Oggi vorremmo accostare alcune notizie, per poter formulare un
quadro della situazione generale. Situazione, almeno a nostro avviso,
politicamente e culturalmente molto critica. Si rischia veramente di
sprofondare nella barbarie.
La prima notizia la dobbiamo all’amico Alessandro Litta Modignani,
brillante giornalista liberale, che sulla sua pagina Fb ha pubblicato,
rilanciando dal “Giornale della Libreria”, fonte AIE (Associazione Italiana Editori), un raffronto tra le
classifiche dei libri più venduti nel 1988 e nel 2023.
La seconda all’Ansa che riprendendo sempre dati AIE informa che “nel 1988
si vendevano nelle librerie e nei supermercati circa 50 milioni di libri
ogni anno”. Mentre “nel 2023 (nel frattempo si sono aggiunte le
librerie online) le copie vendute sono state 112 milioni, al netto dei
libri scolastici, dell’editoria accademica e professionale, dei libri in
formato digitale”.
La terza notizia rimanda a una questione tra il terrorismo e la
barbarie politica che riguarda un magistrato minacciato di morte:
Silvia Albano, uno dei sei giudici del tribunale di Roma che si è
pronunciato sul trattenimento dei migranti in Albania. La si accusa,
sull’onda di una una barbara campagna di stampa della destra,
purtroppo degna degli abissi retorici della Repubblica di Weimar (si
legga Nolte), di essere una toga rossa. E che per questa ragione deve
morire. Questo, in sintesi, il gravissimo contenuto delle centinaia di
messaggi ricevuti, ora agli atti nella denuncia presentata dal
magistrato alla Procura di Roma (***).
Primo punto. Che dicono i dati sulla vendita dei libri? Basti il
dato “grezzo” sulla quantità: che oggi rispetto al 1988 si vende più
del doppio delle copie. E la qualità? Non bene, se andiamo a leggere
autori e titoli dei libri più venduti.
Per dirla brutalmente, da Italo Calvino siamo passati a Roberto
Vannacci. Il contrasto tra la compatta ideologia vannacciana,
chiaramente di estrema destra, rispetto alle arguzie, ai dubbi, alla
sagacia di un Calvino non ha bisogno di commenti.
E qui, secondo punto, veniamo alle minacce al giudice. Che sono il
portato di una diffusa cultura dell’odio politico, oggi cavalcata
dalla destra, come un tempo, prima dell’uragano populista di
Tangentopoli nel 1992,che mescolò tutte le carte politiche, fu cavalcata
dalla sinistra, non tutta a dire il vero.Però.
Oggi invece è la sinistra ad essere in difficoltà dinanzi
all’aggressività dello squadrismo, per ora mediatico, della destra.
Attenzione, lungi dai noi qualsiasi idea di proporre una riflessione
sulla sinistra del tipo “chi semina vento, raccoglie tempesta”.
Insomma che la sinistra meriti il trattamento. Anche perché sono
riflessioni che ora non servirebbero a nulla. Porterebbero solo acqua
al mulino di una destra al governo che sta smantellando lo stato di
diritto. E in cerca di capri espiatori. A sinistra ovviamente.
La sinistra può avere sbagliato in passato, però oggi la destra sta
varcando i confini della legalità e cosa più grave del buon senso
istituzionale, anche in modo piuttosto volgare. Giorgia Meloni non ha
forse definito i giudici “menefreghisti”? E di che cosa, di grazia?
Della volontà del popolo, sempre secondo Giorgia Meloni.
Del resto la ” volontà del popolo”, secondo la destra, dove ci sta
portando? All’introduzione di nuovi reati, alla deportazione dei
migranti, al rafforzamento dell’organico della polizia, all’
isolamento dei magistrati e dei giornalisti non allineati al nuovo
potere. Sembra di assistere a un film già visto. La sinistra ripiega,
proprio come nel 1921-1922, quando subì, quasi inerme, il sopravvento
dello squadrismo fascista, ovviamente con il tacito permesso delle
forze di polizia e il silenzio di una pavida magistratura.
Oggi però lo squadrismo si è fatto mediatico e digitale. E non è
meno pericoloso. Certo, non è più al servizio dei proprietari
terrieri, ma, volente o nolente, “serve” i ceti economicamente
parassitari: dalle costruzioni, alle assicurazioni con addentellati
bancari, al commercio e agricoltura ( di questo “mangiare italiano”,
non se ne può più…); dalle aziende pubbliche e semipubbliche, e
probabilmente alle grandi organizzazioni criminali, infiltrate
nell’amministrazione pubblica. Si potrebbe parlare di guarda bianca
digitale.
Costruzioni, assicurazioni, eccetera, sono soggetti sociali, o
meglio gruppi di pressione e influenza, che vogliono che tutto cambi
perché nulla cambi. Il “ponte sullo stretto” rischia di essere una
specie di monumento a questa Italia. L’antico verminaio nascosto sotto
il sasso, riscoperto con un "calcione" (letterario) da Tomasi di
Lampedusa. Del resto solo una destra autarchica e statalista, a
richiesta con radici fasciste, può nutrire parassiti e vermi.
Ovviamente, come tutte le canaglie, nel nome della grandezza della
patria.
Alla base della piramide eversiva dell’ordine liberale si muovono
gli squadristi digitali, coloro che minacciano Silvia Albani. Un
magistrato che ha l’unica "colpa" di essere di sinistra, di fare parte,
si dice con orrore, di “Magistratura Democratica” . Proprio come nel
1921-22 si picchiava e imprigionava chi leggeva “L’Avanti!”, distruggendone anche le
sedi.
Per questa gente, e qui piace ricordare un film spagnolo di Berlanga
(“La Escopeta nacional”, 1978), non uscito in Italia, la neutralità
consiste nell’essere di destra. Uno dei protagonisti del film, un
industriale, per essere accettato nei corrotti ambienti affaristici
vicini a Franco, dichiara candidamente: “Non mi sono mai occupato di
politica, perché sono di destra come mio padre”. Ecco, secondo la
destra, questa deve essere la posizione dei giudici. Apolitica perché
di destra…
Tornando alla questione delle classifiche dei libri più venduti,
sappiamo benissimo che comprare un libro non vuol dire leggerlo…
Evidentemente, se leggere significa crescere culturalmente, si comprano
più libri, ma non si leggono, e di conseguenza la cultura politica si è
imbarbarita. Oppure, altra risposta, si leggono, ma optando per
letture meno impegnative e dalle risposte facili a problemi complessi.
Il che spiega la prevalenza di Vannacci e di autori, di facile e largo
consumo, rispetto a Calvino, Pirandello Kundera, Bufalino, Yourcenar.
Ecco, proprio l’opera di Marguerite Youcernar, madre di un
femminismo, colto, di largo respiro, anche agguerrito, ma
profondamento diverso da quello da talk show di Michela Murgia, fatto
di proclami, e cosa più grave: di risposte altrettanto semplici,
questa volta da sinistra, come quelle del generale Vannacci a destra.
Non parliamo di qualità letteraria. Michela Murgia, che non è più tra
noi, resta comunque una buona scrittrice. Nulla a che vedere con la
prosa cadorniana del generale Vannacci. Ma la forma mentis della
Murgia, da barbarica guerra culturale, spiega il testa a testa nelle
vendite a colpi di scimitarra con Vannacci, il feroce Saladino delle destre Per dire una banalità (forse superiore) gli estremi finiscono sempre per toccarsi.
Pertanto, e concludiamo, le vendite dicono che prevale la letteratura
delle risposte semplici ai problema complessi. E cosa c’è di più
semplice, diremmo sbrigativo, sul piano delle risposte, dello
sparare a chiunque non la pensi come noi? Cominciando proprio da un giudice?
Carlo Gambescia
(*) Qui: https://www.facebook.com/photo/?fbid=854920080164042&set=a.552215477101172 .
(**) Qui: https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/libri/2024/05/28/libri-mercato-nazionale-raddoppiato-rispetto-al-1988_84ac5c16-5bc5-4e17-b1af-1b9bcd6752ec.html.
(***) Qui: https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2024/10/24/minacce-di-morte-alla-giudice-albano-presentata-denuncia_5904166a-8ae9-42f2-add8-51094e05aaa0.html
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