista del tanto peggio tanto meglio in chiave antiliberale e anticapitalista. Propensione che fa il paio con l’uso di un linguaggio, o se si preferisce una retorica diffusa ( fortemente mediatizzata), che non “facilita” la maturazione civile dell’elettore di destra: Brunetta, non è Salvini, eppure, ecco cosa ha scritto solo ieri:

Fino a che saremo governati da Renzi e dal suo Partito democratico (maggioranza e minoranza uniti nella menzogna), il popolo italiano sarà alla mercé di un avventuriero che non ha per scopo quello di far star bene la gente, ma di diventare il padrone dell’Italia per spartirsela con il suo giro. (**)

Roba da  gruppettari neonazisti…  Quindi l’elettore di destra andrebbe educato (ammesso che si possano educare gli elettori, eccetera, eccetera; ma questa, della socializzazione politica,  è un’ altra storia...). Cosa che  invece non avviene. Neppure ci si prova. Anzi,  certi atteggiamenti vengono incoraggiati. Si pensi solo al lega-razzismo diffuso…
Perciò  il nullismo antropologico della destra politica si salda - e rafforza -  all' immaturità, come dire, “coltivata” dai politici di destra, del proprio elettorato, non tutto per fortuna, ma in larga parte;  elettorato destrorso che prima ha votato Berlusconi, poi addirittura Grillo, e che  ora si prepara a votare Salvini…  
Cambieranno le cose?  Matureranno politici e cittadini?  Difficile dire.  Per  ora,  sicuramente no. 
Forse ci tocca, per dirla con Montanelli (quello vero, non l'iconetta antiberlusconianana della sinistra travaglista),  turare  il naso e  votare Renzi...  Con  - però -  tutte le controindicazioni del caso. 

Carlo Gambescia
           


           


1 commento:

  1. Un mio vecchio maestro di vita mi diceva: quando non si vedono più volare le aquile, bisogna accontentarsi dei polli. Mi sembra questa la tua soluzione, caro Carlo. Ho la forte impressione che il problema Italia, annosa problema irrisolto dal dopoguerra in poi; non riguardi gli uomini alla guida del Paese, né le ideologie o i partiti. Perché proprio di guida siamo privi. Il Paese non è degli italiani da un bel pezzo. Potentati economici e tecnocratici governano il mondo, usando tutti i mezzi a disposizione: dalle guerre allo spread, senza alcuna etica o morale. Pertanto, dovremmo ragionare in questi termini. La democrazia è una forma spuria di dittatura, adatta ai tempi post rivoluzionari (francese e americana). Le forme del politico devono fare i conti col vile denaro, tanto vile da uccidere i popoli. Sindrome del complottismo? Macché, tutto è palese, se lo si vuol vedere. La Germania detta i compiti e le altre ex nazioni eseguono. Gli USA nel loro delirio di onnipotenza fanno stragi "democratiche" e tutti lì ad attendere nel corridoio, sperando di tornar utili agli yankee. Siamo dominati da idioti psicopatici, E non c'è nulla da fare. L'impotenza colposa dell'Europa nei confronti dell'Isis ne è la riprova: si fa ciò che aggrada a Washington. Ci facciamo stupidamente invadere da centinaia di migliaia di africani, a maggioranza maomettana, e il Papa è contento, almeno figliano in una Europa sterile dal capitalismo. I nostri poveri diventano più poveri dei migranti? Pazienza, ciò che conta è la carità cristiana ad uso e consumo mediatico. Il povero pensionato che sotto casa mia rovista nel cassonetto, non fa notizia; il fankazzista senegalese che c'ha vitto alloggio paghetta assicurati, è fotografato e intervistato, magari si lamenta del cibo... Ma dai, non è un mondo serio, purtroppo ci tocca vivere in questo caos per nulla calmo.

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