Un appello per “Linea”
Coronavirus e Stato di Polizia:
una battaglia di libertà
una battaglia di libertà
Oggi desidero pubblicare un appello per “Linea”. Che però non può non essere preceduto da una premessa, altrimenti sarebbe incomprensibile. Una lunga
premessa su quanto sta accadendo.
I
governanti, tutti, hanno ormai perso
la testa. Cosa non farebbero per non perdere il potere... Perciò gli italiani si preparino a non mettere più fuori la testa di casa. È questione addirittura di
giorni.
Ieri ho tentato di sottolineare, da umile sociologo, i rischi che si corrono: non tanto di
morire di Coronavirus, quanto di finire
in catene, in isolamento, in un’Italia prigioniera della paura (*).
Si ricordi: l’atteggiamento tipico di ogni governo autoritario è di colpevolizzare i cittadini per poter punire meglio.
Sui giornali di oggi, che riprendono compiaciuti i toni allarmistici di politici che hanno perso la testa, si legge che gli italiani non restano a casa (come se fosse normale cambiare da un giorno all’altro le proprie
abitudini), non ubbidiscono, “escono troppo per fare la spesa”.
Pertanto, come si intuisce, si sta preparando un altro giro di vite, probabilmente anche di tipo digitale, dal momento che si parla, come perla Lombardia ,
di controlli ferrei oltre che stradali, sulle celle dei telefonini. In nome,
ovviamente, del nostro bene.
Pertanto, come si intuisce, si sta preparando un altro giro di vite, probabilmente anche di tipo digitale, dal momento che si parla, come per
Tecnica
semplicissima, ripetiamo: colpevolizzare e punire. E con una sua logica
securitaria ferrea, che una volta messa in moto, soprattutto, se l’epidemia proseguirà a bassa intensità (in
rapporto al numero totale della popolazione), come sta avvenendo, l’Italia, ma a
questo punto tutti i paesi che seguiranno l’esempio italo-cinese, si trasformerà in carcere a cielo aperto, con conseguenze
politiche ed economiche
devastanti.
Oggi
su “Repubblica” Ezio Mauro, ma il discorso è generale (riguarda i media di destra e sinistra), liquida come
thatcheriani coloro che osano
criticare - pochissimi
in verità - la natura liberticida
delle misure governative. Ma si noti pure l'uso distorto che si fa del termine "negazionista", usato un tempo, e giustamente, per i "negatori"della Shoah, nei riguardi invece di coloro che dissentono dalle misure governative di questi giorni.
Sveglia! Sta nascendo uno Stato di Polizia. Le forze politiche (tutte), aiutate da una stampa embedded, usano il potere biopolitico - di vita e di morte - per mantenersi al potere: si terrorizzando i cittadini per ottenerne l’obbedienza assoluta. E così restare aggrappati al comando. E' quasi una legge fisica. Più cresce e si diffonde il senso di pericolo più i cittadini sono disposti a subire, senza farsi domande, le misure più severe. E da che mondo è mondo, il silenzio è alle radici dell'obbedienza sociale.
Sveglia! Sta nascendo uno Stato di Polizia. Le forze politiche (tutte), aiutate da una stampa embedded, usano il potere biopolitico - di vita e di morte - per mantenersi al potere: si terrorizzando i cittadini per ottenerne l’obbedienza assoluta. E così restare aggrappati al comando. E' quasi una legge fisica. Più cresce e si diffonde il senso di pericolo più i cittadini sono disposti a subire, senza farsi domande, le misure più severe. E da che mondo è mondo, il silenzio è alle radici dell'obbedienza sociale.
Vengo
finalmente al punto. Chi scrive, a parte
qualche amico, non si è mai sentito solo come in questo momento. Chiedo perciò
ai tanti o pochi che mi leggono, di contribuire alla diffusione di “Linea”. Un testata storica, (per ora settimanale), che, grazie all'opera del geniale Carlo Pompei, direttore in
pectore, e di altri bravi redattori, si propone di informare il lettori in modo esente da pregiudizi, dei pericoli involutivi che inevitabilmente derivano da scelte politiche gravissime, che - si badi - non hanno precedenti nella storia della
Repubblica.
Non
si dia ascolto alle polemiche "organizzative" - il cosiddetto giochino delle responsabilità - su
cosa si poteva e potrebbe fare in materia di sanità, roba da intrattenimento, da talk show politico: certo, quattro medici per italiano... Polemiche usate per distrarre l'attenzione dai problemi di libertà. Ma non si dia neppure ascolto alle melliflue parole di
certa cultura di sinistra , anche cattolica (e perfino in alto), sulla necessità di riscoprire il valori domestici e spirituali. Appelli dietro cui si nasconde il ghigno del mostro statalista se non addirittura cesaropapista e socialista. E nemmeno si dia retta ai conati di vomito dittatoriali di una destra che vorrebbe
controllare perfino il respiro degli
italiani. Altro che la misurazione della febbre, la destra vuole i colonnelli.
Ripeto: un’intera classe politica, a destra come a sinistra, sta giocando sulla paura per impedire agli italiani di pensare. “Linea” si oppone a tutto questo.
Cari amici leggete e diffondete (**). Contribuite alla difesa della libertà di tutti. Anche di chi non sembra capire - e sono tanti, troppi - la differenza che passa tra un servo e un uomo libero.
Carlo Gambescia
(**) Linea è scaricabile gratuitamente qui: linea.altervista.org/blog/.