Coronavirus, Bonafede chiude i tribunali
Populismo viral-giudiziario
Al
momento non conosciamo ancora nei dettagli le misure
del Ministro della Giustizia Bonafede varate per tribunali e uffici giudiziari, ma una cosa è sicura: si annuncia la "sospensione feriale" fino al 31 maggio: insomma niente
udienze, servizio con il pubblico ridotto e altre misure cautelari da estendere o meno in base agli sviluppi dell’epidemia. Il che, come vedremo, è tutto un programma.
Le misure annunciate, per dirla brutalmente, rappresentano un danno stratosferico per la società civile, già seriamente penalizzata da una giustizia che sul piano organizzativo, se non è allo sfascio, poco manca.
Come
si può capire - cosa che ripetiamo da giorni - la situazione si sta
avvitando. Non pensiamo solo all’epidemia in sé, le cui cifre sono risibili, ma al progressivo e devastante stravolgimento della realtà sociale causato da un’epidemia psichica (questa sì reale...), un misto di paura e irresponsabilità, che ha il suo caso zero proprio nel governo populista.
E di questo oggi parleremo. Chiunque voglia invece approfondire gli aspetti dell'avvitamento sociologico dell'epidemia troverà un
nostro articolo in argomento nel
prossimo numero di “Linea” settimanale, scaricabile gratuitamente da lunedì 9 marzo (*). Che per inciso, conterrà anche un eccellente articolo, sempre in materia, di Carlo Pompei.
Dicevamo
del governo populista come caso zero. Del Ministro Bonafede sono già
noti i bizzarri ragionamenti a
proposito della colpevolezza presuntiva davanti alla legge di tutti gli italiani. Elucubrazioni per giustificare il suo barbarico provvedimento sulla prescrizione. Annunciato asserendo che gli innocenti non
hanno nulla da temere da misure che
fanno il bene degli italiani: puro
populismo giudiziario. Evidentemente, anche nel caso della chiusura dei tribunali, il Ministro ha fatto lo stesso ragionamento, sempre a proposito - non sia mai - del bene degli italiani che Bonafede ovviamente conosce alla perfezione.
Il
populista, e veniamo al punto, agisce in base all’etica dei principi: o bianco o nero; o tutti innocenti o tutti colpevoli; o tutto malati o tutti sani.
Di conseguenza, non
esiste terza via. E così si assumono decisione dal taglio netto. O di qua o di là.
Anche quando non sarebbe necessario,
come nel caso di un’epidemia che esiste solo nella mente del Governo populista presieduto da Conte, professore di diritto, per giunta privato, di cui, per inciso, Bonafede è allievo. Quindi tutti e due conoscono perfettamente i danni che possono causare all'Italia. Un Paese che aspetta quella giustizia che Conte e Bonafede hanno sempre sulle labbra.
E qui affiora un'altra caratteristica contraddittoria ma tipica del populismo, unitamente all’etica in bianco e nero. Quale? Il populista teme sempre di fare poco “per il popolo”, sicché, regolarmente travolto da questa sua ansia esistenziale, rischia, come sta accadendo, di fare troppo: mettere in prigione tutti, chiudere (per ora) in causa tutti. E così via.
Pur di fare troppo, e di giustificare questo troppo - ecco un' altra caratteristica del populismo - cosa si fa? Si travisa, intenzionalmente o meno, la realtà. E come lo si "incarta" culturalmente il travisamento? Semplicissimo: si attinge alla cultura catastrofista, ansiogena e terrorista, che caratterizza, quasi antropologicamente, il populismo. Una pseudo-cultura che vede il calice sempre mezzo vuoto. Tradotto: vede il mondo sempre sull'orlo della catastrofe. E così il calice lo si colma di paure culturalmente indotte e animate, come detto, da un'etica in bianco e nero.
Di conseguenza, una volta al governo, come stiamo vedendo, la "sindrome" populista da paura spinge a decisioni a dir poco arrischiate. Decisioni che diventano così il caso zero - politico - di un’epidemia psichica che contagiando i cittadini rischia di distruggere l'economia e il vivere civile. E per giunta - ecco il circolo vizioso che si chiude - nel silenzio totale di un Paese isolato e serrato in casa, convinto che sia giusto fare così. Insomma, che addirittura ringrazia.
Carlo Gambescia
(*) Scaricabile qui da lunedì 9 marzo: http://linea.altervista.org/blog/?doing_wp_cron=1583565130.1624948978424072265625 . Al momento è scaricabile gratuitamente
il numero 1 ( 2 marzo).