“Decreto liquidità”
Prosegue la marcia cingolata verso il socialismo sanitario
Chi la fermerà?
In
Italia quasi più nessuno sembra opporsi alla terribile deriva socialista,
statalista e autoritaria in atto. Nessuno reagisce di
fronte al succedersi di eventi che indicano una cosa sola: la distruzione
progressiva delle risorse sociali, morali, economiche del Paese, immolato sull’altare di una specie di via sanitaria al socialismo.
Il
“Decreto liquidità”, approvato in fretta e furia, si appresta a portare il debito pubblico ben
oltre i tremila miliardi (da duemilaquattrocento), distruggendo in un colpo solo il futuro del Paese.
Ma c'è dell'altro: si consegnano le imprese italiane alla Cassa Depositi Prestiti, decisione che non è che il primo passo verso l’ingresso dello stato nella gestione diretta o indiretta di imprese, cinicamente condannate al fallimento per poi salvarle strappandole ai privati; si regalano con nonchalance licenze medie, maturità, lauree, penalizzando intere
generazioni di studenti e professionisti; si introducono pesanti vincoli di mercato, ampliando il potere di veto dello stato sulle
attività economiche, strategiche o in
procinto, naturalmente, di diventarlo per decreto.
Una
catastrofe, ripetiamo,
economica sociale e morale, che sta per abbattersi su un’Italia tramortita, impaurita e costretta a vivere in lager domestici. Un Paese incapace di reagire, che giace semisvenuto sotto i colpi sempre più duri di
una propaganda che vede coalizzate destra e sinistra. Una specie di lavaggio del cervello quotidiano che sta trasformando l’Italia in
un carcere a cielo aperto.
Inutile evocare stupidamente cospirazioni e complotti. È bastato un semplice rimbalzo ideologico, da destra a sinistra, di concetti welfaristi, già presenti e diffusi nell’immaginario politico e collettivo. Idee e concezioni stataliste avvelenate dal principio di precauzione, che, come fattore politico, non è altro che la continuazione del socialismo con altri mezzi: quelli di micidiali misure preventive, via via sempre più limitatrici della libertà
Inutile evocare stupidamente cospirazioni e complotti. È bastato un semplice rimbalzo ideologico, da destra a sinistra, di concetti welfaristi, già presenti e diffusi nell’immaginario politico e collettivo. Idee e concezioni stataliste avvelenate dal principio di precauzione, che, come fattore politico, non è altro che la continuazione del socialismo con altri mezzi: quelli di micidiali misure preventive, via via sempre più limitatrici della libertà
Pochi giorni fa ho apposto la firma a un Manifesto di impianto
liberale che mette in
guardia il Paese proprio da questa pericolosa deriva:
“Non sarà una pandemia statalista a salvare l’Italia
dalla pandemia economica e sanitaria” (per firmarlo: nopandemiastatalista@gmail.com).
Reazioni pubbliche al Manifesto, per ora zero, da destra come da sinistra. L’Italia ha sempre adorato i suoi carcerieri, salvo poi squartarli e appenderli… Magari dopo venti lunghi anni…
Reazioni pubbliche al Manifesto, per ora zero, da destra come da sinistra. L’Italia ha sempre adorato i suoi carcerieri, salvo poi squartarli e appenderli… Magari dopo venti lunghi anni…
Per
ora, la marcia verso una nuova specie di socialismo, il socialismo sanitario,
welfarista, sembra inarrestabile... Chi la
fermerà?
Carlo Gambescia