mercoledì 26 febbraio 2020

Populismo virale


Si legga l’intervista di Conte  al “Corriere della Sera”, ne viene fuori l’immagine di un avvocato di provincia che si comporta come un ingenuo  allievo ufficiale di complemento. Crede che la politica sia applicazione delle leggi, e non importa quanto queste leggi siano distanti dalla realtà,  l’importante è applicare norme e regolamenti Ovviamente quanto più una situazione si presenta come seria  - attenzione, si “presenta”,  nel senso che “appare”… -   tanto più non sono ammesse violazioni. 
A un atteggiamento del genere  di rigido  positivismo giuridico, Conte unisce  alcune furbizie da avvocato, come il gusto del cavillo e del nascondersi dietro espressioni fumose per impressionare  gli  assistiti.  Lasciamo agli esegeti di Montecitorio le chiose alle sue  strampalate risposte. Qui interessa la foresta, molto  meno gli alberi, anzi gli alberelli (*) .
Non è un mistero come un personaggio del genere, che con  misure assolutamente improvvide sul Coronavirus rischia di far precipitare l’Italia nell’isolamento economico internazionale,  sia  arrivato al potere e soprattutto lo gestisca dal 2018.
Ovviamente il terremoto populista ha la sua grossa parte di responsabilità nell’aver  portato in Parlamento un branco di incapaci,  reclute  immature, prossimi ufficiali,   totalmente impreparate  a un uso prudente della politica.  Un approccio  che, a dire il vero, aveva già ceduto il passo al giustizialismo del “Meglio onesti che capaci”  degli anni di Tangentopoli. 
Ecco, Conte,  probabilmente sarà pure onesto,  però è politicamente  incapace.  E l’incapacità in politica  la pagano i cittadini. Perché la verità si vendica sempre dell’isteria, soprattutto quando si scambia un' influenza stagionale  per una specie di peste del 2000.  
Però in questi giorni  la cosa più grave  è   rappresentata  dal silenzio del Partito Democratico (Renzi compreso), che pensando furbescamente ai propri interessi,  tace e lascia fare, ritenendo di poter scaricare “dopo”  sulle spalle di Conte, la colpa delle quarantene e delle altre misure cervellotiche. Ma chi tace, acconsente. E il Partito  Democratico è altrettanto  responsabile del prossimo venturo affossamento economico dell’Italia. Chissà se gli elettori italiani, se ne ricorderanno al momento del voto… Mah… Il populismo soffre  anche di smemoratezza. 
Il che apre la questione dell’atteggiamento delle destre durante questa crisi, da Salvini a Fratelli d’Italia, passando per Forza Italia. Oggi  attaccano  Conte,  non in nome della libertà e della prudenza,  ma perché lo si ritiene troppo morbido.  Se  Salvini  fosse stato  al posto di Conte avrebbe  chiuso i confini interni ed esterni, introdotto il coprifuoco nazionale e scatenato la caccia ai cinesi.  Naturalmente,  quando  - speriamo presto, soprattutto per l’economia  - la bolla d’aria del Coronavirus si sarà sgonfiata,   Salvini accuserà  Conte di aver usato la mano pesante senza alcun motivo.
Per capire  il clima politico che  “oggi”  si respira, dal quale  “dopo” tutti prenderanno le distanze, da destra a sinistra,  basti pensare che quando i partiti polemizzano,  non si mette in discussione, come invece  si dovrebbe  la natura liberticida e antieconomica  delle misure prese dal Governo Conte, ma si spazia, dividendosi sulla necessità   di   distribuire o meno  mascherine  senza far pagare il ticket…  Capito?  Populismo virale…

Carlo Gambescia