Veneziani, Sanremo e le tradizioni italiane
Mussolini fu tradito, altrimenti…
Marcello
Veneziani oggi si lamenta sulla “Verità”
dell’Italia, paese senza tradizioni, che nel vuoto di valori in cui vive (anzi sopravvive), si accontenta stancamente di sintonizzare il televisore sul Festival
di Sanremo…
Diciamo
subito che Veneziani non è che la punta di quell’ iceberg
reazionario italiano che non ha mai voluto
fare conti con la modernità e soprattutto con i disastri politici e morali causati
dal fascismo, dai quali non ci siamo ancora ripresi.
Quali
sarebbero in concreto le tradizioni
italiane, al di là delle fantasticherie mitopoietiche, vagheggiate
da un Veneziani a corto di idee?
Ne
suggeriamo alcune.
Si
potrebbe partire dall’idea di Patria, distrutta a colpi di nazionalismo proprio dal fascismo. Oppure dall’idea di Autorità
distrutta sempre dal fascismo con una overdose di gerarchi
in orbace. Le stesse Forze
Armate, altro veicolo di una possibile tradizione italiana, non si sono mai più riprese dai danni della
guerra fascista. Mussolini, dopo
l’invasione alleata della
Sicilia, si chiedeva dispiaciuto perché
gli italiani non reagissero come dopo
Caporetto nell’altra guerra… Evidentemente non aveva ancora
capito che si stava combattendo
un guerra fascista. Un conflitto in camicia nera che gli italiani, a differenza della Prima guerra mondiale, guerra liberale
( o quasi), non sentivano come proprio. E della religione, altro strumento
di una possibile tradizione, ne vogliamo parlare? Il fascismo con i
Patti Lateranensi introdusse un
principio di grave confusione tra Stato e Chiesa che allontanava la
Chiesa dalla società per legarla allo Stato, vellicandone gli istinti clericali.
Patria,
Autorità, Forze Armate, Chiesa tutti
valori istituzionali importanti dal punto di vista dell’articolazione di una possibile
tradizione italiana. Valori sotterrati
- ironia della storia - proprio
dal fascismo che ne era stato
il grande promotore a colpi di
credere, obbedire, combattere.
Purtroppo
la forma mentis fascista nel senso di
una visione demonizzante dell’avversario
(visto come nemico), continuò a pervadere i partiti antifascisti, soprattutto di sinistra. Invertendo solo i colori della tavolozza politica e investendo tradizioni, valori e istituzioni, fasciste solo per caso, o comunque per dirla con Croce in chiave parentetica.
Si
pensi all’antipatriottismo sistematico di cattolici, socialisti, comunisti. Al mortificante pacifismo cattolico e al feroce antimilitarismo marxista. All' ingiusta critica del concetto di autorità da parte della pedagogia politica progressista antifascista e antiliberale al tempo stesso. E infine al curioso e ambiguo clericalismo, politicamente
platonizzante, dei catto-comunisti.
Cosa
risponderebbe Veneziani se venisse interpellato su questo massacro
di valori liberali e prefascisti? Che tra l’altro continua tuttora? Parliamo degli stessi valori o "tradizioni" che permisero all’Italia di vincere più che dignitosamente la Prima guerra mondiale. Cosa risponderebbe Veneziani
? Che il Duce fu tradito, altrimenti…
Carlo Gambescia