Una lettera agli amici lettori
Non ricordo di aver mai trascorso una
Pasqua così…
Cari
Amici,
Scrivo
e studio da più di quarant’anni, ho viaggiato, insegnato, tenuto conferenze, presentazioni, intrattenuto rapporti con tante persone, eppure non
ricordo di aver mai trascorso una Pasqua
come questa, distinta, e duramente, da una clamorosa condizione di illibertà.
Però
quel che mi stupisce di più, proprio come sociologo, è la passività delle
persone, che vado ogni giorno osservando e scoprendo persino sui Social.
Sta
accadendo, purtroppo, quel che mai dovrebbe accadere. O accadere solo in
condizioni di reale pericolo e di obiettiva necessità sociale , come ad esempio
durante una guerra o dopo un cataclisma
naturale.
Cosa sta accadendo alle persone? Una volta venute meno le abitudini sociali, per inaudite imposizioni politiche, l’individuo si è ritrovato solo con le sue preoccupazioni e paure. Di qui il ripiegamento su se stessi e la scarsa o assente volontà di comunicare. Si potrebbe parlare di individualismo angosciato. Ci si sente schiacciati sotto il peso di vicende più grandi di noi. E di conseguenza, come da manuale, va diffondendosi tra le persone la rassegnazione.
Cosa sta accadendo alle persone? Una volta venute meno le abitudini sociali, per inaudite imposizioni politiche, l’individuo si è ritrovato solo con le sue preoccupazioni e paure. Di qui il ripiegamento su se stessi e la scarsa o assente volontà di comunicare. Si potrebbe parlare di individualismo angosciato. Ci si sente schiacciati sotto il peso di vicende più grandi di noi. E di conseguenza, come da manuale, va diffondendosi tra le persone la rassegnazione.
Il
che implica un atteggiamento di “infantilizzazione”
accompagnato da un’incessante e devastante “bisogno di rassicurazione”. Il bambino sociale - come il bambino reale - non ha spiccata autonomia di giudizio. Inoltre, le sue reazioni, che vanno dalla sottomissione alla
ribellione, possono essere controllare più facilmente soprattutto in un ambiente
protetto, dalla famiglia (bambino reale) allo stato sociale (bambino sociale). Ed è quello
che sta avvenendo per milioni di “bambini sociali”, di cittadini, insomma.
Si
noti il largo uso da parte delle istituzioni di un lessico militare e patriottico volto a costituire un ambiente
protetto capace al tempo stesso di rassicurare a ammonire, proprio come si fa
con i bambini.
Il
che ovviamente ha delle severe
controindicazioni: la rassegnazione in basso e le rassicurazioni-ammonizioni in alto rischiano di trasformare l’Italia in una società
paternalistica a sfondo autoritario. Dove la perdita della libertà politica, economica e sociale viene presentata al cittadino in modo
paternalistico, come necessaria per “il
suo bene”. Insomma, l’esatto contrario di ciò che distingue
una società liberale e aperta, dove ogni individuo, in quanto uomo adulto, sa ciò che è bene per sé, o comunque ne può decidere liberamente, senza tutori politici e sociali di nessun genere.
Su
questi aspetti - un vero e proprio processo di catastrofica involuzione politica - mi interrogo pubblicamente fin dalle fasi precedenti all’inizio dell’epidemia,
indicandone le pericolose conseguenze
per l’Italia.
La
cosa mi ha creato nemici e mi ha
permesso di scoprire falsi amici. Ma
non è questo il problema. La situazione
per la libertà in Italia è di una gravità tale che va oltre la mia
vita. Qui
è in gioco il nostro futuro, come esercizio di libere capacità critiche, non tanto di noi sessantenni, ma dei nostri figli
e nipoti.
Forse
dovremmo cominciare, noi tutti, a interrogarci sul ruolo della disobbedienza
civile come unica arma politica da impugnare, quando un’intera nazione di cittadini, di
singoli esseri pensanti, ricchi di sogni, progetti, idee, viene, come sta accadendo, letteralmente relegata agli arresti
domiciliari. E per ragioni oscure, o
comunque non chiare, come illustra lo studio di
alcuni specialisti, di cui ha dato notizia “Affari Italiani” (*). O come evidenziano i grafici e tabelle pubblicati da “Linea”, grazie allo
straordinario acume di Carlo Pompei (**). Al quale va un saluto particolare.
Cari
amici, vi ringrazio per avermi seguito fin qui. Un grande
abbraccio e Buona Pasqua, nonostante tutto.
Carlo Gambescia
(*) In particolare i numeri 4-7, scaricabili gratuitamente qui: http://linea.altervista.org/blog/?doing_wp_cron=1586672237.1127719879150390625000