L’integrazione non funziona, perciò meglio che rimangano a casa “loro”. Mandante morale dell’omicidio di Sharon è la sinistra, apertamente favorevole ad accogliere i migranti.
Ecco la raffinatissima tesi celebrata su giornali e social da chi vota Meloni, Salvini Tajani e batte le mani al generale Vannacci quando alla Versiliana proclama che i gay sono una minoranza statistica e che quindi devono tacere. L’eugenetica hitleriana era sulle stesse posizioni a proposito di zingari, ebrei, omosessuali, “minorati fisici”. Vannacci è sulla buona strada.
Non ci si lasci imbrogliare dalle melliflue tattiche politiche di Giorgia Meloni, apparentemente sempre pronta a mediare con i suoi alleati sull’Ucraina, sulla Nato, sull’Ue, sulla Palestina.
Il veleno fascista se lo tiene tutto dentro. Per ora. La “mamma più affettuosa d’ Italia” è la stessa che ha favorito la diffusione di una tesi sui migranti che affogano, degna degli artifici propagandistici di Goebbels: sarebbero le navi di soccorso delle Ong a mettere a rischio la vita dei migranti e non l’assenza di soccorsi, causata invece da un normativa, varata dalla destra, che vieta alle Ong di soccorrere altre “mamme affettuose” ma africane.
Semplificando al massimo: se si incontrano dei naufraghi li si deve lasciare lì, perché soccorrendoli si rischia di fare loro del male. Lo stesso Basaglia, con pazienti come Giorgia Meloni, avrebbe avuto enormi difficoltà nel curarne i problemi mentali. Perché una tesi del genere è da trattamento sanitario obbligatorio.
Eppure in molti condividono, rilanciano, celebrano i fasti di un
governo, con la fiamma, che in pratica rappresenta il punto di arrivo
della normalizzazione di un sentire che ha le sue radici negli
pseudo-valori della tentazione fascista.
Un nostro amico, un caro amico, giornalista, intelligentissimo, si confidava, asserendo che anche con un governo del genere, continua a sentirsi di destra…
Forse lo si poteva essere un secolo e mezzo fa. Si pensi alla Destra storica italiana di ispirazione cavouriana, che in politica guardava a Londra e Parigi. Liberale, mai clericale, liberista in economia. Attenta a chiudere i bilanci in pareggio. Un’esperienza terminata nel 1876. Quella destra, l’unica “pulita” della storia d’Italia, aveva portato a casa l’Unità. Onore a quei Padri.
Un’unificazione politica messa poi a rischio dal fascismo, alleatosi con il nazionalsocialismo. Spesso non si ricorda che, oltre alla violenta guerra civile che divise l’Italia in due ( al Nord nazisti e fascisti, al Sud gli anglo-americani), nel dopoguerra, se non vi fosse stata la necessità di un fronte unico contro il comunismo sovietico, l’Italia avrebbe perduto la sua parte insulare. Paradossi storici: Mussolini, fanatico nazionalista, aveva ottenuto l’effetto contrario, lo smembramento dell’Italia. Cioè la morte della nazione.
Per fortuna sulla rigidità britannica prevalse la buona volontà degli americani. L’Italia risorse grazie all’opera di statisti liberali, in qualche misura eredi del riformismo giolittiano, come Alcide De Gasperi e Luigi Einaudi. Un destra, certo molto riformista, che per alcuni guardava a sinistra, ma decente, presentabile. Degna dei Padri del 1861. Una destra che servirebbe oggi. E che purtroppo non esiste più.
Il punto è che ai tempi di Almirante, l’eredità della disastrosa guerra fascista scatenata da Mussolini al seguito di Hitler, era ancora viva nelle menti delle generazioni degli anni Dieci e Venti del Novecento. Tra i quali molti partigiani di ogni colore politico, uniti però, al di là di ogni polemica o strumentalizzazione, sulla natura antifascista della Costituzione.
Una coesione ideale che fu di ostacolo a ciò che invece è accaduto oggi: il ritorno e la normalizzazione del sentire fascista, dall’odio verso i migranti e i diversi al nazionalismo, al clericalismo, al familismo, feticci socio-politici in cui neppure la chiesa, che pur benedì i gagliardetti fascisti, si riconosce più.
Così stanno le cose. Manca una destra decente, presentabile, di cui non vergognarsi.
Pertanto al momento non ci si può “sentire” né “essere” di destra.
Anzi, diremo di più: si deve essere contro “questa destra” che rappresenta il lato peggiore della storia d’Italia dall’Unità ai nostri giorni.
Carlo Gambescia