Cercasi Papa “di
carattere”
Il titolo è
scherzoso, la questione no. Del resto - sperando di essere perdonati
dai lettori laici - non possiamo non restare sul
tema e soprattutto non affrontare il problema della successione,
anche perché ghiottissimo dal punto di vista sociologico. Prendiamo spunto
dall’interessante commento di ieri del caro amico Romano Vulpitta:
Caro Carlo,
e' inutile
nascondersi dietro al dito. Il richiamo a Celestino e' inevitabile. Abdicare in
un momento in cui la Chiesa
cattolica e' sotto attacco da integralisti protestanti ed ebrei, significa
gettare la spugna. Il Pontefice e' un sovrano assoluto e se vuole puo' piegare la Curia.
Romano Vulpitta
Giusto. Ma il “se
vuole” apre la porta all’elemento umano del potere. Il “capo”, qualunque sia la
fonte o natura del suo comando, se vuole rimanere tale, deve avere “carattere”,
ossia volontà decisionale. Il che però implica, nuovamente, una
questione sociologica di fondo. Vediamo quale.
La volontà del capo
dipende dalle istituzioni politiche ? Sì e no. Ci spieghiamo (magari
semplificando troppo...): le istituzioni (di qualsiasi tipo), di regola,
dovrebbero selezionare i migliori. Usiamo il condizionale perché spesso vengono
designati i meno capaci sotto il profilo decisionale. Perché?
I processi di selezione sociale e politica sono sicuramente
governati dai valori. Su questo non ci piove. Tuttavia - ecco
il punto sociologico - dipendono anche dal gioco degli
interessi e dai reali rapporti di forza tra i diversi attori
politici. Quindi, ripetiamo, la volontà decisionale è un "bene
personale" che trascende la qualità o la
tipologia delle istituzioni. Dietro le quali ci sono
sempre gli uomini con i loro pregi e difetti. Cosicché,
spesso, la “forza di carattere” finisce per non giovare agli
aspiranti capi, perché il gioco degli interessi, in
particolare all' interno di élite dirigenti inadatte
alle sfide storiche, comporta inevitabilmente la
scelta compromissoria di candidati deboli.
Nel caso del “Papa
dimissionario” è di tutta evidenza la natura infelice della scelta fatta a suo
tempo. Certo, dal punto di vista dei provvidenzialisti ( si veda il post di
ieri), tutto può accadere, dal male può nascere il bene, il Signore vede e
provvede, eccetera, eccetera . Cerchiamo però di restare, come
si dice, con i piedi per terra. Qual è il problema per la Chiesa Cattolica
dopo le "dimissioni" di Benedetto XVI ? Quello di
eleggere, finalmente, un Papa “di carattere”. E qui si impongono due
domande. Esistono simili candidati al Soglio Pontificio? E nell’ eventualità la Chiesa - o meglio la sua
élite in carne e ossa - sarà in grado di apprezzarlo ed eleggerlo?
Carlo Gambescia
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