giovedì 2 aprile 2020

Riflessioni sull’Italia al tempo del Coronavirus
Un popolo di  mendicanti che ignora la libertà

Da cosa si capisce che un paese  non ama libertà? E che ne può fare tranquillamente a meno? “Tranquillamente” si fa per dire. 
Un primo esempio è rappresentato dai milioni di mendicanti, tutti lavoratori autonomi, quindi in teoria liberi professionisti, spina dorsale della società liberale,  che invece di protestare, chiedendo il ritorno a una vita normale,  per produrre reddito liberamente, ieri  hanno preso d’assalto il portale dell’Inps, per un piatto lenticchie…   Che poi l’Inps non sia all’altezza,  non è questione di organizzazione, ma di incapacità costitutiva di ogni burocrazia statale, anche digitalizzata.  Quindi ragionare di  come migliorare i servizi dell’Inps  significa iscriversi al Partito Italiano dei Mendicanti  (PIM), il partito  di coloro  che non hanno mai capito che lo stato non è la soluzione ma il problema. La via di salvezza, non sarà mai il potenziamento digitale dell’Inps, ma la sua privatizzazione con il ritorno alle casse private  e autonome, su base volontaria. Questa è la vera  libertà non mendicare 600 euro. 
Secondo esempio, le chiacchiere di ieri  sui "bimbi a spasso"  con i  genitori.  Qui la vera riflessione da fare  era un’altra. Quale?  Interrogarsi, non sulle ragioni terapeutiche della salute infantile o altre scemenze minori, ma sul fatto che la situazione politica ha preso una piega che si è al punto che sono regolati per legge  gli aspetti più minuti della nostra vita sociale. E che rischia di andare sempre peggio, perché siamo nelle mani del governo più statalista dopo quello fascista.   


Il vero  problema   è   che non possiamo uscire di casa, salvo nei casi previsti dalle legge. Questo è grave: si tratta di un serio affronto alla libertà individuale. Qualcosa che è al di sopra di tutto, perfino dell'epidemia. E qual è la cosa ancora più grave?   Che i cosiddetti  "difensori" dei bambini al tempo del Coronavirus, non capiscano che qui è in gioco la libertà,  non  i rapporti padre e figlio.  O, come addirittura  si  legge “il sano sviluppo evolutivo” del bambino. Nella Germania nazista e nella Russia comunista i bambini, futuri soldati dell’ideologia, erano sanissimi e accuditissimi, ma non c’era  libertà.  E per  contro,  i bambini ebrei o borghesi erano meno sani e accuditi  degli altri… Questi ultimi, in Russia, non erano mangiati,  ma  strappati alla famiglie,  obbligati a denunciare i genitori,  per essere educati o rieducati  ai sani valori del comunismo.  Ripetiamo, in Italia - eppure  abbiamo assaggiato  la frusta  del regime fascista -   non si capisce che lo stato  non è la soluzione ma il problema.
E così  tutti lì con la  mano tesa. Ovviamente una volta girato l’angolo, come  certi mendicanti, l’italiano butta la stampella e si mette a correre…

Carlo Gambescia