Mitologie dei nostri tempi
“Non lasciare nessuno indietro”
Torna
spesso nel dibattito giornalistico e
politico, addirittura mondiale (come si può evincere dalla foto), un' espressione come “Non lasciare nessuno indietro”.
Prima
domanda di chi parliamo? Chi è questo
nessuno che non deve essere lasciato indietro?
I disoccupati? I licenziati? I taglieggiati da Mafia e Camorra? I terremotati? I truffati? Gli investitori
incauti? Gli imprenditori falliti? I mariti e
le mogli impoveriti dalle
separazioni? I vedovi e le
vedove? I vecchi? Le donne? I
Gay? Gli immigrati? I poveri? I carcerati? I diversamente abili? Gli stanchi di vivere? I malati terminali?
Come
si può capire lo spettro sociale è molto ampio.
Addirittura troppo. Inoltre, cosa ancora più grave, ognuna
di queste categorie ha le sue buone ragioni, quanto meno dal punto di vista
personale. Il che significa guerra di tutti contro tutti all’insegna dell’ “Io
sono più indietro di te”.
Seconda
domanda: Chi deve aiutare tutta questa gente
affinché non resti indietro? Lo stato? Le associazioni di volontariato? Le chiese? L’ Ue,
l' Onu e le associazioni filantropiche internazionali? In realtà, ognuna
di queste istituzioni ha la sua
controindicazione. Lo stato, le
tasse sproporzionate per chiudere i buchi. Le associazione di volontariato, i
finanziamenti a pioggia pubblici e privati, tutti soldi che hanno comunque un ricaduta tributaria, si
pensi solo alle esenzioni fiscali per le associazioni private. Quanto alla chiese, all’Ue, all’Onu, eccetera, si rischia sempre la soffocante sovrapposizione delle competenze
tra i diversi enti, in genere molto burocratizzati, nonché l’altrettanto
temutissimo, in particolare
dai populisti, attacco alla sovranità nazionale.
Pertanto
“ Non lasciare indietro gli ultimi”, perché la parola "nessuno" questo sottende, significa tutto e niente. Si tratta di una frase ad effetto, ottima
solo per
talk show, social e piazze, che
rimanda al cristianesimo, annacquato dai socialisti, del “ beati gli ultimi perché saranno
i primi”.
Frase
che secondo il primitivo disegno religioso rinviava ai maestosi Cancelli del Regno dei
Cieli, mentre oggi ha assunto un significato decisamente terreno, dell'assistenza dalla culla alla tomba, magari da conquistare pistola alla mano espropriando chi sia solo un gradino sopra. Un brutale materialismo, ammantato di pseudo-ideali, che alimenta solo lo sciocco senso di rivalsa del fallito.
Su questa Terra, chi arriva ultimo, evidentemente, se lo merita. Certo, si può essere fortunati o meno. Ma alla Fortuna non si può comandare.La Fortuna è la sorella del Caso e quindi dei grandi numeri e della probabilità
statistica, grandi numeri che ci dicono però che ognuno alla fine riceve esattamente quel che merita.
Su questa Terra, chi arriva ultimo, evidentemente, se lo merita. Certo, si può essere fortunati o meno. Ma alla Fortuna non si può comandare.
Piaccia
o meno, ma le cose stanno così, diremmo sociologicamente così. Ovviamente, la politica ha le sue regole,
punta al consenso e ai voti. Deve promettere che gli ultimi saranno i primi. Ma
questa è un’altra storia.
Carlo Gambescia