giovedì 5 giugno 2008

Il libro della settimana: Julien Freund, La guerra nelle società moderne, a cura di Alessandro Campi, Marco Editore, Lungro di Cosenza 2008, pp. 126 euro 16,00.

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Ecco un libro che dovrebbero leggere tutti. Anche coloro che si riconoscono negli ideali arcobaleno del pacifismo. Del resto gli antichi romani che se ne intendevano asserivano solennemente si vis pacem, para bellum (se vuoi la pace, prepara la guerra). Dal momento che avevano capito che pace e guerra sono eventi collegati e storicamente ricorrenti, stante la natura “pericolosa” dell’uomo. Di qui la necessità di considerare la guerra una eventualità sempre incombente e alla quale prepararsi.
Dobbiamo perciò essere grati ad Alessandro Campi per aver curato la pubblicazione italiana di questo magnifico testo di Julien Freund, La guerra nelle società moderne (Marco Editore, Lungo di Cosenza 2008, pp. 126. euro 16,00). Dove il grande sociologo francese, scomparso nel 1993, appena settantenne, vicino a Carl Schmitt e allievo di Raymond Aron, tratteggia brillantemente forme, funzioni e significato della guerra moderna. E, attenzione, dal punto di vista di una sociologia realista: che non concede nulla alle utopie pacifiste come a quelle belliciste.
Qual è la sua tesi di fondo? Quella di imparare a conoscere la guerra, studiandola, e così ridurne la portata distruttiva. Partendo però da un presupposto: che “la guerra è una forma specifica di controversia socio-politica e che “pace” significa assenza di guerra”. Ma attenzione, non “assenza di conflitti”. Che a loro volta, se riguardano gli stati, possono, sfociare in guerra. E così via.
“Sarebbe ridicolo - scrive Freund - da parte di uno studioso condannare in nome dell’etica o di un’ideologia, un’eruzione vulcanica o la legge di gravità” . E la stessa cosa - aggiunge - vale per la guerra, che, come forma estrema di conflitto, può essere assimilata a un’ eruzione vulcanica, di cui si possono conoscere le modalità e perfino, entro certi limiti, la periodicità. Senza per questo poter ( o dover) cancellarla dalla sfera di una “eruttiva” naturalità delle cose sociali.
Pertanto se la realtà è quel che è, l’unica cosa che resta da fare è prenderne atto, cercando preventivamente di limitare, fin dove possibile, il ricorso alle armi. Indagando, da sociologo, e non da “sociogogo” (nuova versione della demogogia), la realtà sociale.
Ma in che modo? Secondo Freund si deve cercare di evitare che il conflitto si radicalizzi sulla base di due soli contendenti. E’ sempre necessario, a suo avviso, che vi sia un Terzo soggetto, capace di mediare tra i due in conflitto. Ci spieghiamo meglio.
Secondo Freund in politica il Terzo, come elemento mediatore, arbitro, intermediario, giudice, eccetera, è un fattore di equilibrio. Di conseguenza la sua scomparsa può determinare un dualismo pericolosissimo. E qui si pensi al radicalismo ideologico in bianco e nero delle guerre novecentesche.
Attualizzando la tesi di Freund si può ritenere che il presente conflitto tra Anglo-America e mondo Arabo-Islamico sia frutto dell’assenza di un Terzo: l’Europa. Come unità geopolitica capace di mediare e ricondurre alla ragione i due contendenti. Perciò fin quando l’Europa non riacquisterà la sua indipendenza economica, politica e militare difficilmente il conflitto tra Occidente americano e Islam cesserà.
Ovviamente il libro è interessante anche per due ragioni. In primo luogo, perché ci fa (ri)scoprire il pensiero di Freund, così ricco di profonde riflessioni storiche e sociologiche, al punto da sbalordire il lettore. Freund è tuttora poco noto in Italia, benché conosciuto e stimato soprattutto a destra: in molti ricordano le sue presenze ai convegni anni Settanta della Fondazione Volpe
In secondo luogo, la lettura di Freund, autore di una tra le maggiori opere di scienza politica della seconda metà del Novecento (L’Essence du politique, 1965), resta un ottimo vaccino contro gli estremismi del pacifismo e del bellicismo. Il suo è un sano realismo che indica le cose per quello che sono. Il che di questi tempi non è poco.

Carlo Gambescia

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