sabato 7 marzo 2020

Coronavirus, Bonafede chiude i tribunali
Populismo viral-giudiziario


Al momento non conosciamo ancora nei dettagli le misure del  Ministro della Giustizia Bonafede varate per tribunali e uffici giudiziari, ma una cosa è sicura:  si annuncia  la  "sospensione feriale" fino al 31 maggio:  insomma niente udienze, servizio con il pubblico ridotto e altre  misure cautelari da estendere o meno  in base agli sviluppi dell’epidemia. Il che, come vedremo, è tutto un programma.  
Le misure annunciate, per dirla brutalmente, rappresentano un  danno stratosferico  per la società civile, già seriamente penalizzata da una giustizia che sul piano organizzativo,  se non è allo sfascio, poco manca.
Come si può capire - cosa che ripetiamo da giorni -  la situazione  si sta avvitando. Non pensiamo solo all’epidemia in sé,  le cui cifre sono risibili, ma al progressivo e devastante stravolgimento della realtà sociale  causato da  un’epidemia psichica (questa sì reale...), un misto di  paura e irresponsabilità,  che ha il suo caso zero proprio  nel governo populista. E di questo oggi parleremo. Chiunque voglia invece approfondire gli aspetti dell'avvitamento  sociologico  dell'epidemia  troverà un nostro articolo in argomento  nel prossimo numero di “Linea” settimanale, scaricabile gratuitamente da lunedì 9  marzo (*). Che per inciso, conterrà anche un eccellente articolo, sempre in materia, di Carlo Pompei.
Dicevamo del governo populista come caso zero.  Del  Ministro   Bonafede  sono già  noti  i bizzarri ragionamenti a proposito della colpevolezza  presuntiva  davanti alla legge di tutti gli italiani. Elucubrazioni per giustificare  il suo  barbarico   provvedimento sulla  prescrizione.  Annunciato asserendo che gli innocenti non hanno nulla da temere  da misure che fanno  il bene degli italiani: puro populismo giudiziario.  Evidentemente,  anche nel caso della chiusura dei tribunali,  il Ministro  ha  fatto lo stesso ragionamento, sempre a proposito - non sia mai -   del bene degli italiani  che  Bonafede ovviamente  conosce alla perfezione.

Il populista, e veniamo al punto, agisce in base all’etica dei principi: o bianco o nero; o tutti innocenti o tutti colpevoli; o tutto malati o tutti sani. 
Di conseguenza, non esiste  terza via.  E così si assumono  decisione dal taglio netto. O di qua o di là. Anche quando non sarebbe  necessario, come nel caso di un’epidemia che esiste solo nella mente del Governo populista presieduto da Conte, professore di diritto, per giunta privato,  di cui, per inciso, Bonafede è allievo. Quindi  tutti e due conoscono  perfettamente i danni che possono causare  all'Italia. Un Paese  che aspetta  quella giustizia che Conte e Bonafede hanno sempre sulle labbra.  
E qui affiora un'altra caratteristica  contraddittoria  ma  tipica del populismo, unitamente all’etica in bianco e nero. Quale?  Il populista  teme sempre di fare poco “per il popolo”, sicché, regolarmente travolto da questa sua ansia esistenziale,   rischia, come sta accadendo, di fare  troppo:  mettere in prigione tutti, chiudere (per ora) in causa tutti. E così via. 
Pur di  fare troppo,  e di giustificare questo troppo  - ecco un' altra caratteristica del populismo -   cosa si  fa?   Si travisa, intenzionalmente o meno,  la realtà.  E come lo si "incarta"  culturalmente  il travisamento?   Semplicissimo: si attinge alla  cultura catastrofista, ansiogena e terrorista, che caratterizza, quasi antropologicamente, il populismo.  Una pseudo-cultura  che  vede  il calice sempre mezzo vuoto. Tradotto: vede il mondo sempre  sull'orlo della catastrofe.   E così  il calice lo si  colma di paure culturalmente indotte e  animate, come detto, da un'etica in bianco e nero.   
Di conseguenza,  una volta al governo, come stiamo vedendo, la "sindrome" populista da  paura spinge a decisioni a dir poco arrischiate.  Decisioni  che diventano così il caso  zero - politico - di un’epidemia psichica che contagiando i cittadini   rischia di distruggere l'economia e il vivere civile. E per giunta - ecco il circolo vizioso che si chiude -  nel silenzio totale di un Paese  isolato e serrato in casa,  convinto  che sia giusto fare così.  Insomma, che addirittura ringrazia.
Carlo Gambescia  

(*)  Scaricabile  qui   da lunedì 9 marzo: http://linea.altervista.org/blog/?doing_wp_cron=1583565130.1624948978424072265625  . Al momento è scaricabile gratuitamente il  numero 1  ( 2 marzo).