martedì 29 luglio 2025

Dazi e aiuti di stato. Come volevasi dimostrare…

 


Ne parlavamo proprio ieri (*). Confindustria, per dirla alla buona, bussa a quattrini.

I dazi al 15 per cento – cosa ovvia – non possono non penalizzare le nostre esportazioni. E, puntuale come un orologio svizzero, oggi sul “Sole” si legge che Confindustria, che ama celarsi dietro frasi altisonanti, evoca un “piano industriale straordinario”.

Tradotto: aiuti pubblici a pioggia. Non importa se arrivino da Roma o da Bruxelles. Basta che arrivino.

Quanto? Secondo le simulazioni del Centro Studi di Confindustria – basate su vari scenari – con dazi al 30 per cento, la perdita ammonterebbe a circa 40 miliardi di euro annui; con quelli al 15 per cento, “solo” a 20 miliardi (**).

Che vittoria per Ursula von der Leyen! Certo. Però – se ci si passa la battuta – la logica (assurda) è quella del pagamento della metà della multa: il 15 per cento invece del 30. Una multa, tra l’altro, inventata da Trump. E che, comunque, non sarà pagata da Confindustria, bensì dall’incolpevole cittadino.

Chi paga? Il contribuente, europeo o italiano: decida il lettore. Giorgia Meloni, già statalista di suo, non sembra affatto contraria a concedere aiuti. Magari tentando di rivalersi sull’Unione Europea, spalmando gli aiuti italiani sulle spalle degli altri contribuenti europei.

Il punto è che i dazi – qualunque sia il loro livello – impongono l’aiuto di Stato. Una specie di patto scellerato tra Stato e imprese protette, a danno del contribuente. Basta aprire un qualsiasi manuale di economia.

Si dirà: meglio così che una guerra commerciale. Vero. Perché le ritorsioni a specchio causerebbero danni, oggi difficili da quantificare con precisione, ma stimati tra i 50 e i 100 miliardi di euro l’anno (***).

Però – ed è qui il punto – la logica del male minore finisce per favorire il male maggiore: non colpisce il prepotente (Trump) e i vigliacchi o pigri (le imprese pronte a tendere a la mano) premia chi ha sbagliato e fa pagare chi non ha colpa. 

Il solito gioco: socialismo per gangster politici e parassiti. Per contro,  mercato – si fa per dire, perché nulla ha a che vedere il liberoscambio – come un randello sulle zucche dei cittadini. 

Quasi quasi sarebbe meglio una guerra commerciale. Almeno lì si saprebbe chi è il nemico. Qui, invece, come spesso accade, si combatte sotto falsa bandiera. E a pagare è sempre lui: il cittadino. Contribuente senza voce, ma con il portafoglio sempre aperto…

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/2025/07/trump-von-der-leyen-e-i-dazi-al-15.html .

(**) Qui: https://www.confindustria.it/pubblicazioni/da-dazi-e-dollaro-svalutato-piu-incertezza-e-meno-fiducia-frenano-export-consumi-e-investimenti/.

(***) Qui: https://www.imf.org/en/Publications/WEO/Issues/2023/10/10/world-economic-outlook-october-2023 .

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