Il titolo di "Avvenire"
Giusto, serve un vaccino per
il virus, ben più grave, del razzismo… Ma quale?
Non condividiamo la linea editoriale di “Avvenire”, viziata da certo antiliberalismo ottocentesco, ma la
prima pagina odierna merita tutta la nostra attenzione. Per quale ragione?
In primo luogo, perché differisce, e per lodevoli motivi, dal resto delle altre aperture. Infatti anche oggi tutti i quotidiani continuano a martellare i lettori, spargendo allarmismo in quantità industriali, sull'epidemia di Coronavirus.
In secondo luogo, perché il
vero problema europeo, nell’anno di
grazia 2020, non è il virus COVID-19, fortemente "mediatizzato", ma l’atteggiamento virale, come vedremo, che larga parte dei partiti politici europei non di destra, perfino
democristiani, sembra avere assunto nei riguardi - si faccia attenzione - non solo della questione migratoria in quanto
tale, ma addirittura delle più elementari regole di accoglienza
umanitaria. Le bastonate inferte a chi fugge da una guerra, come
mostrano le foto, indicano, che non c’è più pietà, ne ragione umanitaria, neppure per coloro che chiedono, e giustamente, asilo politico.
Perché
accade questo? Per una triste ragione. La grande scelta welfarista del
dopoguerra, di matrice cattolica, socialista e liberal-socialista, ha tradotto le politiche economiche governative in costose
fabbriche del consenso politico. Il
welfare come strumento di consenso, ecco il punto fondamentale della questione. Quindi la risposta è semplicissima. I rifugiati siriani non votano e
quindi non hanno diritto ad alcun aiuto.
A questo utilitarismo welfarista (altro che sincera compassione...), fondato sul peloso do ut
des governo-cittadino ( che include massicciamente l'uso ad hoc delle istituzioni statali), si affianca la recezione da parte della
classe politica (semplificando) catto-socialista, sempre a scopi elettorali, delle tesi
razziste delle destre europee. Una politica - si ritiene - capace di assorbire le tesi dell'avversario populista e sovranista. Che però si traduce, per fare solo
alcuni esempi, nel dichiarato appoggio dell’Ue alla Grecia
a proposito del contenimento dei
“nemici” alle frontiere e nella costosa
cambiale in bianco firmata a Erdogan, promosso sul campo, a fior di euro, in poco affidabile secondino del welfarismo europeo.
Curiosamente, l’utilitarismo catto-socialista mostra anche una certa coerenza
politica quando si batte per il cosiddetto voto agli immigrati regolari. Nel
senso che il voto rientra nel grande
gioco del do ut des welfarista. Quindi dal punto di vista del consenso il cerchio si chiude.
Di qui però, la ovvia e triviale opposizione delle destre razziste che, come noto, non vogliono condividere il welfare con chiunque abbia sangue straniero nelle vene. Una posizione politica, quella delle destre, che riconduce direttamente al Terzo Reich, che come è noto, resta un esempio classico di stato sociale - quasi a livello di Dna culturale - che si protrae fino alle ultime inevitabili e terribili conseguenze.
Di qui però, la ovvia e triviale opposizione delle destre razziste che, come noto, non vogliono condividere il welfare con chiunque abbia sangue straniero nelle vene. Una posizione politica, quella delle destre, che riconduce direttamente al Terzo Reich, che come è noto, resta un esempio classico di stato sociale - quasi a livello di Dna culturale - che si protrae fino alle ultime inevitabili e terribili conseguenze.
Probabilmente
la radice del male - insomma, delle bastonate nella foto - è nel welfare che ottunde il senso di responsabilità degli
individui e ne alimenta gli egoismi,
favorendo il razzismo delle destre e il welfarismo peloso delle sinistre.
Di
qui però, la contraddizione del mondo
cattolico, politico e giornalistico, che giustamente, come oggi su “Avvenire”, richiama la necessità, anzi diremmo il dovere, di accogliere i rifugiati politici. Ma che al
tempo stesso, premendo, quasi ogni giorno, sull’acceleratore sociale del
welfare, moltiplica le tendenze egoistiche del cittadino welfarizzato, favorendo per reazione le campagne politiche della destra
che invece evoca un welfare per i soli italiani, welfare da difendere anche a bastonate.
Si
avvedono i cattolici della contraddizione? Riteniamo di no. Purtroppo la visione paternalista, se non patriarcale, dello stato da parte del cattolicesimo, impedisce un ripensamento radicale del welfare. Ecco il vero vaccino.
La cosa curiosa è che si attacca il mercato, che invece è per la libera circolazione degli uomini a prescindere dal colore del pelle, per difendere una visione puramente economicista dello stato, e per ricaduta, della famiglia, ridotta al rango di impresa a partecipazione statale.
La cosa curiosa è che si attacca il mercato, che invece è per la libera circolazione degli uomini a prescindere dal colore del pelle, per difendere una visione puramente economicista dello stato, e per ricaduta, della famiglia, ridotta al rango di impresa a partecipazione statale.
Pertanto,
fa bene “Avvenire” a mettere in prima pagina le foto di quelle povere persone malmenate che fuggono dalla guerra. Ma fa male a incoraggiare il welfarismo che
non è assolutamente un buon vaccino per curare razzismo e intolleranza.
Il welfarismo, piaccia o meno, non è che il proseguimento dell'egoismo umano con altri mezzi. Quelli, purtroppo
potentissimi,dello Stato.
Carlo Gambescia