sabato 1 giugno 2024

Premierato. Le menzogne di Giorgia Meloni

 


Giorgia Meloni, mente sapendo di mentire. Non c’è altra spiegazione. Si legga qui:

«Noi proponiamo di fare eleggere direttamente il governo e di abolire i senatori a vita, il Pd propone di non fare eleggere il governo dai cittadini e di raddoppiare i senatori a vita. Non so se vogliamo direttamente tornare al senato regio con i senatori nominati in base al censo, ma non è il mio modello. Forse il modello della sinistra non è il mio. Nel mio modello il potere deve stare nelle mani dei cittadini. Perché una politica scelta dai cittadini risponde ai cittadini. E quando non fa bene, dai cittadini viene giudicato» (*).

Su quello che propone il Pd non entriamo nel merito. Ma, come abbiamo spiegato più volte, la riforma “a sonagli” della Meloni blinda il governo per cinque anni (**).

Prima menzogna: il potere è già nelle mani dei cittadini, perché si vota liberamente.

Seconda menzogna: il senato regio comprendeva membri di diritto e di nomina reale. Che c’entra il senato monarchico con i senatori repubblicani, di numero limitatissimo? Quelli di nomina sono cinque (il “censo” della Meloni…) contro duecento senatori eletti dal popolo.

Terza menzogna: la riforma propugnata dalla Meloni, trasferisce il potere nelle mani del governo e per cinque anni. In pratica, il Parlamento assume un ruolo  notarile. Come quello del Presidente della Repubblica. E i "cittadini" – al centro del pomposo "modello di potere" meloniano – per un lustro reggono il moccolo.

Un governo, in cinque anni, senza controllo del parlamento, può stravolgere la Costituzione. E visto come la pensa la Meloni, anche  in chiave autoritaria. Ecco  la verità.

Infine una brevissima lezione di diritto costituzionale: il popolo elegge, il parlamento discute, il governo decide. La riforma Meloni, dei tre momenti, salta il secondo, perché con  una maggioranza blindata (si prevede anche un premio elettorale) e un governo onnipotente, il ruolo dell'opposizione è ridotto ai minimi termini. Sicché   il parlamento  diventa inutile,  se non   - ecco, qui, si torna veramente all'Ancien Régime, altro che il senato di Vittorio Emanuele III...  - come pura e semplice  camera di registrazione  dei decreti del re,  pardon del governo.

È democrazia questa? Se lo è, è democrazia plebiscitaria, che si fonda sul rapporto tra il capo e le masse. Cara a Napoleone I e III, a Mussolini e Hitler, ai caudillos sudamericani, ai dittatori africani e asiatici.

Come diceva l’adagio, dimmi con chi vai, ti dirò chi sei…

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://www.ilsole24ore.com/art/premierato-meloni-zuppi-vaticano-non-e-repubblica-parlamentare-AGuROgK .
(**) Qui: https://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/2024/05/legge-sul-premierato-melonismo-sonagli.html .

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